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Crypto hack: Manta Network subisce un attacco DDos nel momento del listing del token e viene accusata di riciclaggio di denaro

Pochi giorni fa, la soluzione layer-2 dell’infrastruttura Manta Network ha dovuto fronteggiare uno dei tentativi di hack più diffusi nel mondo crypto, ovvero l’attacco DDos.

Questo tipo di minaccia consiste nel sovraccaricare una rete internet di false richieste, bloccando i server ed impedendo agli utenti di comunicare tra di loro.

Per Manta questo ostacolo è arrivato proprio nel momento in cui stava per rilasciare il proprio token MANTA sui principali mercati crypto.

Nel frattempo il team del progetto deve affrontare accuse di riciclaggio di denaro, che coinvolgono uno strano trasferimento di 2 milioni di MANTA verso l’exchange Bithumb.
vediamo tutti i dettagli di seguito.

La rete Manta subisce un crypto hack da attacco DDos durante l’evento di emissione del proprio token MANTA, colpiti i nodi RPC

Il 18 gennaio, Manta Network, un’infrastruttura blockchain, ha annunciato di essere stato vittima di un hack, più precisamente di un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) che ha colpito i nodi RPC della rete crittografica di secondo livello “Manta Pacific”.

L’attacco DDoS, molto noto negli ambienti crypto, consiste nell’indondare il traffico di rete di un sito web (o di una risorsa di rete in generale) causando un sovraccarico di richieste “fake” che impediscono il normale funzionamento e il collegamento con entità esterne.

Per fare un esempio, è come se un gruppo vasto di persone entrassero in un edificio tutte nello stesso momento, bloccando la porta di ingresso e causando disagi ad altri individui che vorrebbero entrare.

Nel caso dell’hack di Manta, il DDos ha preso di mira i nodi RPC (Remote Procedure Call) con 135 milioni di richieste, portando alla creazione di una lunga coda di trasferimenti ed aumentando il costo del gas della blockchain.

Tutto ciò è avvenuto proprio in concomitanza del TGE (toke generation event) in cui la crypto MANTA è stata inaugurata nel mercato delle criptovalute con un listing degli exchange Binance, Bithumb, Bybit e Kucoin.

Mentre l’hack era in corso, è intervenuto su X il co-fondatore di Manta, Kenny Li, per placare il disappunto degli utenti che hanno esperienziato una comunicazione sgradevole tra la rete layer-2 Pacific e applicazioni esterne come New Paradigm e Into the Blue.

In particolare all’interno di  Into the Blue gli utenti hanno riscontrato difficoltà nel riscattare l’airdrop  di MANTA che gli spettava come contributo per la campagna incentivi, ritardando eventuali vendite sul mercato crypto.

Li ha affermato che il suo team stava lavorando 24h per risolvere il problema intensificando gli sforzi di mitigazione degli DDoS e comunicando con partner e fornitori di servizi per implementare misure di risposta.

Purtroppo essendo stato l’hack molto aggressivo, i tempi di risoluzione sono stati più lunghi del solito. Ad oggi il problema sembra essere risolto.

Queste le parole di Kenny Li in un post su X:

“Oggi doveva essere un momento di festa con la comunità. Il team di Manta Network ha lavorato instancabilmente per costruire ciò che vediamo oggi, negli ultimi 3 anni. 60 persone in tutto il mondo contribuiscono a questo progetto, sacrificando tempo, vacanze, fine settimana e sonno per realizzarlo. So che a volte le cose non sembrano andare come previsto, ma abbiamo sempre costruito e continueremo sempre a costruire nel migliore interesse di Manta”

Al momento della stesura dell’articolo la crypto MANTA, cresciuto del 25% dopo il TGE di giovedì 18 gennaio, quota un prezzo di 2,32 dollari per una capitalizzazione di mercato di 590 milioni di dollari.

Team di Manta accusato di riciclaggio di denaro: nel mezzo delle controversie c’è la crypto MANTA e l’exchange Bithumb

Nel mezzo delle turbolenze della scorsa settimana, che hanno interessato i nodi RPC della rete Manta Pacific con un hack da attacco DDos, alcuni utenti hanno accusato il team del progetto crittografico di essere responsabile di manipolazione e riciclaggio di denaro.

Tutto è iniziato quando sul gruppo coreano Telegram di Manta alcuni utenti hanno messo alla luce un trasferimento sospetto  2 milioni di token MANTA dal wallet di un membro del team del progetto all’exchange di criptovalute Bithumb,  effettuato poco prima che la rete incontrasse forti rallentamenti.

L’accusa riguarda quella di aver proceduto a dumpare queste risorse in faccia alla propria community, mentre quest’ultima era impossibilitata nel procedere alle vendite dei propri airdrop, riuscendo a portare a casa circa 2094,7 Ethereum (ETH) per un controvalore di circa 5,1 milioni di dollari.

Il prezzo di vendita è stato oltre 50 volte maggiore quello di listing su Bithumb ed i token scambiati  rappresentavano oltre il 75% del volume totale di circolazione dell’exchange sudcoreano.

Anche l’utente X “Definalist” ha sollevato preoccupazioni per presunte azioni di riciclaggio di denaro e manipolazione di mercato, mettendo in guardia la crypto community delle terribili conseguenze in caso l’accusa dovesse rivelarsi vera.

I rappresentanti della rete crittografica web3 si sono difesi pubblicamente affermando che i 2 milioni di token MANTA trasferiti a Bithumb rappresentano solo ed esclusivamente risorse destinate a garantire la liquidità per gli scambi degli utenti sulla piattaforma.

Questa versione però non convince i più navigati nel mondo crypto, visto che il portafoglio con cui è stato eseguito il passaggio di fondi, ha ricevuto indietro oltre 2000 ETH come risultato dalla  vendita di tali asset. Se davvero questi fondi fossero stati utilizzati come liquidità, allora non sarebbero stati convertiti tutti insieme nel momento del listing.

Ad ogni modo, anche in questa situazione di difficoltà per Manta, il co-fondatore Kenny Li ha preso parola su X per calmare le acque.

Il suo intervento è stato focalizzato nel ringraziare il team di Manta per aver gestito la situazione di crisi lavorando assiduamente e risolvendo il tutto tempestivamente.

Questo è quanto detto sul social media da Li:

“La raffica di disinformazione e attacchi illeciti ci ha colto tutti di sorpresa. Non penso che la comunità avrebbe potuto chiedere un team migliore per affrontare la sfida, e non credo che il team avrebbe potuto farlo senza il supporto della comunità”

Ora la palla passerà probabilmente alle autorità sudcoreane, che potrebbero sanzionare pesantemente il team di Manta qualora le accuse dovessero rivelarsi vere.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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