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Filecoin: cos’è e come funziona questa criptovaluta

Filecoin (il nome della cui criptovaluta è FIL) è una rete di archiviazione dati P2P che permette agli utenti di scambiare lo spazio su disco in un mercato decentralizzato su blockchain. Nato nell’anno 2017 da Protocol Labs, lo stesso team dietro a IPFS, si è finanziato attraverso una delle maggiori ICO avendo raccolto oltre $ 250 milioni di dollari.

La facilità di utilizzo e la popolarità dell’archiviazione dati in cloud hanno comportato una crescente adozione di questa tecnologia, sia per gli utenti occasionali che per le aziende con grandi esigenze di archiviazione. Questo ha portato alla nascita di enormi silos centralizzati  di dati gestiti da giganti della tecnologia come Amazon (con i suoi servizi AWS e S3), Microsoft, IBM e Google. Tuttavia, questa centralizzazione in mano a pochi attori comporta dei rischi sistemici per tutta l’infrastruttura di internet.Ogni volta che si verifica un’interruzione dei servizi di AWS ne risente una grande parte del web.

La decentralizzazione del cloud storage grazie alle reti P2P può avere un grande impatto su questo settore. L’obiettivo di Protocol Labs, la start up di Juan Benet, è infatti quello di supportare il web3 attraverso IPFS e Filecoin, le basi per un’infrastruttura P2P. I potenziali vantaggi sono il costo più basso, la resilienza della rete, la velocità di fruizione dei dati e non ultimo la resistenza alla censura. Quest’ultimo un problema sempre più grave, con canali YouTube spesso oscurati senza motivi reali.

Come funziona Filecoin

Filecoin è basato su IPFS, un protocollo per l’archiviazione di dati distribuiti. IPFS è basato sulle esperienze maturate negli anni dai diversi protocolli come http, ftp, BitTorrent etc. Ciò nonostante, benché fantastico da un punto di vista della decentralizzazione dello storage, IPFS manca però di un livello di incentivazione.

Qui entra in gioco Filecoin, che in sostanza rappresenta un layer per favorire l’utilizzo di IPFS. La blockchain di Filecoin memorizza in uno smart contract l’indirizzo hash generato da IPFS. Per recuperare il file basta trovare l’indirizzo hash dalla blockchain e interrogare IPFS per il relativo file. Filecoin funge quindi da ledger per le transazioni FIL e i saldi degli indirizzi del portafoglio Filecoin, e memorizza gli accordi stipulati tra i miner che memorizzano i dati dei clienti ei clienti che hanno richiesto la memorizzazione di tali dati.

Per proteggere la rete dagli attacchi, oltre che a impegnarsi a fornire la capacità di archiviazione i miners devono detenere una certa quantità di token FIL. In questo modo un attaccante, oltre ad avere le risorse hardware deve avere anche un numero sufficiente di token, rendendo i tentativi di attacco svantaggiosi dal punto di vista economico.

Gli utenti che desiderano archiviare alcuni dati sulla rete Filecoin devono pagare un miner per farlo. Il prezzo di archiviazione è determinato in un mercato aperto in cui i miner competono tra loro per offrire il prezzo più basso. Per questa ragione Filecoin dovrebbe offrire prezzi più competitivi rispetto ai servizi centralizzati come Dropbox, Amazon, etc. etc.

 

Fonte: filecoin.io

Il protocollo frammenta i dati prima di archiviarli, in modo che un utente malintenzionato che cerchi di accedere ai file archiviati sulla rete veda solo dati privi di significato. Più spazio di archiviazione i miner offrono alla rete, maggiori sono le possibilità di ricevere una ricompensa.

Filecoin utilizza due nuove tipologie di prove per verificare che i minatori stiano effettivamente archiviando i dati che sostengono di conservare. La Proof of Replication (PoRep) mostra che un minatore ha veramente archiviato la copia unica dei dati del cliente, mentre la Proof of Spacetime (PoST) dimostra che un miner ha archiviato i dati per il periodo di tempo concordato. Se i miner forniscono queste prove in modo affidabile e forniscono lo spazio di archiviazione che si sono impegnati a fornire, possono creare nuovi blocchi sulla blockchain di Filecoin e ricevere il premio di rete e le commissioni di transazione.

