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Ethereum: il countdown di Google per il Merge

Nella sua versione originale in inglese, Google ha attivato un countdown per il Merge di Ethereum. 

Google aggiunge il countdown per il Merge di Ethereum

Infatti, cercando “ethereum merge” ad alcuni utenti in lingua inglese del celebre motore di ricerca viene mostrato come primo risultato un countdown che rivela il tempo ancora mancante per il Merge, il livello di difficulty raggiunta, l’hashrate attuale del mining di ETH, ed il livello di difficulty a cui avverrà il Merge. 

Il Merge di Ethereum, infatti, è un evento epocale, non solo per la seconda criptovaluta al mondo, ma anche per l’intero settore crypto. 

Google già da tempo si interessa agli sviluppi tecnologici legati a blockchain e criptovalute, quindi non stupisce affatto che abbia deciso di mostrare a chi fa la ricerca “ethereum merge” in lingua inglese un countdown che rivela una stima del tempo mancante prima che avvenga. 

Non vi è una data precisa prevista per il Merge, ma vi è un livello preciso di difficulty: 58750000 P. Questo livello potrebbe essere raggiunto prima o dopo il 15 settembre a seconda di quanto hashrate verrà utilizzato dai miner di ETH nel frattempo. 

Più i miner utilizzeranno hashrate in questi giorni per minare ETH e prima si arriverà a quel livello di difficulty. Se, invece, dovessero ridurre l’hashrate, si potrebbe raggiungere l’aggiornamento un po’ più tardi. 

Il fatto è che dopo il Merge non sarà più possibile minare ETH, quindi i miner di Ethereum dovranno o spegnere le loro macchine, o spostarle su altre criptovalute simili ancora basate su PoW, come ad esempio Ethereum Classic. 

Da notare che negli ultimi mesi l’hashrate di Ethereum è rimasto sostanzialmente stabile, ma a partire dal 5 settembre sembra essere leggermente in calo. Questo piccolo calo potrebbe essere dovuto proprio alle aspettative dei miner rispetto al Merge, dato che molti si stanno già spostando su altre criptovalute. 

L’attenzione dei miner si sposta su Ethereum Classic (ETC) e su Bitcoin (BTC)

Infatti, a partire dalla seconda metà di luglio si è verificata una vera e propria impennata dell’hashrate di Ethereum Classic (ETC), che ha raggiunto i nuovi massimi storici e continua ad aumentare. Ormai è da metà agosto che quasi ogni giorno fa registrare un nuovo massimo storico, e questo rende bene l’idea del fatto che diversi miner di Ethereum abbiano già spostato le loro macchine dal mining di ETH a quello di ETC. 

Più si avvicina il Merge e più questo fenomeno si intensifica, quindi è possibile che nei prossimi due o tre giorni la stima riguardo il momento esatto in cui si raggiungerà il livello di difficulty di 58750000 P, facendo scattare in automatico il Merge, si dilaterà un po’. 

L’ultima stima disponibile afferma che dovrebbe avvenire il 15 settembre alle ore 4:37 AM tempo UTC. 

Da notare anche che a partire dal 4 settembre c’è stata una leggera crescita dell’hashrate di Bitcoin. Sebbene le macchine utilizzate per minare ETH non siano adatte a minare BTC, è tuttavia possibile che alcuni miner abbiano spostato i loro fondi per il rinnovo delle macchine dal mining di Ethereum a quello di Bitcoin. 

Infatti, le macchine per il mining invecchiano relativamente in fretta, ed ogni tanto vanno sostituite con macchine più efficienti. Ad esempio, negli ultimi due o tre anni sono sbarcate sul mercato nuove macchine decisamente più efficienti, e molti miner sono stati costretti a sostituire le precedenti macchine meno efficienti per poter continuare a rimanere competitivi. 

Il mining è una competizione, quindi se gli altri miner incrementano il loro hashrate, chi non lo fa finisce inevitabilmente per incassare di meno. 

