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Il network di Bitcoin è in ottima forma: hashrate e difficulty ai massimi storici, cresce l’attività di mining

La rete Bitcoin appare molto forte in questo periodo, con l’attività di mining che registra una crescita costante insieme ai parametri di hashrate e difficulty. 

Questo scenario appare nonostante i prezzi delle principali criptovalute del settore non stiano regalando soddisfazioni agli investitori.

L’hashrate e la difficulty del network hanno toccato i loro massimi storici rispettivamente l’11 e il 14 giugno, dimostrando che c’è ancora interesse da parte dei miners.

Tutti i dettagli di seguito 

Bitcoin mining: l’hashrate è in crescita nonostante la price action ribassista di Maggio

Il mercato delle criptovalute sta ancora scontando la propria fragilità a livello speculativo con i prezzi dei principali asset in rosso nel mese di maggio, ma parallelamente abbiamo assistito ad un ulteriore incremento dell’hashrate di Bitcoin.

L’indice della potenza di calcolo del network più decentralizzato al mondo ha toccato un nuovo massimo storico di  515.61 exahash al secondo (EH/s), l’11 giugno all’altezza del blocco 793.868.

In media durante gli ultimi 2.016 blocchi l’hashrate ha mantenuto una media costante di 382,7 EH/s mentre negli ultimi 90 giorni la quota ha registrato un valore medio di 356,2 EH/S.

Il dato è molto positivo perché indica che c’è interesse da parte dei miners ad aumentare la propria quota nel mercato della forza computazionale per poter estrarre più BTC possibili.
Anche se il prezzo di Bitcoin non sembra entusiasmare negli ultimi 2 mesi c’è comunque chi continua ad accumulare, sia satoshi che potenza di calcolo.

I miner, specialmente le aziende più grandi, vogliono detenere a tutti i costi una fetta del network e per farlo aumentano costantemente la propria quota di hashrate.

Foundry USA è una mining farm che detiene circa il 30% di tutta la potenza computazionale della rete. Negli ultimi 30 giorni ha risolto circa 1.431 blocchi su un totale di 4.442 estratti, portandosi a casa 8.943,75 BTC dalla block reward, a cui vanno aggiunte le  più le fee di transazione.

A seguire le società che detengono più market share in questo contesto sono rispettivamente Antpool, F2pool, Viabtc, Binance Pool e Luxor Tech.

Mining: l’hashrate di Bitcoin segna un nuovo massimo storico mentre la difficulty del network si prepara ad un nuovo aumento

Mentre l’hashrate della rete Bitcoin continua a scalare nuove vette, anche la difficulty adjustment segna un nuovo massimo storico mentre si prepara ad un ulteriore aumento nella difficoltà di estrazione blocchi.

Nel dettaglio Il 16 giugno la blockchain ha raggiunto un livello di difficoltà pari a 224,8 zetahash, che rappresenta la quota di potenza di calcolo necessaria per riuscire a risolvere ed estrarre un blocco del network.


A ciò va aggiunto il fatto che in base alle previsioni il giorno 27 giugno il dato subirà un altro aumento stimato dal 2.1 al 2.33%

Essendo infatti  al momento il tempo medio di generazione di un blocco inferiore alle media di 10 minuti, più precisamente  in un intervallo che oscilla dagli otto minuti e 52 secondi ai nove minuti e 44 secondi, sarà necessario rendere più difficile tale pratica.

Si tratterebbe del quarto aumento consecutivo nella difficoltà di estrazione per i miners di Bitcoin.

Nel corso degli ultimi 3 aggiustamenti della difficulty dal 18 maggio 2023, la metrica è aumentata dell’8,8%.

Tempi medi di risoluzione dei blocchi così brevi sono giustificati dal fatto che i miners, nel tentativo di rafforzare la propria  quota di potenza di calcolo, stanno implementando hardware più potenti, in grado di calcolare più hash al secondo rispetto alle versioni precedenti.

Alcune ricerche mostrano che le mining pool più grandi stanno sfruttando piattaforme di mining ASIC (Application-Specific Integrated Circuit) che performano più di qualsiasi altro macchinario presente nel mercato.

Di per sé questo non è un problema per la rete Bitcoin visto che il meccanismo della difficulty regola e minimizza il rischio che queste entità riescano ad estrarre grosse quantità di BTC in un periodo di tempo troppo breve.

Chi tuttavia viene penalizzato è il piccolo miners domestico, che con dispositivi mediocri non riesce più ad essere profittevole. 

Quanto è profittevole il business dei miner

Non è semplice eseguire una stima precisa della profittabilità del mining di Bitcoin, per via dell’oscillazione continua di alcune variabili quali l’hashrate e la difficulty della rete.

Inoltre il guadagno atteso da chi pratica mining dipende anche dal costo dell’energia elettrica, che varia di paese in paese e può essere minimizzato tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili, che tuttavia hanno un costo alto di installazione.

Ci sono poi da aggiungere tutti i costi relativi agli hardware ( e al loro raffreddamento) che vanno implementati per riuscire a competere con il resto del mondo, che non sono assolutamente da sottovalutare, ed anzi corrispondo alla spesa maggiore per chi vuole cimentarsi nell’estrazione di criptomonete. 

Infine, non per ordine di importanza, c’è il prezzo di BTC, che essendo estremamente volatile non garantisce sicurezze da questo punto di vista

In tal senso non è possibile determinare con certezza quanto questa attività può essere redditizia, senza costentualizzare un minimo l’investimento iniziale dell’hardware, il costo dell’energia, i dati del network e la price action di BTC.

Quello che possiamo fare è dedurre che chi ha grossi capitali da investire e può pagare poco l’energia elettrica, e soprattutto non ha necessità di vendere mese per mese la propria quota di criptovalute minate, riuscirà sempre ad essere profittevole nel lungo periodo.

Molte mining farm infatti vendono solo una parte dei BTC estratti periodicamente, mentre tengono un’altra fetta in holding, pronti a scaricarla nel pieno del bull market.

Nell’ottica di individuare quanto questa attività sia profittevole possiamo inoltre calcolare la revenue (in USD e BTC) per ogni  exahash fornito alla rete.

Osservando il grafico di Glassnode possiamo facilmente capire che al momento per ogni exahash un miners riuscirebbe ad estrarre circa 2,48 BTC, che corrispondono ad un controvalore di 65.945 dollari.

Fermo restando che il valore di BTC, con ben sappiamo, può variare facilmente, questo è quello che si estrae in media al momento.

A questo punto cari lettori fate i vostri conti con il costo dell’energia elettrica, con il costo dell’hardware necessari per intraprendere l’attività ( e con il tempo necessario per produrre 1 exahash), e soprattutto non dimenticatevi del vostro amico chiamato “Stato” che vi chiederà gentilmente una tassa su quanto convertito in FIAT.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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