Il comparto cloud del crypto exchange Coinbase ha annunciato una partnership strategica con il provider di infrastrutture decentralizzate Kiln per offrire ai clienti della piattaforma un accesso facilitato allo staking nativo di Ethereum.
Per entrare autonomamente nella rete come validatore ed iniziare a guadagnare dallo staking è infatti necessario avere almeno 32 ETH nel proprio wallet: ora però Coinbase vuole ridurre questa cifra abbattendo le barriere di accesso ai propri utenti.
Esistono poi altre soluzioni alternative per guadagnare yield dai propri ether, come ad esempio utilizzare protocolli di liquid staking come Lido Finance, il quale sta dimostrando sempre più la propria egemonia in questa nicchia di mercati nonostante l’ultima scoperta di una falle sul contratto del token LDO.
Vediamo tutti i dettagli di seguito.
Summary
Coinbase Cloud e la partnership con Kiln per facilitare l’accesso allo staking nativo di Ethereum
Coinbase Cloud, divisione interna dell’exchange di criptovalute, ha da poco stretto una partnership con il provider di infrastrutture decentralizzate Kiln per offrire ai propri utenti un accesso democratico allo staking nativo di Ethereum.
Quest’ultimo, infatti, è destinato attualmente solo per i “ricchi” visto che per attivare il software da validatore ed iniziare a guadagnare una rendita sulle proprie monete è necessario avere un bilancio minimo di 32 ETH, pari a circa 51.000 dollari.
Inutile dire che il 99% degli account su Coinbase hanno un numero inferiore di ether e posso effettuare lo staking solo con servizi di terze parti, in particolare tramite i protocolli di “liquid staking derivatives” (LSD).
Con l’ultima integrazione dello staking on-chain di Kiln però, l’accesso nativo ad Ethereum è stato ridimensionato consentendo di puntare importi minori in maniera diretta dal proprio wallet.
Il funzionamento flessibile di Kiln è semplice: tramite l’utilizzo di smart contract più utenti raggruppano insieme i propri depositi per raggiungere collettivamente la cifra chiave di 32 ETH.
La mossa di Coinbase avvantaggia i singoli clienti contro il potere delle balene, offrendo una soluzione innovativa che potrà competere con il resto dei protocolli di staking frazionato.
Il tutto senza doversi rivolgere ad entità centralizzata ma sfruttando il servizio tramite un portafoglio autocustodiale.
Laszlo Szabo, CEO e co-fondatore di Kiln ha commentato così la recente partnership:
“Siamo entusiasti di aver lavorato con Coinbase Cloud e di accoglierli come il primo operatore di nodi (non Kiln) a sfruttare la piattaforma di staking on-chain di Kiln.
Questa integrazione con Coinbase Cloud è unica perché consente loro di abilitare altri portafogli e servizi, inclusi DEX, con la stessa soluzione di staking ETH illimitata che sarà offerta dal portafoglio Coinbase”
Un difetto nel contratto del token LDO non basta per abbattere l’egemonia del protocollo di staking liquido Lido Finance
Altre soluzioni decentralizzate differenti da quella offerta da Coinbase Cloudper entrare come validatore all’interno del network di Ethereum sono rappresentate dai protocolli di liquid staking, che pur non garantendo l’accesso nativo offrono un token liquido in cambio degli ether depositati.
Il più noto tra questi protocolli è Lido Finance, che mantiene il primato di servizio di staking liquido più utilizzato, contando oltre 8,6 milioni di ETH depositati sulla beacon chain, per un marketshare del 32,65% nel campo dello staking liquido.
Molto interessante notare che nel weekend è stata scoperta una falla nel contratto del token LDO che avrebbe potuto creare guai nella piattaforma decentralizzata.
Proprio in riferimento a ciò, la società di sicurezza blockchain SlowMist aveva affermato che potenzialmente avrebbe concesso a soggetti malintenzionati di effettuare “depositi falsi” eseguendo transazioni anche con fondi insufficienti.
Ad ogni modo Lido non sembra aver perso terreno a causa di questo piccolo incidente visto che i fondi LDO ed stETH sono rimasti al sicuro, secondo quanto riferito dal team del progetto tramite un post su Twitter.
Allo stesso tempo è stato detto che questo difetto colpisce tutti i token ERC-20 in generale, e che verrà presto pubblicata una guida per l’integrazione di LDO in modo da risolvere il problema.
Lido mantiene dunque la sua egemonia, e si assicura il posto da protocollo decentralizzato più ricco nel web3 con un TVL da 13,94 miliardi di dollari ed un trend di ether depositati nella piattaforma di liquid staking in continua crescita.
La potenza di Lido sta spaventando gli altri competitor e l’ecosistema Ethereum nel suo complesso visto che il provider sta centralizzando in maniera troppo consistente lo staking all’interno di un’unica entità.
Qualche giorno fa i fornitori Rocket Pool, StakeWise, Stader Labs, Diva Staking e Puffer Finance hanno proposto una regola interna che impone che nessuno di loro può detenere più del 22% di quote di mercato in questo contesto.
Anche Vitalik Buterin si è espresso in merito a questo delicato tema affermando che “migliorare la decentralizzazione dello staking è urgente”