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COVID-19: in che modo incide sull’industria crypto

In questo momento, sarebbe difficile negare che viviamo in un mondo fondamentalmente diverso da quello in cui vivevamo prima di COVID-19, in cui anche l’industria crypto sta cambiando.

Una recente ricerca suggerisce di indagare sulla situazione attuale e di capire il motivo per cui le criptovalute sono state colpite dalla pandemia.  

L’autore della ricerca sottolinea che questo non è il nostro primo incontro con un coronavirus, in quanto il nuovo virus è strettamente correlato alla sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che si è diffusa in tutto il mondo nel 2002 e nel 2003. 

Quel virus ha contagiato circa 8.000 persone con 800 dei casi che hanno causato la morte. Ma si è presto estinto, soprattutto perché la maggior parte di coloro che sono stati infettati erano gravemente malati e quindi era più facile da controllare. Un’altra variante del coronavirus è la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers), presente sin dalla sua comparsa nel 2012. Ad oggi, ci sono stati circa 2.500 casi e quasi 900 decessi. 

Tuttavia, COVID-19 è significativamente diverso in quanto lo spettro della malattia è più ampio, con circa l’80% dei casi che portano a una lieve infezione. Ci possono essere anche molte persone portatrici della malattia e che non mostrano sintomi, il che rende ancora più difficile il controllo. Finora, circa il 20% dei casi di COVID-19 è stato classificato come grave e l’attuale tasso di mortalità varia tra lo 0,7% e il 3,4% a seconda del luogo e, soprattutto, dell’accesso a una buona assistenza ospedaliera.

In questo momento, una dashboard web interattiva del CSSE della Johns Hopkins University mostra che oltre 82mila persone sono state infettate in Cina, mentre il numero di casi confermati al di fuori del paese ha già superato il milione, prevalentemente in Italia, Spagna e Stati Uniti

Perché Covid-19 ha fatto crollare il mercato crypto

Con la sua rapida diffusione e la paura che suscita, COVID-19 ha di fatto bloccato l’economia globale, penetrando in tutti i settori dell’attività finanziaria, compreso il mondo della criptovalute.

In primo luogo, la discontinuità delle importazioni cinesi ha avuto un impatto diretto sull’economia di esportazione dei paesi di tutto il mondo. Questo ha avuto un effetto su molti settori rilevanti come il petrolio, i prodotti agricoli e i metalli. 

C’è stato un crollo dei prezzi del petrolio greggio di circa il 30% dopo che la Russia ha deciso di non sostenere il resto dei produttori di petrolio nella riduzione della produzione. A ciò ha fatto seguito un massiccio calo degli indici statunitensi di oltre il 6% insieme al rendimento dell’intero tesoro statunitense che per la prima volta nella storia è sceso al di sotto dell’1%. 

Allo stesso tempo, molti settori di attività ufficialmente considerati non essenziali stanno vivendo l’imminente minaccia di fallimento a causa della quarantena dei lavoratori, dei vincoli logistici, della diminuzione delle riserve, dell’insufficienza dei flussi di cassa e, di conseguenza, degli ostacoli alla concessione di prestiti e all’assistenza alla ristrutturazione del debito. 

Coronavirus e Mining crypto

Ciò include le compagnie di mining che non sono in grado di continuare a sostenere la loro attività in parte a causa, oltre ai fattori sopra menzionati, della limitata capacità di ricevere attrezzature per il mining da fornitori con sede in Cina e delle diminuzioni di prezzo di bitcoin nel corso delle ultime settimane. 

Alcune grandi piattaforme di mining sono programmate per chiudere una volta che il prezzo di bitcoin raggiunge determinati limiti minimi, e tornare alla piena funzionalità una volta che il prezzo del Bitcoin si riprende ad un certo livello. 

Poiché queste compagnie costituiscono il 65% dell’intera potenza di mining di BTC, questo influisce notevolmente sull’hashrate di Bitcoin, uno dei più importanti indicatori della sicurezza e della velocità di transazione della rete. Nel corso del mese di marzo, l’hashrate di BTC ha infatti toccato il suo tasso più alto quest’anno a 150 EH/s il 5 marzo, prima di precipitare a 105,6 EH/s appena 10 giorni dopo.

Nonostante le aspettative dei cittadini in termini di performance di bitcoin come bene rifugio che non avrebbe risentito dell’imminente crisi finanziaria, il tasso è crollato di circa il 50%. Il valore dell’intero mercato DeFi è sceso da oltre 1,2 miliardi di dollari a metà febbraio a 682 milioni di dollari oggi. 

Stando a CoinMarketCap, la prima valuta digitale, che costituisce circa il 65% del valore del mercato crypto, è ora scambiata a 7.100 dollari dopo aver iniziato l’anno a circa 7.000 dollari, riprendendosi dopo il crollo indotto dalla crisi che l’ha vista scendere al di sotto dei 4.000 dollari due settimane fa. 

