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Due senatori US chiedono alla SEC di non approvare altri ETF su Bitcoin: Coinbase risponde a voce alta

L’11 marzo, due senatori statunitensi, Jack Reed e Laphonza Butler, hanno inviato una lettera al Presidente della SEC Gary Gensler chiedendo di non approvare altri crypto ETF dopo quello su Bitcoin: Coinbase parte subito allo scontro.

Secondo i due democratici, l’introduzione di altri strumenti di investimento crittografici esporrebbe gli investitori retail a rischi troppo elevati.

Coinbase, che ovviamente ha tutto l’interesse del mondo affinché nuovi crypto ETF vengano approvati, si dissocia da quanto evidenziato dai senatori, affermando che le provocazioni sono completamente fuorvianti.

In ballo principalmente c’è la questione dei fondi quotati in borsa per Ethereum, con la deadline della SEC prevista per maggio.

Tutti i dettagli di seguito.

Stop alle approvazioni di nuovi ETF dopo quelli su Bitcoin da parte della SEC: Coinbase attacca i due senatori US

I senatori Jack Reed e Laphonza Butler stanno cercando in tutti i modi di limitare l’esposizione di nuovi crypto ETF agli investitori statunitensi, esortando il presidente della SEC a limitarsi a quelli su Bitcoin.

Il motivo di questa richiesta, avanzata formalmente attraverso una lettera dal Senato, risiede nel fatto che secondo i due politici la presenza di ulteriori exchange traded fund crittografici innescherebbe potenziali “rischi enormi” per gli investitori al dettaglio.

Nella lettera si leggono frasi di disprezzo verso il mondo degli asset digitali, descritti come mercati “poco scambiati” e luoghi dove regnano le frodi e le manipolazioni.

Ecco quanto descritto testualmente dai senatori:

“Per quanto Bitcoin possa essere vulnerabile alle frodi e alle manipolazioni, i mercati di altre criptovalute sono molto più esposti a comportamenti scorretti.”

Reed e Butler chiedono inoltre a Gary Gensler che  broker e consulenti ETF Bitcoin vengano sottoposti a rigidi controlli normativi, nell’obiettivo di tutelare i risparmiatori americani.

In merito alle pressioni dei democratici Alexander Grieve, responsabile delle relazioni governative presso la società di venture capital Paradigm, ha osservato come la lettera inviata pochi giorni fa dai senatori alla SEC rappresenta la testimonianza vivente di come le decisioni dell’ente federale possano essere influenzata dalla vita politica.

Sul piatto c’è la decisione che la SEC dovrà prende in ultima sede a maggio riguardo l’approvazione o il rigetto di 8 richieste pendenti di ETF su Ethereum presso le borse statunitensi.

Gli esperti suggeriscono che a seguito della sollecitazioni del Senato, Gensler potrebbe essere più incline a rifiutare l’offerta dei Fund Manager che desiderano offrire prodotti di investimento in ether ai propri clienti, visti i risultati ottenuti su Bitcoin.

A tal proposito, riportiamo i dati sui volumi degli ETF nel mese di marzo, dove sono stati raggiunti in appena 15 giorni i 65 miliardi di dollari di scambi

Questi numeri incredibilmente alti, vanno in contrapposizione con quanto erroneamente sottolineato dai due senatori nella lettera alla SEC, dove scrivevano che i mercati crittografici sono poco attenzionati e presentano poche contrattazioni.

Eric Balchunas, ETF analyst presso Bloomberg, ha sottolineato come le probabilità di approvazione per un fondo quotato in borsa su Ethereum, fossero il doppio più elevate appena due mesi mesi, quando lo stesso esperto le aveva fissate al 70%.

Ora le possibilità di un successo in questo senso si sono ridotte fino al 35%, proprio a causa dell’intromissione della sfera politica nel mondo degli investimenti:

In un post del 15 marzo Balchunas ha infatti dichiarato che:

“Il successo dell’ETF Bitcoin è sconvolgente per i democratici di alto rango. Rimorso del compratore. Questo è uno dei motivi per cui siamo pessimisti riguardo alle possibilità di approvazione dell’ETF”.

Coinbase risponde: le provocazioni del senato sono fuorvianti

L’exchange di criptovalute Coinbase, diretto interessato delle pressioni avanzate dai senatori statunitensi Jack Reed e Laphonza Butler alla SEC, ha risposto alle provocazioni facendo sentire la propria voce.

Il legale di Coinbase, Paul Grewal, ha osservato come la lettera inviata a Gensler l’11 marzo è palesemente fuorviante in quanto descrive una situazione totalmente ribaltata rispetto alle reali dinamiche osservate nel panorama crittografico.

Infatti i mercati di Bitcoin ed Ethereum sarebbero correlati tra di loro, così come al resto delle criptomonete esistenti, e non verrebbero aggiunti rischi di manipolazione aggiuntivi con l’introduzione di un nuovo ETF.

“Rispetto a Bitcoin, il mercato future e spot di ETH dimostrano ESATTAMENTE lo stesso tipo di correlazione elevata e coerente che consentirebbe la sorveglianza del mercato.”

Inoltre, i mercati di Ether, a differenza di come presentato da due senatori, sono particolarmente liquidi e con molti scambi alle spalle.

Grewal in particolare ha osservato in particolare come quest’ultimo superi anche il mercato delle azioni più quotate nel Paese:

“Il mercato spot di ETH è profondo e liquido: solo due titoli S&P 500 hanno un volume di scambi nozionali in dollari più elevato”

È chiaro dunque che a questo punto non si parli più di cosa convenga alla comunità e agli investitori ma piuttosto delle volontà della politica che fa pressione solo per portare avanti le proprie campagne anti-crypto.

Coinbase non ci sta, e così come fatto in passato per l’ETF su Bitcoin, si prepara al conflitto con tutte le risorse necessarie.

Secondo gli esperti, visto il contesto attuale, è probabile che la SEC prenda la palla al balza per rifiutare i nuovi exchange traded fund su Ethereum, riportando discrepanze di prezzo tra le borse futures e quelle spot, citando dubbi sulla natura (security o meno) dell’asset e riprendendo il tema della manipolazione avanzato dai senatori democratici.

Ad ogni modo Coinbase, unendo le proprie forze con Grayscale che intende utilizzare la sua richiesta futures per mettere in scacco matto la SEC, potrebbero cambiare le carte in tavola nelle prossime settimane.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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