Da ieri sta circolando una notizia secondo cui Amazon avrebbe stretto una nuova crypto partnership con Ripple.
Sebbene la notizia non sia completamente falsa, occorre fare un po’ di chiarezza a riguardo, onde evitare che venga interpretata scorrettamente.
Summary
Il sito ufficiale di Amazon e la notizia sulla crypto partnership con Ripple
In effetti sul sito web ufficiale di Amazon è stata pubblicata una pagina intitolata esplicitamente “AWS Partner Profile: Ripple”.
AWS sta per Amazon Web Services, ed è una controllata di Amazon che fornisce servizi di cloud computing.
Sebbene AWS possa sembrare solamente una specie di orpello di Amazon, invece è la responsabile della maggior parte dei profitti del gruppo.
Il gruppo Amazon fattura più di 500 miliardi di dollari all’anno, ma non ha utile. Questo perchè le spese totali sono maggiori delle entrate, anche se AWS fa eccezione.
Amazon Web Services fattura 80 miliardi all’anno, ma con quasi 23 miliardi di dollari di utile. Ovvero non ci fosse AWS il gruppo Amazon sarebbe in profondo rosso, mentre invece in questo modo ripiana quasi tutte le sue perdite.
Pertanto AWS è una parte essenziale del gruppo Amazon, ed una partnership con Ripple è qualcosa di molto importante.
Crypto: il problema sulla news tra Amazon e Ripple
Sebbene da tutto ciò la notizia che sta circolando in questi giorni possa sembrare corretta, in realtà si è scoperto che questa pagina fu pubblicata tre anni fa, a giugno del 2020. Da allora non è mai stata sostanzialmente modificata.
Oltretutto a dicembre dello stesso anno Ripple fu denunciata dalla SEC, e sebbene questa causa si è conclusa con la vittoria di XRP, il giudice ha di fatto decretato colpevole Ripple.
Va ricordato che Ripple è la società privata che ha creato l’omonima criptovaluta, poi successivamente rinominata XRP e diventata un po’ più decentralizzata.
Quindi non solo non si tratta di una notizia nuova, ma risale anche ad un momento storico molto diverso da quello attuale.
Nel frattempo AWS ha fatto enormi passi in avanti nel mondo crypto, tanto che ancora a luglio ha lanciato dei nuovi strumenti.
L’evoluzione del settore crypto
Il fatto è che in questi tre anni, che hanno visto anche l’inizio e la fine di una nuova grande bullrun, molte cose sono cambiate all’interno del settore crypto.
Uno dei cambiamenti maggiori è stato il boom di alcune blockchain nuove che nel 2020 o non esistevano ancora, oppure erano ancora semi-sconosciute.
Il panorama nel frattempo è completamente cambiato, tranne che per Bitcoin, con ad esempio Ethereum che ha abbandonato la Proof-of-Work per la Proof-of-Stake e la nascita di molti second layer come Polygon, Arbitrum e Optimism.
In altre parole ciò che a giugno 2020 aveva un significato, a settembre 2023 potrebbe non averlo più, oppure avere un significato differente.
Ad esempio ad agosto 2020 il CEO di Ripple dichiarò che la società stava ricalcando le orme della stessa Amazon, mentre oggi un’affermazione tale sembrerebbe solamente un’assurdità.
AWS ormai collabora con molte blockchain differenti, e con diversi partner crypto, come ad esempio Avalanche con cui è stata stretta una partnership a gennaio di quest’anno.
Quindi non solo la notizia è vecchia, ma la sua portata va anche fortemente ridimensionata alla luce di ciò che è accaduto dal 2020 ad oggi, e soprattutto alla luce dello scenario attuale, molto più ricco di partnership con società crypto.
Il ruolo di XRP
Nella pagina del sito web ufficiale di Amazon si accennava anche a XRP, immaginando un suo qualche possibile utilizzo ad esempio per favorire la liquidità.
A giugno 2020 il prezzo di XRP era di circa 0,2$, saliti a quasi 0,7$ prima della causa della SEC.
In seguito il prezzo salì a 1,6$ durante la grande bullrun del 2021, ma solo per poi tornare a 0,3$ nel giugno dell’anno scorso.
Dopo la vittoria nella causa contro la SEC era risalito a 0,8$, ma di recente è risceso sotto gli 0,5$.
Il valore attuale quindi è di gran lunga superiore a quello di giugno 2020, ma è inferiore a quello di novembre dello stesso anno.
Da notare che durante l’ultima bullrun il picco massimo è rimasto ben sotto il massimo storico di 3,8$ toccato a gennaio 2018, ed ormai è da maggio dello stesso anno che oscilla tra gli 0,2$ e gli 0,8$, tranne che durante la bull run del 2021.