Anche le altcoin si sono rivelate volatili: molte delle principali criptovalute hanno avuto una tendenza al ribasso tra il 30% e il 40%. In tali circostanze, non sorprende che gli investitori stiano decidendo di liquidare le loro criptovalute e scelgano di spostare i loro fondi in attività tradizionali come il contante, i titoli di stato e persino l’oro per proteggersi.

Questa rapida svendita è iniziata con il crollo del prezzo da 9.200 a 8.291 dollari nel primo fine settimana di marzo. Nel giro di un’ora sono stati liquidati 92 milioni di dollari di contratti BTC sulla piattaforma di derivati BitMEX. 

Dopo la cancellazione totale fino a 680 milioni di dollari di posizioni lunghe XBT/USD, il portale di dati CryptoCompare ha confermato l’inizio di un massiccio panic-selling con un’esecuzione media di oltre 11mila operatori che si sono liberati dei loro contratti long spot al secondo su 230 exchange crypto. Dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato ufficialmente COVID-19 una pandemia, il mercato crypto è regredito ulteriormente con prezzi in calo del 4% e del 7% per Bitcoin e altre top 20 valute digitali (ad eccezione delle stablecoins) nel giro di 24 ore dopo la dichiarazione. 

Tuttavia, come ritiene Mike McGlone, senior commodity strategist di Bloomberg Intelligence, la tendenza al ribasso delle criptovalute è temporanea e sia l’oro che bitcoindovrebbero riprendere vigore una volta che uno dei più rapidi cali nella storia dell’S&P 500 si sarà placato“. Pertanto, BTC potrebbe benissimo rimbalzare non appena l’oro tornerà a salire, e l’ascesa potrebbe essere spettacolare. 

Inoltre, l’autore sottolinea che il mercato crypto ha già affrontato movimenti così grandi. Ad esempio, nel 2017, quando il prezzo di BTC raggiunse il suo massimo record di quasi 20.000 dollari dopo aver iniziato l’anno a soli 998 dollari. 

Il 10 marzo 2017 il prezzo di bitcoin era salito a oltre 1.250 dollari, seguito da un improvviso calo del 30% a causa del fatto che la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense ha respinto l’iniziativa dei fratelli Winklevoss di un fondo di scambio Bitcoin (ETF). Tuttavia, alcune aziende sono riuscite ad imporre le proprie regole e hanno richiesto gli ETF prestando particolare attenzione ai fondi legati ai crypto futures, ed il prezzo di BTC si riprese abbastanza velocemente risalendo a 1.100 dollari nel giro di 3 ore fino a tornare alla normalità nel giro di pochi giorni. 

E la vera bull run ha preso il via, portando Bitcoin e gli altri asset a livelli senza precedenti. A metà dicembre, bitcoin raggiunse un picco di oltre 19,7 mila dollari, ma a questo punto si verificò un’altra massiccia caduta del 30% eliminando miliardi di dollari dall’intero mercato crypto in un colpo solo. Questo movimento è stata una delle più grandi correzioni di mercato della storia recente, e bitcoin è stato costretto ad iniziare il suo processo di guarigione cercando di superare gli 11.000 dollari.

Dunque, come possiamo vedere guardando i grafici storici del prezzo di bitcoin, le drammatiche cadute sono sempre corrette da una rapida crescita e viceversa. In questo particolare momento, l’autore cita diverse ragioni a sostegno della convinzione che il mercato crypto si riprenderà e addirittura supererà le sue fasi precedenti dopo che la minaccia del virus sarà stata neutralizzata.

Opportunità per le crypto

Per prima cosa, il denaro fisico sta già diventando obsoleto nel mondo digitale. E soprattutto ora, con il Covid-19 diffuso dal contatto umano, il pagamento contactless è la risposta ovvia. 

Questo pone le basi per l’adozione di massa delle criptovalute in mezzo al crollo dei mercati azionari. In parte per via della pandemia, i processi di regolarizzazione delle crypto sono già accelerati in paesi come la Germania e la Corea del Sud, così come l’adozione delle valute digitali da parte delle banche centrali, come nel caso dell’India. Anche in Iran c’è stato un forte aumento dell’acquisto di bitcoin, presumibilmente dovuto al fatto che gli orari delle banche si sono ridotti solo al mattino. 

Questo, insieme ai progetti Libra di Facebook e TON di Telegram, hanno il potenziale di portare le crypto nel mainstream entro i prossimi 2 anni, come suggerito dalla Deutsche Bank in un recente rapporto.

