Venerdì, il quotidiano statunitense “The Wall Street Journal” ha causato l’interruzione del rally dei prezzi nel mercato crypto, muovendo gravi accuse contro Tether.
Il giornale ha diffuso un’ondata di FUD affermando che la società della stablecoin era coinvolta in attività criminali come riciclaggio di denaro e violazione delle sanzioni.
A distanza di poche ore dalla pubblicazione dell’articolo, Il CEO di Tether Paolo Ardoino ha smentito le incriminazioni al Plan B di Lugano.
Nel weekend Bitcoin ha recuperato le quotazioni tornando in pista per il bull market.
Summary
WSJ contro Tether: le accuse di riciclaggio e violazione delle sanzioni fermano il rally crypto
Venerdì 25 ottobre il rally del settore crypto è stato momentaneamente interrotto da una rilevazione mediatica del WSJ che ha fatto parecchio scalpore.
Il quotidiano, che vanta oltre 2 milioni di copie stampate al giorno negli Stati Uniti, ha mosso accuse contro Tether evidenziando vari illeciti commessi.
Secondo quanto riportato dai giornalisti Angus Berwick, Vivian Salama e Ben Foldy, essa avrebbe favorito il riciclaggio di denaro e l’evasione delle sanzioni occidentali.
In pratica Tether avrebbe sfruttato la propria stablecoin USDT per finanziare attività criminali o per riciclare il denaro generato da tali organizzazioni.
Si leggono anche dettagli pesanti in questo periodo storico, con la società crypto che viene collegata al gruppo terroristico di Hamas e ai trafficanti di armi russi.
Il WSJ ha anche riferito di come il Dipartimento di Giustizia stia conducendo un’indagine penale sull’uso di USDT da terzi, sottolineando la fattispecie illecita.
L’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud di New York starebbe quindi indagando sulla maggiore stablecoin per capitalizzazione di mercato.
Pensate che, come suggerito dal quotidiano, Tether consente ogni giorno lo scambio di 190 miliardi di dollari in USDT, muovendo un intera economia crypto.
Inoltre la maggior parte dei rally speculativi e dei movimenti al rialzo delle monete crittografiche vengono innescate dall’ingresso della liquidità in USDT.
La notizia stoppa il rally del mercato crypto
La cattiva notizia diffusa dal WSJ ha causato lo stop momentaneo del rally del mercato crypto, proprio mentre i prezzi stavano per spiccare il volo.
Bitcoin, che era sulla strada giusta per assaltare quota 70.000 dollari, è inciampato tornando momentaneamente sotto i 67.000 dollari.
Durante la notte ha toccato addirittura i 65.600 dollari durante una spike al ribasso, prima di riprendere leggermente terreno.
In poche ore dalla pubblicazione dell’articolo, la crypto ha perso circa il 4,4% delle quotazioni scatenando il panico sull’intera industria degli asset digitali.
Durante il crollo i volumi di mercato sono cresciuti in modo significativo, evidenziando la paura degli investitori per potenziali situazioni spiacevoli verso Teher.
Potenzialmente un cigno nero sulla stablecoin USDT potrebbe mettere in serie difficoltà l’intero setttore crypto, vista l’ampia diffusione della moneta.
Qui non si parla di stoppare un rally in corso, ma di affossare una serie di aziende e di privati che utilizzano USDT come asset principale per le loro attività.
Considerando una supply circolante di 120 miliardi di dollari, si intuisce facilmente che il suo fallimento avrebbe conseguenze dall’impatto catastrofico.
Nel frattempo, le scommesse su Polymarket sembrano ben lontane dal prevedere incidenti compromettenti su Tether.
Le probabilità di una sua insolvenza entro il 2024 sono quotate al 2%.
Paolo Ardoino nega le indiscrezioni all’evento crypto PlanB di Lugano
Subito dopo la pubblicazione dell’articolo del WSJ, Paolo Ardoino ha preso parola per cercare di ristabilire il rally positivo delle crypto.
Immediatamente il CEO di Tether ha riferito su X che non ci sono prove di un’indagine del DIpartimento di Giustizia USA contro la sua società.
Secondo il magnate delle stablecoin, il WSJ avrebbe pubblicato una grave fake news citando vecchie storie passate, già smentite dai fatti.
Il giorno seguente lo stesso Paolo Ardoino ha avuto l’opportunità di fare chiarezza sulla vicenda durante l’evento crypto Plan B di Lugano, in Svizzera.
L’amministratore delegato di Tether ha respinto le calunnie ed evidenziato l’impegno dell’azienda nel rispettare le regolamentazioni statunitensi.
Dal 2014 ad oggi Tether ha infatti aiutato le forze dell’ordine a recuperare circa 109 miliardi di dollari da attività informatiche illecite.
Ogni qualvolta USDT viene utilizzata per scopi criminali, gli addetti alla sicurezza della società “freezano” gli account dei soggetti coinvolti impedendo di essere spesi.
Ardoino ha anche ricordato che la società si trova in ottime condizioni finanziarie, soprattutto dopo gli ultimi dati sulle trimestrali.
Tether detiene circa 100 miliardi di dollari in titoli del Tesoro USA, da sommare a 82.000 Bitcoin e 48 tonnellate di oro.
Tutta questa ricchezza serve a garantire stabilità al prezzo di USDT, evitando potenziali depeg o situazioni spiacevoli.
Il rally di Bitcoin è ancora in corso
Nonostante gli incidenti di percorso registrati nel weekend, Bitcoin e le altre crypto del settore sono ancora nel pieno del rally rialzista dei prezzi.
La principale moneta crittografica ha già recuperato tutti i punti persi dopo il FUD diffuso dal WSJ, ed è ora scambiata a 68.800 dollari.
Al momento BTC si trova in fase di breakout con il target primario che è fissato sulla resistenza psicologica dei 70.000 dollari.
Anche le principali altcoin come ETH, SOL, e BNB hanno reagito positivamente riprendendo il trend positivo dei prezzi.
Più nello specifico, nelle ultime 24 ore vediamo ottime per performance da parte di token come OM, NEIRO, AAVE e RUNE.
Secondo i dati di CoinMarketCap, i volumi di scambio sono aumentati del 30% rispetto a ieri, riflettendo l’interesse degli investitori.
Come riportato invece da Coinglass, l’open interest delle borse future crypto è salito del 6,26%, nel mezzo del ritorno all’ottimismo.
Il rally dei prezzi, tipico durante il bull market, è ancora in corso ed è più forte di prima.
Il modo eccellente con cui Tether è uscita dalle accuse ha dato ancora più forza al mercato, che ora punta a traguardi più elevati.
Nonostante ciò la capitalizzazione dell’intera industria non è tornata del tutto ai valori di venerdì, con circa 200 miliardi di dollari di deficit.

