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Il crypto exchange FTX cerca di recuperare 71 milioni di dollari dalle sue filiali filantropiche

Dopo 7 mesi dal fallimento del crypto exchange FTX, il gruppo di ristrutturazione cerca in tutti i modi di recuperare gli asset sparpagliati dall’azienda all’interno delle sue varie filiali.

Questa volta è toccato a “FTX Philantropy”, organizzazione non-profit che avrebbe ricevuto in modo” poco trasparente” circa 71 milioni di dollari da Alameda Research e dall’exchange di criptovalute ormai defunto.

Vediamo insieme i dettagli della notizia.

Il trustee del crypto exchange FTX vuole recuperare fondi dal braccio filantropico della società

Le ultime crypto news parlano della volontà da parte trustee del defunto exchange FTX di recuperare parte dei fondi incanalati dall’azienda in attività di carattere filantropico prima del crash di novembre 2022.

L’attuale CEO di FTX, John J. Ray III, e la Kroll Restructuring Administration stanno cercando di riottenere quanto possibile dagli asset persi da Sam Bankman Fried, senza tralasciare le donazioni illegittime svolte con i soldi dei clienti.

Secondo quanto evince infatti da un documento depositato in tribunale mercoledì 19 luglio, la precedente amministrazione del crypto exchange andato in bancarotta, avrebbe sperperato una lauta somma in denaro in donazioni ed attività filantropiche.

In totale sarebbero stati inviati circa 71 milioni di dollari a società di scienze della vita come Lumen Bioscience Inc. e Platform Life Sciences Inc, attraverso il pretesto di una reale e concreta generosità, finanziata tuttavia da denaro altrui.

Con la scusa di aiutare i meno fortunati e sovvenzionare la ricerca scientifica per la prevenzione e la preparazione a virus e a pandemie, SBF e il tuo staff avrebbero in realtà puntato a migliorare la propria immagine, con ovvi riscontri positivi sul lato business.

Secondo quanto citato dagli avvocati nel deposito:

“Pur pretendendo di effettuare questi investimenti per scopi altruistici, Bankman-Fried in realtà ha perseguito queste transazioni perché credeva che così facendo avrebbe generato buona volontà e accumulato capitale politico e influenza per se stesso”

Questa notizia è arrivata dopo che lo stesso trustee ha cercato di recuperare 700 milioni di dollari pagati da FTX per corrompere funzionari politici americani e finanziare campagne elettorali. 

A tal proposito, in questa faccenda è coinvolto anche un ex funzionario dell’exchange, Ryan Salame (arrestato la settimana scorsa dall’FBI) che avrebbe donato oltre 650 mila dollari alla sua ragazza Michelle Bond, nonché candidata repubblicana al distretto congressuale di Long Island.

Inoltre, John Ray III starebbe cercando di riprendere anche i 323 milioni presenti nel braccio europeo dell’ex piattaforma di scambi.

Non è ancora chiaro se la società incaricata della ristrutturazione del crypto exchange FTX e della liquidazione dei debitori sarà in grado di recuperare tali asset.

Nel complesso la somma  in questione non sembra essere così ingente da preoccupare gli investitori truffati, visto e considerando che è stata già aperta la piattaforma ufficiale per effettuare il claim degli asset persi durante il crash della piattaforma.

Ad ogni modo la dirigenza di FTX ed il gruppo di creditori affiliati non stanno guardando in faccia a nessuno e cercano di recuperare la somma massima possibile, in vista anche e delle spese legali maturate in questi mesi.

La vita sfarzosa di Sam Bankman Fried e dei dirigenti di FTX prima del crash

Prima della bancarotta del crypto exchange FTX, il suo fondatore Sam bankman Fried svolgeva una vita estremamente lussuosa, sprecando giorno dopo giorno i soldi dei suoi clienti.

Non solo, dunque, favoreggiamenti politici, corruzioni e donazioni per farsi bello davanti gli occhi del grande pubblico, ma anche un appagamento materiale per l’impero che si era costruito.

Pochi giorni dopo il suo arresto a dicembre dello scorso anno, sono emersi i dettagli dello sfarzo in cui vivevano SBF e i dirigenti della società.

Le carte emerse in quel periodo mostravano come la sola filiale delle Bahamas di FTX avrebbe speso circa 40 milioni di dollari in 9 mesi per hotel, viaggi e cibo.

In particolare da gennaio fino a settembre 2022, il crypto exchange ha speso 15,4 milioni di dollari solo per permettere al proprio staff di alloggiare in hotel di lusso.

Sam Bankamn Fried, invece, viveva nelle Bahamas in un attico da 30 milioni di dollari.

Tra le spese folli troviamo anche 7 milioni di dollari utilizzati solo per intrattenimento e per servizi di catering.

Inoltre, è stato evidenziato come siano stati sperperati anche ulteriori 4 milioni di dollari per voli e spedizioni di pacchi.

A tal proposito, secondo quanto riferito dal Financial Times di Londra, il crypto exchange FTX avrebbe firmato un accordo privato con una compagnia aerea per far partire gli ordini di Amazon da un deposito di Miami.

Il tutto, perchè la società di spedizioni non effettua consegne dei pacchi alle Bahamas.

Tutti i dipendenti dell’exchange poteva contare addirittura di una dotazione completa di macchine e carburante illimitato, oltre che a viaggi gratuiti in tutto il mondo, sempre sottolineando, a spese dei clienti truffati.

Per rendere l’idea di quanto SBF si sia arricchito fraudolentemente con la sua piattaforma di scambi, possiamo citare lo sfizio che si è tolto nel 2022 quando acquistò un yacht da 40 milioni di dollari.

Come ciliegina sulla torta c’è da considerare poi, che nonostante il soggetto abbia orchestrato una delle truffe più grandi della storia con l’exchange crypto FTX, è riuscito addirittura ad evitare il carcere pagando una cauzione da 250 milioni di dollari.

Chissà da dove aveva preso tutti quei soldi…

Fonte: Fox News Digital
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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