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La Russia investe nel mining di Bitcoin e diventa la seconda superpotenza al mondo per potenza di calcolo

Secondo fonti non certificate, la Russia è diventata la seconda nazione più grande al mondo nel campo del mining di Bitcoin, diventando il miglior contribuente di hashrate dopo gli Stati Uniti.

La notizia arriva a seguito di un investimento strategico del Paese, che ha deciso di costruire una grande mining farm in Etiopia e puntando ad un espansione nel settore crittografico.

Nel piano della Russia rientra anche un avanzamento di carattere normativo, che possa liberalizzare Bitcoin, il mining e le esportazioni.

Un ministro russo vorrebbe anche iniziare a concepire Bitcoin come merce rara, in modo simile al gas naturale.

Tutti i dettagli di seguito.

La Russia accorcia le distanze con gli Stati Uniti e diventa il secondo maggior produttore di hashrate nel mining di Bitcoin

La Russia negli ultimi mesi ha fatto evidenti progressi nel settore del mining di Bitcoin, iniziando ad investire pesantemente in hardware per trasformare il Paese in un hub minerario globale.

Poco fa è stata ultimato l’ultimo progetto del fornitore russo BitCluster, che aveva previsto di costruire un enorme data center da 120 megawatt (MW) in Etiopia, con un impianto che si estende per 30.000 metri quadrati nella capitale Addis Abeba, in concomitanza dei confini  della sottostazione di alta tensione di Kilinto.

Il data center costruito da BitCluster soddisfa i più avanzati requisiti dei moderni dispositivi di mining, godendo di un’alimentazione elettrica interrotta e di un uptime del 99%.

Gran parte dell’energia fornita per estrarre Bitcoin arriva dalla diga “Grand Thiotian Renaissance Dam” che con una capacità di 5,15 GW rappresenta il progetto più idroelettrico più grande mai avanzato in Africa.

Secondo voci di corridoio non ancora confermate da una fonte autorevole, con la costruzione di quest’ultima mining farm la Russia diventa a tutti gli effetti la seconda superpotenza mondiale nel mining di Bitcoin, superando così Cina, Kazakistan, Canada ed avvicinandosi a stretto contatto con gli Stati Uniti.

Secondo quanto possiamo confermare invece dagli ultimi dati offerti dal “Bitcoin Mining Council”, il Paese russo a gennaio 2022 rappresentava la quinta nazione più grande in termini di hashrate, con un’influenza del 4,66%.

Il tentativo di espansione della Russia nel comparto crittografico arriva di pari passo ad un forte cambiamento nel panorama normativo del Paese che sta cercando di liberalizzare bitcoin.

In particolare, qualche settimana fa il Ministero delle Finanze ha dichiarato pubblicamente di voler trattare la criptovaluta come una risorsa preziosa, diventandone uno dei maggiori produttori ed esportatori in maniera simile a quanto avviene con il gas naturale.

La Banca Centrale russa ha da sempre espresso i propri pareri negativi verso bitcoin ed il suo network, ma questa volta ha fatto intendere che non ostacolerà i lavori in corso.

La legalizzazione delle monete digitali potrebbe arrivare dunque  con un nuovo disegno legge, proprio nel momento in cui la Russia  diventa a sorpresa il secondo più grande produttore di potenza computazionale di mining.

Con uno status giuridico chiaro, aziende e privati ​​possono espandere con sicurezza le proprie operazioni di mining, contribuendo alla crescita del settore delle criptovalute in Russia.

Ora la crescita registrata dal Paese sovietico potrebbe presto essere presa come esempio da altre nazioni, che inizieranno a credere maggiormente nei vantaggi offerti dal mining di bitcoin.

L’impatto globale di questa decisione potrebbe potenzialmente modellare le politiche e le normative future, creando un quadro più coeso e standardizzato per il mondo in evoluzione delle risorse digitali.

Hashrate totale del network in crescita in vista dell’halving di aprile

Mentre la Russia si prepara a contendersi con gli Stati Uniti il ruolo di leader mondiale nel mining delle criptovalute, il network di Bitcoin si sta preparando al suo quarto halving che dimezzerà i premi di estrazione ai miners ad aprile di quest’anno.

Questo di fatto riduce del 50% il numero di BTC che si riescono ad estrarre, eliminando una parte sostanziosa dell’offerta che si sarebbe riversata potenzialmente sul mercato, ma limitando allo stesso tempo i guadagni dei minatori.

Ad ogni modo, nonostante la forza estrattiva minore, la Russia insieme ad altri grandi player sta spingendo per ottenere una quota sempre più alta di potenza computazionale.

La total hashrate del network bitcoin, in preparazione a questo evento epocale che avviene ogni 4 anni, sta crescendo in continuazione ed ha toccato pochi giorni fa un nuovo massimo storico a 597 EH/s.

russia bitcoin mining

Con l’aumentare dei contendenti della corsa all’oro digitale, aumenta anche la difficoltà con cui questa criptovaluta riesce ad essere estratta dalla rete crittografica.

Con una “difficulty” stimata attuale di 75,5T, risulta già difficile emergere come uno dei top minatori, in un contesto fortemente competitivo ed inasprito dalla centralizzazione verso le pool di mining che controllano la maggior parte dei blocchi generati.

Ad aggiungersi a tutto ciò nei prossimi giorni, esattamente il 15 febbraio, avverrà l’ennesimo aggiustamento della difficoltà della rete, che porterà la metrica a 82,52 T, essendo la produzione di ogni blocco in anticipo di 0,85 minuti nelle ultime due settimane rispetto al tempo medio target di 10 minuti.

russia bitcoin mining

La continua crescita dell’hashrate di bitcoin nonostante il programma di dimezzamento dei premi di estrazione previsto, è giustificata in parte dall’incremento di prezzo registrato da BTC negli ultimi 14 mesi che ha lievitato il profitto finale dei minatori.

Dall’altra parte un grande contributo è stato dato dall’avvento degli Ordinals, che ha aiutato a far guadagnare più fees ai miners, spingendo un guadagno extra all’estrazione del blocco, che per regole del protocollo rimarrà sempre fissa e verrà dimezzata ogni 4 anni.

A fine 2023 questo trend ha portato le commissioni medie per transazione della rete ad oltre 30 dollari.

average tx fee bitcoin graph
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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