Un’altra tendenza positiva al momento è la crypto community che collabora per creare importanti enti di beneficenza che possono aiutare ad affrontare le conseguenze della pandemia. Giving Block ha recentemente creato la propria alleanza #cryptoCOVID19 per donare donazioni fatte in ETH e DAI per chi soffre di Coronavirus e altre malattie. Inoltre, un’organizzazione autonoma decentralizzata (DAO) chiamata Collab19 permette agli individui di acquistare 100 token, incassati su base settimanale, che possono essere ulteriormente utilizzati per aiutare la piattaforma a decidere quali enti di beneficenza sostenere con i loro rimanenti asset. 

Gli appassionati di crypto possono anche donare agli artisti con l’aiuto di Bandcamp o agli sviluppatori di modelli 3D di COVID-19 di Folding@Home, che stanno dando un grande aiuto nella ricerca di un vaccino. Pertanto, esiste un grande potenziale per le crypto non solo in termini di crescita, ma anche di aiuto nella lotta contro la pandemia.

Anche i volumi degli scambi over-the-counter (OTC) sono in crescita, afferma Michael Leon, un trader di Athena Investor Services con sede a Chicago. Ciò significa che i trader stanno entrando nel mercato e guadagnando posizioni sfruttando i prezzi bassi attuali. Il 1° marzo, gli exchange decentralizzati (DEX) su Ethereum hanno registrato il loro più alto volume di trading mensile, stimato in oltre 372 milioni di dollari per febbraio, il che rappresenta un aumento di oltre il 60% rispetto a gennaio, come ha riferito la società di analisi Dune Analytics di Ethereum. Il tasso di febbraio ha superato il volume record di 358 milioni di dollari registrato nel luglio 2019.

Oltre a tutti questi fattori, la domanda per le stablecoin, in particolare per Tether (USDT) e USD Coin (USDC), è aumentata a causa di un grande afflusso di fondi da parte di investitori e trader regolari che ora preferiscono utilizzare valute digitali stabili invece di operare con attività rischiose. Jeremy Allaire, CEO e co-fondatore di Circle, l’emittente di USD Coin, ha rivelato che USDC ha già raggiunto un nuovo livello record di 568 milioni di dollari in circolazione, twittando: “È affascinante vedere la ‘fuga verso la sicurezza’ all’interno del macro mercato crypto, ma anche la richiesta di liquidità USD di alta qualità per i mercati“.

Quindi, sulla base di queste circostanze, quello che all’inizio potrebbe sembrare il crollo delle crypto, in realtà potrebbe segnare l’inizio di un forte aumento dell’adozione delle criptovalute e del numero di nuovi investitori coinvolti nel mercato. Sebbene Bitcoin non abbia soddisfatto le aspettative in termini di solidità patrimoniale a causa della sua correlazione con i mercati azionari tradizionali, i quali hanno subito un drastico calo, l’industria crypto è cresciuta negli ultimi anni. L’autore ritiene che questa crisi non stia cancellando tutti i progressi che sono stati fatti e che potrebbe in realtà amplificarla dopo l’eradicazione della pandemia.

Il vincitore del premio Nobel e biofisico di Stanford, Michael Levitt, ritiene che gli Stati Uniti possano affrontare l’epidemia di Coronavirus meglio dell’Italia, dell’Iran e persino della Cina, dove si assiste a un calo del numero di casi confermati a causa delle misure di quarantena e di distanziamento sociale. Allo stesso tempo, anche le cifre relative all’Italia si sono abbassate, il che ha dato motivo di credere che l’epidemia abbia raggiunto il suo apice. La cosa più impressionante è che Levitt aveva previsto questo calo circa 3 settimane prima che si verificasse, quindi sembra abbastanza plausibile quando sostiene che dobbiamo controllare il panico e che andrà tutto bene.

Un altro approccio positivo viene dall‘Università di Oxford secondo cui, accettando che il numero reale di persone infette è più alto di quello che ci viene presentato, i ricercatori suggeriscono che è meno probabile che causi sintomi più gravi e che muti molto. Viene anche fatto notare che “se una percentuale più alta di persone ha già avuto il virus…, la sua diffusione intorno alle persone appena infettate rallenterà“. 

Spiega Peter Thielen, un genetista molecolare del laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University: “A questo punto, il [basso] tasso di mutazione del virus suggerirebbe che il vaccino sviluppato per la SARS-CoV-2 sarebbe un singolo vaccino, piuttosto che un nuovo vaccino ogni anno come il vaccino antinfluenzale”. Ci sono state anche alcune notizie rilevanti da Oxford che sostengono che i farmaci esistenti sono già stati testati su pazienti affetti da Coronavirus per verificare se possono essere efficaci contro l’infezione. 

Insomma, l’autore dimostra che ci sono forti ragioni per credere che il mondo supererà la pandemia e tornerà alla normalità pre-virus, sia finanziaria che personale. 

La ricerca mostra che la situazione non è particolarmente diversa nel mondo crypto, e coloro che cercano la migliore linea d’azione sembrano guardare al futuro e cercare gli effetti collaterali positivi di un mondo in crisi.

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