I Ministeri russi dell’industria, del commercio e dello sviluppo digitale starebbero analizzando la possibilità di autorizzare alcune industrie petrolifere in Russia ad utilizzare il gas naturale sprecato per alimentare i data center per minare criptovalute.
Lo rivela un report del 20 ottobre scorso, a cura del giornale russo Kommersant.
Summary
Russia, gas naturale per minare criptovalute
La richiesta fa riferimento a quel gas naturale denominato “Associated petroleum gas”, che si trova nei giacimenti di petrolio e che non viene utilizzato ma disperso nell’aria o bruciato nel processo di estrazione petrolifero. È una risorsa che viene sprecata e che contribuisce a produrre gas serra.
L’idea sarebbe quindi quella di utilizzare questo gas per alimentare i data center che si occupano di fare mining di criptovalute. Ciò avrebbe un doppio effetto:
- reperire energia naturale per una attività notoriamente energivora come il mining;
- rispettare l’ambiente.
Questa decisione potrebbe dare un’ulteriore spinta per una regolamentazione in Russia delle criptovalute e delle attività di mining.
Dopo il bando della Cina a questo tipo di attività, Kazakistan e appunto Russia sono diventate mete molto ricercate per le aziende cinesi che si occupano di mining e che stanno lasciando il paese.
Mining alla ricerca di nuove frontiere
Il bando all’attività di mining in Cina, che ospitava circa il 45% del mining mondiale, ha costretto centinaia di aziende di mining a dover emigrare verso altri paesi possibilmente con riserve di energie a sufficienza. Texas, Canada, Russia e Kazakistan sono stati fra i primi a manifestare interesse ad accogliere questi nuovi migranti digitali. In Texas in particolare si è mobilitata l’industria petrolifera e del gas, disposta a mettere le proprie infrastrutture energetiche a disposizione dei minatori di criptovalute.
La proposta della Russia di utilizzare il gas naturale segue la logica della ricerca di nuove fonti di energia rinnovabile, come energia nucleare o solare, per superare il problema dell’enorme consumo di energia di questa attività.
La Russia pensa a sostituire riserve in dollari con valute digitali
Nei giorni scorsi il Ministero degli affari esteri russo ha affermato che sta pensando a sostituire le riserve in dollari del paese con le monete digitali.
Il Viceministro degli Esteri Aleksandr Pankin in una recente intervista con l’agenzia di stampa Interfax ha ribadito come il paese stia cercando una via alternativa per liberarsi dal grande peso del dollaro nelle transazioni commerciali.
Il fine di queste operazioni sarebbe quello di liberarsi dalle possibili sanzioni che il governo degli Stati Uniti potrebbe emettere grazie proprio alla forza della sua moneta.
Queste dichiarazioni seguono quelle fatte dal leader del Cremlino Vladimir Putin che ha detto alla CNBC che le criptovalute hanno valore e per questo hanno tutto il diritto di esistere.
Putin ha poi affermato che le criptovalute potranno sicuramente essere utilizzate per il commercio di petrolio e altre risorse energetiche in futuro.
In Russia quest’anno è entrata in vigore una legge “On Digital Financial Assets” che regolamenta in parte il mercato delle criptovalute.
Le crypto sono permesse in attività come trading, ma il loro utilizzo non è consentito per i pagamenti. La Russia ha inoltre da tempo un progetto ad uno stato avanzato per un nuovo rublo digitale.