HomeCriptovaluteMiningBitcoin Mining: Riot aggiorna le proprie infrastrutture dopo l’halving di aprile 

Bitcoin Mining: Riot aggiorna le proprie infrastrutture dopo l’halving di aprile 

Riot Platoforms, una delle società di mining di Bitcoin più grandi al mondo, sta cercando in tutti i modi di sopperire alla riduzione delle entrate derivanti dall’avvento dell’halving della moneta crittografica, che ha dimezzato il premio per l’estrazione digitale.

In particolare il minatore, con sede centrate a Castle Rock nel Colorado, sta aggiornando le proprie infrastrutture per ottenere una produzione di Bitcoin più efficiente, oltre a pensare ad acquisizioni di altri gruppi e mettere in atto strategie di risparmio energetico.

Nonostante tutte queste novità Riot registra un calo dei guadagni del 43% rispetto al mese scorso: riuscirà il miner a resistere alle intemperie post-halving?

Vediamo tutto nei dettagli di seguito.

L’operatore di mining Riot si muove tra aggiornamenti delle infrastrutture, acquisizioni e strategie energetiche per sopravvivere all’impatto dell’halving di Bitcoin

L’arrivo dell’halving di Bitcoin ad aprile ha avuto effetti negativi sui principali addetti al mining di Bitcoin, mettendo in crisi anche la società Riot Platforms che rappresenta il secondo minatore più grande degli Stati Uniti e la sesta entità al mondo per numero di BTC detenuti a bilancio.

Riot sta cercando in tutti i modi di ridurre l’impatto negativo del dimezzamento delle ricompense da estrazione, mettendo in atto un vero e proprio piano operativo.

In primis, secondo quanto riportato in un comunicato stampa, il miner del Colorado sta aggiornando le proprie infrastrutture lanciando un nuovo impianto di mining Bitcoin a Corsicana, in Texas, il quale produce circa 3,1 exahash al secondo (EH/s).

Questo consente di portare la capacità totale di auto-mining di Riot a 14,7 EH/s, un aumento del 17% rispetto al mese precedente.

L’impianto minerario attualmente opera a 100 megawatt (MW) e alla fine raggiungerà 1 gigawatt (1.000 MW) una volta completamente sviluppato.

Questa scelta riflette la visione estremamente positiva di Riot sull’apprezzamento di Bitcoin nel lungo termine: essa cerca infatti di estrarre più monete possibili per poter incassare un guadagno maggiore in futuro  e recuperare le ultime perdite dovute al dimezzamento dell’halving.

Nei piani della società di mining c’è infatti la volontà di arrivare ad una capacità di hash totale di 31 EH/s entro la fine del 2024 e di 41 EH/s entro il 2025.

Per far ciò il gruppo ha stretto un accordo con MicroBT per aggiungere 33.280 dispositivi di estrazione alle proprie farm  attraverso un processo graduale, impegnandosi per garantire una redditività costante anche nei periodi ribassisti.

Inoltre Riot cerca di espandersi acquisendo aziende concorrenti come Bitfarms, a cui ha proposto un’offerta di buyout con una  combinazione di contanti e azioni ordinarie, pari a 950 milioni di dollari, con un premio del 24% rispetto al prezzo medio delle azioni della società.

L’offerta è arrivata in un momento in cui il management di Bitfarms è in fase di transizione alla ricerca di un nuovo CEO.

Fonte: https://www.riotplatforms.com/riot-announces-may-2024-production-and-operations-updates/

Tra le altre cose Riot, come spiegato dal suo CEO JAson Les,  sta cercando di gestire in modo efficiente il mining di Bitcoin sfruttando anche strategie energetiche, già adoperata dalla società in passato, come quella dei cosiddetti “crediti energetici in risposta alla domanda”.

