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Elon Musk accusato di insider trading per aver manipolato il prezzo di Dogecoin

Brutte notizie per Elon Musk che trova nuove accuse di insider trading a suo carico per aver manipolato il prezzo della criptovaluta Dogecoin in una serie di eventi dal 2021 ad oggi.

Tutta la simpatia dimostrata verso Dogecoin su Twitter potrebbe essere stata parte di una mossa architettata ad hoc dal CEO di Tesla, che ora rischia di scontare conseguenze legali per aver fatto pompare il prezzo della crypto.

Tutti i dettagli della news di seguito.

Elon Musk e le nuove accuse per manipolazione di mercato su Dogecoin

Ci risiamo: Elon Musk è stato accusato per la terza volta di insider trading per aver manipolato artificialmente il prezzo di Dogecoin attraverso una serie di azioni  che riguardano principalmente tutti i tweet in cui veniva elogiata la prima memecoin del mercato crypto.

In secondo luogo, Musk avrebbe sfruttato altre “trovate pubblicitarie” come l’apparizione al “Saturday Night Live” del 2021 e la promozione sui social di qualche influencer per trarre profitto dal trading di Dogecoin.

Le accuse sono state presentate il 31 maggio presso il tribunale federale di Manhattan da un gruppo di crypto investitori che, seguendo e modificando una precedente class action da 258 miliardi di dollari di giugno 2022, hanno intentato nuovi rimproveri al CEO di Tesla.

Da come evince dalla lettera depositata al tribunale, il soggetto interessato si sarebbe impegnato in un “percorso carnevalesco deliberato di abbaiamenti, manipolazioni di mercato ed insider trading”.

In particolare ciò che viene contestato a Musk è la legittimità della scelta di rimpiazzare per qualche giorno il logo dell’uccellino di Twitter con quello di Dogecoin, raffigurante il noto cane shiba inu.

Infatti, dopo quell’evento si è scoperto che il secondo uomo più ricco al mondo avrebbe venduto dal suo wallet personale, bag di Dogecoin pari a 124 milioni di dollari.

Gli avvocati di Musk, riguardo la causa di Giugno 2022 (la seconda) si erano difesi affermando che:

Non c’è nulla di illegale nel twittare parole di supporto o immagini divertenti su una criptovaluta legittima che continua a detenere una capitalizzazione di mercato di quasi $10 miliardi di dollari

Nel nuovo documento presentato a Manhattan si legge però una contestazione di questa vecchia affermazione, che secondo il gruppo di investitori danneggiati dalle manipolazioni di mercato, non sarebbe più credibile.

Ora la palla spetta al giudice distrettuale degli Stati Uniti Alvin Hellerstein, che come anticipato, molto probabilmente accetterà “l’amended compliant” ovvero la modifica dell’accusa precedente, aggiungendo che gli imputati non dovranno scontare pregiudizi.

Elon Musk paga cara la simpatia nei confronti di Dogecoin

Elon Musk si trova dunque nuovamente sotto i riflettori per aver contribuito illegalmente alla crescita del prezzo di Dogecoin, sui cui ovviamente avrebbe tratto profitto dal trading.
Non stupisce affatto la notizia ai più, che si sono accorti dell’ambiguità con cui Musk aveva trattato la memecoin.

Nel mirino degli investitori che hanno fatto causa al Ceo di Tesla c’è una particolare attenzione nei confronti della vicenda in cui Musk avrebbe inserito il logo di Dogecoin sulla home page di Twitter.

Tale scelta, che in difesa a Musk farebbe parte di un “gesto di simpatia”, avrebbe fatto salire il prezzo di $DOGE di oltre il 22% in una sola ora di contrattazioni sul mercato.

Grafico orario del prezzo di Dogecoin (DOGE/USDT)

La crypto nelle ore e nei giorni successivi ha attraversato una fase di distribuzione che fondamentalmente ha annullato tutto il pump precedente, scenario tipico delle manipolazioni di mercato.

Nell’accusa presentata a Manhattan, vengono citate le transazioni on-chain e l’indirizzo che presumibilmente apparterrebbe a Musk, che dimostrano l’impeccabile timing del multimiliardario nell’aver scaricato le sue posizioni proprio a seguito del pump della crypto.

Questa volta Elon potrebbe davvero pagare a caro prezzo le sue azioni se solo il giudice gli contestasse l’aspetto del “divertimento e della simpatia”.
Gli investitori coinvolti nel caso affermano che:

La pretesa di Musk che la promozione di Dogecoin fosse solo un divertimento ben intenzionato, non destinato a essere preso sul serio, non è credibile

Ad essere onesti, credo che nessuno di noi abbia mai creduto che dietro alle gesta di Musk non ci fosse un doppio fine, visto e considerando che il suo profilo twitter conta più di 140 mln di followers.

Vedremo nei prossimi mesi come seguiranno le vicende giudiziarie del caso. 

Focus sul prezzo di Dogecoin

La criptovaluta DOGE rappresenta la prima memecoin per capitalizzazione di mercato con un valore complessivo di oltre 10 miliardi di dollari.

Al momento il prezzo della crypto è di 0,0717  dollari con un volume nelle ultime 24 ore di 165 milioni di dollari.
Analizzando il grafico del cane preferito da Elon Musk possiamo vedere come ora il prezzo si trova schiacciato la media mobile a 60 periodi su time frame daily, restando tuttavia appoggiato sopra  il supporto dei 0,065 dollari.

Molto interessante il fatto che ad ogni pump improvviso del prezzo, oltre ad esserci stato sempre lo zampino di Musk, è seguito un rapido declino.

Questo, come accennato in precedenza, è tipico degli scenari in cui una o più whale manipolano il prezzo di un asset attraverso tecniche di influenza sociale.

Grafico giornaliero del prezzo di Dogecoin (DOGE/USDT)

Attualmente DOGE presenta un drawdown dai massimi storici registrati a maggio 2021 di oltre il 90%.

Non è facile farsi un’idea della futura direzione dei prezzi per questa criptovaluta: di mezzo ci sono troppe variabili, come l’influenza di Musk e la vicenda della SEC che considera Dogecoin una security.

Quello che è certo è che in momenti di insicurezza e di instabilità dei mercati, gli investitori preferiscono restare alla larga dagli asset più speculativi come DOGE. 

D’altro canto il trend delle memecoin si è rifatto vivo poche settimane fa grazie alla comparsa e all’apprezzamento della crypto PEPE; che si è conquistata in breve tempo la simpatia dei degens del mondo crypto.

Tutto ciò non fa altro che fortificare questa asset class, che pur rimanendo priva di caratteri fondamentali, non può essere ignorata.

Molto probabilmente, quando i mercati torneranno ad essere più liquidi e con volumi di contrattazioni degni di nota, anche le memecoin come DOGE torneranno alla loro fase di apprezzamento.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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