Visto che nel corso del 2022 è estremamente difficile che ci siano stati grossi investimenti sul mining di Ethereum, in vista del Merge che lo avrebbe eliminato, è possibile che parte degli investimenti dei miner di ETH quest’anno siano stati utilizzati per acquistare nuove macchine per minare BTC o ETC. 

countdown ethereum merge
Allo scattare del Merge i miner si sposteranno su altre crypto PoW, come BTC e ETC

L’impegno di Google nello sviluppo della tecnologia Blockchain

Una cosa molto interessante è che il profilo Twitter che ha svelato il countdown su Google è quello di Sam Padilla, ovvero uno sviluppatore di Google. 

Sul suo profilo si legge: 

“Costruire il futuro della blockchain su Google Cloud. Ripensare la democrazia e la comunità con ATX DAO”. 

Questo sottolinea ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno, di quanto in Google stiano seguendo gli sviluppi delle tecnologie crypto e blockchain. 

Infatti, ad agosto si era scoperto che la società madre Alphabet (ex Google) ha già investito 1,5 miliardi di dollari in aziende blockchain. 

Anzi, secondo BlockData, sarebbe in assoluto la società che ha investito di più nel settore. Tra le aziende blockchain in cui ha investito ci sono Fireblocks, Dapper Labs, Voltage e Digital Currency Group.

Dapper Labs, ad esempio, è una società che lavora con l’NBA su progetti NFT, mentre Digital Currency Group è un vero e proprio colosso del settore crypto, proprietaria a sua volta di Grayscale Investments, Luno e CoinDesk, oltre ad altre società crypto.

Sempre ad agosto, l’ex CEO di Google, Eric Schmidt, affermando il suo scetticismo nei confronti del metaverso, aveva, però, ribadito il suo entusiasmo per la rivoluzione tecnologica generata da Bitcoin. 

Va detto che in Google, o Alphabet che dir si voglia, non sembrano essere molto interessati agli aspetti finanziari delle criptovalute. Sembrano, invece, essere molto più interessati agli aspetti tecnologici delle reti, dei protocolli e delle blockchain che ne stanno alla base. 

Si tratta pertanto di un interesse sincero e profondo, non legato alla volatilità dei mercati, ma alla rivoluzione tecnologica iniziata il 31 ottobre 2008 con la pubblicazione del celeberrimo whitepaper di Satoshi Nakamoto. 

La rivoluzione di Bitcoin e della tecnologia alla base della prima criptovaluta al mondo

Una cosa che purtroppo molti sottovalutano è che quando la prima criptovaluta – ovvero Bitcoin – fece il suo debutto su Internet il suo valore di mercato era letteralmente zero, e tale rimase per più di un anno e mezzo. 

I primi 50 BTC furono creati da Nakamoto il 3 gennaio 2009, ma fino ad agosto 2010 non vi era modo per scambiarli liberamente online in cambio di valuta fiat, ovvero in dollari. 

Bitcoin, pertanto, non nasce come una rivoluzione finanziaria, ma come una rivoluzione tecnologia, e diventa una rivoluzione finanziaria solo in un secondo momento, grazie alla sua enorme volatilità. 

Basti dire che il prezzo di BTC al suo esordio sui mercati crypto, ad agosto 2010, era di circa 0,06$, ma già a fine anno veniva scambiato a 0,3$. Ovvero dopo solo cinque mesi di presenza sui mercati crypto, il suo valore era già aumentato del 400%. 

L’anno successivo lo chiuse a 4,5$, con un altro +1.400%, mentre il 2012 si chiuse a 13,5$, con un ulteriore +200%. A novembre di quell’anno ci fu il primo halving, e l’anno successivo la prima gigantesca bolla speculativa post halving che fece schizzare il prezzo a 1.100$, ovvero con un incredibile guadagno dell’8.000% in un solo anno. 

Con tali numeri è più che ovvio che gli aspetti puramente finanziari in quegli anni abbiano finito per surclassare completamente quelli tecnologici, anche se la vera rivoluzione di Bitcoin e della blockchain, in realtà, rimane pur sempre una rivoluzione primariamente tecnologica, e solo in seconda battuta finanziaria. 

Sebbene siano rimaste in poche, in percentuale, le persone che sono più interessate alla rivoluzione tecnologica di Bitcoin, piuttosto che a quella finanziaria, in Google sembra che abbiano deciso di procedere su questa strada, senza farsi coinvolgere più di tanto dall’entusiasmo per le performance di mercato. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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