Queste le parole del CEO: 

“L’esclusiva strategia energetica di Riot, che in genere utilizziamo più attivamente nei mesi estivi, ha già iniziato a dimostrare risultati significativi per quest’anno, generando circa 7,3 milioni di dollari in crediti di energia e risposta alla domanda a maggio.”

Ad agosto dello scorso anno, Riot aveva incassato ben 31,7 milioni di dollari di crediti energetici per aver interrotto parzialmente le sue operazioni di mining nelle ore della giornata più calde, evitando pesanti blackout all’ERCOT (Electric Reliability Council of Texas) ed ottenendo parallelamente un boost dei profitti.

A maggio 2023 Riot ha ottenuto solo 500 mila dollari in crediti energetici dall’ERCOT, pur registrando un calo del 43% sulla quantità di Bitcoin minati rispetto al mese precedente, con un -68% su base annua.

Vedremo se nei prossimi mesi potrà replicare l’andamento dello scorso anno compensando le perdite post halving con crediti alternativi.

Fonte: https://www.riotplatforms.com/riot-announces-may-2024-production-and-operations-updates/

Nonostante le difficoltà riscontrate in questi mesi, è chiaro che Riot si trova ben posizionata per affrontare il periodo post-halving.

La sua strategia mista, con la tendenza di puntare a produrre sempre più hashrate e allo stesso tempo di incassare in modo continuativo, non potrà che avere successo in futuro, soprattutto in uno scenario che vede Bitcoin apprezzarsi in modo significativo diventando a tutti gli effetti uno degli asset più performanti della finanza tradizionale.

È chiaro che se il bull market non dovesse andare come sperato e BTC non vedrà mai i 100.000 dollari, allora Riot dovrà rivedere la propria esposizione nel settore per gestire meglio la propria situazione finanziaria.

Analisi e previsione di prezzo della stock Riot Platforms (RIOT)

La società Riot Platforms, addetta al mining di Bitcoin, è quotata al Nasdaq con il ticker RIOT e vanta una capitalizzazione di mercato pari a 2,79  miliardi di dollari.

Il titolo duranto lo scorso bull market ha registrato una performance stellare, segnando una crescita di oltre il 3000% dall’halving di maggio 2020 fino al top di febbraio 2021.

Da lì in poi abbiamo assistito ad una lunga fase di distribuzione, andando a perdere fino al 95% delle quotazioni, che si è interrotta all’incirca a metà 2023 sancendo l’inizio di un trend laterale che prosegue fino ad oggi.

I prezzi ad oggi si trovano compressi al di sotto dell’EMA 50 weekly, a metà di un lunghissimo range che prosegue da oltre un anno, in attesa che gli investitori prendano una chiara direzione nel grafico.

Molto interessante notare come il top di RIOT è arrivato ben 9 mesi prima rispetto al top di Bitcoin (o se vogliamo 2 mesi prima rispetto al top di aprile 2021). Se ci sarà la stessa correlazione anche in questo mercato rialzista, allora ciò significa che siamo ancora estremamente lontani al massimo di Bitcoin.

La price action futura del titolo dipenderà in parte dalla capacità dell’azienda di portare a casa grandi profitti dall’attività di estrazione di Bitcoin, ma soprattutto dall’andamento dello stesso BTC che deciderà le sorti di un’intera industria mineraria.

In tal senso, esporsi su titoli come quello di Riot Platforms, offre un leverage dell’investimento su BTC, con profitti boostati in caso di salita, ma allo stesso tempo con dump di proporzioni maggiori in caso di discesa.

Entro la fine del 2024, qualora ci sarà un nuovo rally da parte di Bitcoin, ci aspettiamo una forte salita del titolo RIOT, con i prezzi che torneranno verosimilmente a far visita alla zona intorno ai 40 dollari.

Anche le azioni dei produttori minerari di Bitcoin come MARA, HIVE, HUT8 ecc. hanno offerto grandi opportunità di profitto nello scorso ciclo rialzista e potrebbero replicare l’andamento anche nei prossimi mesi.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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