Queste prove consentono agli utenti di fidarsi dei miner. Il mercato dello storage di Filecoin è quindi simile a un mercato finanziario in cui gli utenti possono fare e chiedere offerte, permettendo così di scambiare lo spazio di archiviazione e fornire un incentivo a coloro che lo forniscono.

Il sistema di incentivi sembra funzionare: secondo le statistiche del portale file.app attualmente l’archiviazione di dati su Filecoin di 1 GB all’anno è il 23627% più economica rispetto ad Amazon S3 (accesso ai dati non frequente). Tuttavia sono diversi gli utenti che mettono in dubbio la bontà di questi calcoli.

I concorrenti e gli sviluppi di Filecoin

Il progetto si pone in concorrenza diretta a Amazon Web Services, Drive di Google, Dropbox, e tutti i servizi di archiviazione centralizzati. I suoi concorrenti diretti su blockchain sono invece Sia (SC) di Skynet, NeoFs (blockchain di NEO), Swarm (Ethereum), Storj  e Safe Network. Ciascuno con le sue peculiarità, questi progetti rappresentano una grande innovazione nel settore dell’archiviazione cloud. Tuttavia, l’intera gamma di potenziali scenari applicativi è in questo momento ancora sperimentale. 

Filecoin è una infrastruttura per le dApps che utilizzeranno la sua tecnologia. Lo sviluppo di queste applicazioni decentralizzate è sostenuto dagli incentivi messi a disposizione del progetto. 

Slingshot è una competizione per sviluppatori e client di archiviazione che premia l’archiviazione di dati reali e preziosi sulla sua rete, che ha attirato sino ad ora 167559 offerte sulla rete. Un altro programma di incentivi è Filecoin Launchpad Accelerator II, un programma progettato per aiutare le startup a creare strumenti, infrastrutture e applicazioni per il web3.

Alcuni sistemi di archiviazione open source costruiti su Filecoin sono Slate, Starling e Livepeer. Slate è dedicato agli utenti finali, e cerca di rendere facile l’archiviazione di file e la loro condivisione. Starling è invece pensato per l’utilizzo in ambienti di archiviazione, dove la capacità di dimostrare l’autenticità di un file nel tempo è di fondamentale importanza. Livepeer è un protocollo di archiviazione video decentralizzato e streaming live basato sulla blockchain di Ethereum, che grazie a Filecoin ha lanciato la piattaforma file.video.

Queste dApps facilitano l’utilizzo della rete di Filecoin e con il tempo dovrebbero attirare sempre più utenti, aumentando il numero di accordi di archiviazione sulla rete. Altre applicazioni dovrebbero arrivare durante quest’anno con un impatto positivo sullo sviluppo dell’ecosistema. 

Il team sta puntando molto anche su l’integrazione con altri progetti blockchain come l’utilizzo di Chainlink per connettersi con Ethereum, l’integrazione di Metamask e il supporto ai video NFT grazie alla collaborazione con VideoCoin. La crescita del suo ecosistema dipende certamente anche da quanti altri progetti inizieranno a utilizzare la sua rete.

Tuttavia il modello economico soffre di diversi problemi, primo fra tutti la volatilità del token FIL che non permette di prevedere un costo per lo storage. La governance del protocollo è gestita interamente da Protocol Labs, in un periodo in cui tutti i progetti blockchain stanno passando alle DAO. La roadmap non è definita chiaramente, ma forse questo è dovuto al fatto che Filecoin è solo un ingranaggio dell’ecosistema che Protocol Labs intende creare. 

Bisogna anche considerare che molti dettagli su questo progetto sono ancora in fase di elaborazione. Il lancio della mainnet ha avuto un inizio molto positivo offrendo la più grande quantità di spazio di archiviazione di qualsiasi provider di archiviazione dati decentralizzato esistente, accompagnato da una crescita del suo ecosistema.

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