Chi usa bitcoin e quali sono le tipologie più comuni delle persone che posseggono BTC?
Innanzitutto va detto che il principale utilizzo di bitcoin non è come mezzo di pagamento, ma come riserva di valore. Pertanto non conviene concentrarsi su chi utilizza bitcoin come valuta transazionale, ma su chi invece lo acquista come investimento, o come protezione dai rischi di inflazione.
Da questo punto di vista bisogna distinguere tre tipologie distinte di utilizzatori:
- i privati cittadini,
- le aziende,
- gli istituti finanziari.
Per quanto riguarda le aziende, si hanno notizie di alcune che hanno acquistato BTC in quantità durante il 2020 proprio come riserva di valore a protezione dai rischi inflattivi.
L’azienda più nota che ha deciso di sperimentare questa soluzione è sicuramente MicroStrategy, che ha addirittura adottato bitcoin come riserva primaria.
Un’altra azienda che ha dichiarato pubblicamente di aver investito in bitcoin è Square, che però ha destinato a BTC solo una parte minoritaria delle sue riserve.
Per ora non sono molte le aziende che hanno deciso di intraprendere questo percorso, ma tutte quelle che dispongono di grandi riserve di dollari americani sono preoccupate per i rischi di svalutazione delle loro riserve a causa dell’inflazione, in particolare nei prossimi mesi o anni.
Pertanto tra queste c’è la prima tipologia di investitore in BTC.
Per quanto riguarda gli istituti finanziari spesso in realtà non si tratta di veri e propri investitori, ma di imprese che hanno deciso di offrire servizi legati a bitcoin, come ad esempio PayPal o Fidelity.
Tuttavia se da un lato ormai sono diversi gli istituti finanziari che offrono servizi legati a bitcoin, dall’altro sono ancora molto pochi quelli che hanno deciso di acquistare BTC per detenerli in portafoglio.
Il caso più celebre forse è quello di MassMutual, che ha acquistato bitcoin come investimento a lungo termine.
Anche in questi casi si tratta probabilmente di società che hanno grandi riserve di dollari americani, e sono in cerca di soluzioni per ridurre la perdita di valore che potrebbe essere causata da una futura impennata dall’inflazione.
Chi usa Bitcoin, l’identikit: uomo under 45
Per quanto riguarda invece gli investitori privati bisogna distinguere tra i professionisti della finanza, o i grandi investitori istituzionali, ed i piccoli investitori retail.
Sui primi le informazioni sono scarse, ma è ipotizzabile che gli investimenti in BTC siano ormai piuttosto diffusi un po’ ovunque. Forse solo i più tradizionalisti non hanno ancora preso in considerazione l’ipotesi di investire in bitcoin, ma i dati che riguardano ad esempio i volumi di scambio sui mercati tradizionali, come ad esempio il CME, suggeriscono che l’interesse potrebbe essere diffuso trasversalmente.
Invece per quanto riguarda gli investitori retail si possono estrarre informazioni analizzando ad esempio i dati relativi alle ricerche online.
Da questi emerge chiaramente che l’interesse più diffuso tra i bitcoiner retail sia proprio quello relativo ai servizi finanziari ed agli investimenti.
Questo non solo conferma l’ipotesi che bitcoin sia usato soprattutto come investimento, o asset speculativo, ma dato l’abisso che separa questo interesse dagli altri, è possibile affermare che il tipico bitcoiner retail sia fondamentalmente una persona interessata al mondo della finanza.
Anche analizzando gli interessi affini emerge come maggiore affinità quella con il mondo degli investimenti, ma in questo caso non c’è un abisso a dividere questa affinità dalle altre.
Tuttavia dalle altre affinità emerge un quadro troppo ampio per poter individuare altre caratteristiche del bitcoiner tipo, ma una in particolare risulta essere ricorrente: l’interesse per la tecnologia.
Quindi il bitcoiner retail spesso è una persona che si interessa di finanza, e magari anche di tecnologia.
Nell’85% inoltre pare essere maschio, ma sebbene il genere femminile sia rappresentato solamente al 15% circa, questa percentuale risulta essere in netta crescita ultimamente.
Anche nel caso dell’età il responso è piuttosto chiaro: il 41% sono millennial, con un’età compresa tra i 25 ed i 34 anni, mentre al 20% appartengono alla fascia di età appena superiore, ovvero dai 35 ai 44 anni.
In altre parole più del 60% dei bitcoiner retail ha trai 25 ed i 44 anni. Queste percentuali letteralmente crollano per le fasce di età superiori, mentre risultano esserci ancora un 16% di bitcoiner con un’età compresa tra 18 e 24 anni.
Quindi il bitcoiner medio è un maschio under 45 appassionato di tecnologia ed interessato alla finanza.
Il quadro risulta essere piuttosto chiaro, sebbene da questi dati emerga anche una certa trasversalità per quanto riguarda gli interessi e le affinità. Ovvero se su genere ed età il responso è netto, per quanto riguarda interessi ed affinità risulta essere molto più sfumato.