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Le piattaforme di liquid staking detengono il 46% delle quote di mercato dello staking su Ethereum

Dopo che l’aggiornamento Shapella ha permesso agli utenti di Ethereum di ritirare le coin messe precedentemente in staking, le piattaforme di liquid staking come Lido, Frax e Rocket Pool hanno incrementato la propria quota di mercato arrivando a detenere il 46% di tutti gli ETH depositati sulla Beacon Chain.

Se non ci fossero queste entità, gli exchange centralizzati avrebbero il dominio su questo tipo di attività e probabilmente Ethereum soffrirebbe di un “point of failure” per quanto riguarda la produzione dei blocchi nella chain.

Ethereum: i provider di liquid staking controllano il 46% del mercato

Dopo appena 42 giorni dall’hard fork Shapella, che ha consentito l’unstake di tutti gli ETH messi precedentementi in staking dalla community di Ethereum, possiamo osservare come le piattaforme di liquid staking (LSD) abbiano una posizione determinante nel network controllando il 46% di tutte le coins delegate alla validazione e produzione blocchi tramite il meccanismo di consenso Proof-of-Stake.

Prima del Merge, avvenuto il 15 settembre 2022, il delicato compito della produzione di blocchi spettava ai miner, che hanno perso tale privilegio con il passaggio da POW a POS e con la fusione dell’Ethereum Mainnet con la Beacon Chain.

Ora invece solo gli stakers, in particolare tutti quei soggetti che detengono almeno 32 ETH, possono partecipare all’attività e guadagnare i premi derivanti dal  block reward  (2 ETH a blocco) e dalle fee di transazione degli utenti.

Le piattaforme di liquid staking, sempre più importanti in questo contesto, rappresentano una soluzione per i piccoli crypto investitori che non detengono 32 ETH  ma vogliono comunque partecipare e migliorare la sicurezza della rete.

Tutti questi provider come Lido, Ricoket Pool, Frax e Stakewise detengono una quota di staking complessiva pari a 9.083.663 ETH ( 16,57 miliardi di dollari) che corrisponde  a quasi la metà di tutti gli ETH bloccati nella Beacon Chain.

In particolare Lido controlla il 73,3% di tutti questi capitali, confermandosi come leader indiscussa non solo del mondo del liquid staking, ma anche del settore DeFi in generale, con un TVL di oltre 12 miliardi di dollari.

Le piattaforme di LSD riducono il rischio di centralizzazione nello staking di Ethereum

Il fatto che i provider LSD abbiano un ruolo centrale all’interno del meccanismo dello staking di Ethereum rappresenta un bene per la community, che altrimenti rischierebbe di essere vittima di una centralizzazione del network.

Quando il ruolo della validazione dei blocchi spettava ai miner, prima del Merge, tale rischio era decisamente basso, viste le difficoltà dal punto di vista tecnico per concentrare una grande mole di hardware all’interno di un’unica entità.

Adesso invece che gli stakers hanno preso il sopravvento, il rischio di centralizzazione si è reso molto più concreto, soprattutto dopo che molti exchange come Binance, Coinbase e Kraken hanno proposto la loro versione di staking, concentrando i capitali nelle loro piattaforme.

In tal senso, se non esistessero provider come Lido, Frax e Rocket Pool, tutti coloro che non hanno una base monetaria pari o superiore a 32 ETH e coloro che non hanno le competenze per operare in autonomia, concentrerebbero i propri ether sugli exchange centralizzati, che offrono soluzioni più elastiche.

Binance e Coinbase ad esempio offrono a tutti gli utenti che decidono di delegare a loro i propri ETH un token rappresentativo dello stake, scambiabile  direttamente sui propri mercati, a fronte di uno spread esiquo.

Il tutto è condito con il vantaggio dell’avere fee di commissione decisamente più basse di quelle che troviamo al giorno d’oggi su Ethereum.

Ovviamente agli utenti più navigate nel mondo DeFi, non importa delle gas fee e preferiscono partecipare allo staking in modo decentralizzato, sfruttando uno dei tanti wallet non custodial disponibili sul mercato, come Metamask, Trust Wallet o Ledger.

Per ora il rischio di un “point of failure” nel consenso di Ethereum è sotto controllo, ma  sarà necessario monitorare la situazione e l’andamento dei capitali che orbitano tra i vari provider di LSD per capire se in futuro si presenterà questo problema.

Gli ETH depositati nella Beacon Chain toccano un nuovo massimo storico

Mentre le piattaforme di LSD rafforzano la loro quota di mercato nel settore dello staking di Ethereum, possiamo osservare come il il numero di ETH depositati nella Beacon Chain ed in parallelo in numero di validatori che partecipano alla validazione nel network, abbiano  raggiunto un nuovo massimo storico.

In particolare al momento ci sono 18,6 milioni di coins bloccate all’interno di Ethereum  distribuite tra circa 571.000 validatori.

In media ogni validatore detiene un totale di 32,57 ETH.


Il dato è molto importante perché un numero alto di ETH messi in staking ed un alta presenza di validatori rafforzano la sicurezza della chain e prevengono attacchi di tipo informatico.

Nel network di Bitcoin, dove il meccanismo di consenso è il classico proof-of-work, tale metrica è rappresentata dalla “total hash rate” che corrisponde alla potenza di calcolo che ogni miner dedicata alla rete.

In Ethereum invece la sicurezza è rappresentata dal numero di coins delegate allo staking e alla produzione di blocchi.

Chi partecipa a questa attività, fondamentale per la sopravvivenza dell’ecosistema, viene premiato con rendimento annualizzato variabile, che al momento si aggira intorno al 4,2%.

La curva del rendimento dello staking di Ethereum è destinata a scendere nel tempo, tuttavia chi produce un blocco guadagna anche dalle fees delle tx di transazione degli utenti, che variano in base alla congestione della rete.

In più tecniche di massimizzazione dell’estrazione come i MEV, consentono una maggiore concorrenza all’interno della rete e permettono agli staker di guadagnare di più di quanto in realtà gli spetterebbe.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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