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Crypto frode: l’ex CTO di FTX, Gary Wang, ammette di aver falsificato il valore del fondo assicurativo dell’exchange

Il 6 ottobre una corte federale degli Stati Uniti ha interrogato l’ex CTO di FTX, Gary Wang, per chiarire alcuni aspetti relativi alla crypto frode messa in atto da Sam Bankman Fried e dal suo team durante l’intero arco di vita dell’exchange.

Ciò che è emerso e che più fa scalpore durante la testimonianza di Wang è che il braccio destro di SBF aveva falsificato i dati relativi al fondo assicurativo della piattaforma di scambi in crypto, che sarebbe servito per coprire eventuali perdite degli utenti durante eventi di liquidazione.

Il numero dichiarato sul sito web dell’exchange era, infatti, decisamente più alto rispetto a quello realmente presente all’epoca.

La situazione per l’ex CEO di FTX si complica ancora di più, visto e considerando anche le direttive che diede ai suoi dipendenti per oscurare le perdite della società tramite Alamea Research.

Vediamo insieme tutti i dettagli della notizia.

Nuove scoperte sul caso della crypto frode di FTX: Il valore del fondo assicurativo indicato sul sito web dell’exchange era falso

Pochi giorni fa Gary Wang, ex CTO di FTX, ha testimoniato davanti a una corte federale degli Stati Uniti per chiarire alcuni punti legati alla crypto frode di Sam Bankman Fried.

Wang, compagno di classe di SBF al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e co-fondatore della piattaforma di scambi in crypto andata ormai in bancarotta, ha raccontato alcuni aneddoti che potrebbero mettere ulteriormente nei guai il suo vecchio amico.

Davanti ai federali ha infatti dichiarato di aver falsificato, sotto ordine di Bankman-Fried, il valore relativo al fondo assicurativo di FTX, che sarebbe servito per coprire eventuali perdite degli utenti durante eventi di massicce liquidazioni improvvise.

Il dato, indicato pubblicamente sul sito web dell’exchange e più volte pubblicizzato dal banco di scambi stesso, era stato scritto con python e indicava semplicemente numeri casuali nel front-end.

L’ammontare complessivo del reale fondo a disposizione di FTX, era decisamente inferiore rispetto al valore pubblicato. Tutto ciò contribuisce a complicare ancor di più la storia della più grande frode in crypto messa in atto fino ad ora.

Pensate che a febbraio 2021, FTX stessa si era vantata di aver raggiunto il controvalore complessivo di 100 milioni di dollari all’interno del suo fondo a garanzia delle perdite dei propri utenti.

Durante il processo, l’accusa ha interpellato Wang chiedendo come se l’importo del fondo fosse accurato. L’ex CTO di FTX ha risposto così:

“No. Per prima cosa, non esiste alcuna FTT nel fondo assicurativo. È solo il numero USD. E, due, il numero elencato qui non corrisponde a quello presente nel database.

Un documento del processo del 6 ottobre mostra il presunto codice utilizzato per generare le dimensioni del cosiddetto “Fondo Backstop” o fondo assicurativo pubblico”

L’accusa a questo punto ha chiesto come se il valore falsificato del fondo fosse o meno casuale, e come si fosse giunti ai valori pubblicati duranti gli ultimi anni di attività dell’exchange. Questa la risposta di Wang:

“Innanzitutto, la riga 16 dice qual è il nome di questa funzione. Riga 17, riceve il quotidiano: riceve il volume totale degli scambi delle ultime 24 ore su FTX. Poi alla riga 19 si prende quel numero, lo si moltiplica — poi lo si moltiplica per un numero casuale che è intorno a 7500 e poi si divide il risultato per un miliardo. Questo è un numero che viene aggiunto al numero visualizzato sul sito web.”

Pur avendo compiuto illeciti penale, chi rischia grosso in questo contesto è proprio Sam Bankman Fried, in quanto CEO della società durante le frodi commesse e in quanto ordinante della falsificazione dei dati relativi al fondo assicurativo.

Il ruolo di Alameda Research e dei collaboratori di SBF nella vicenda

Come accennato in precedenza, in questo capitolo della crypto frode di FTX, non fu Sam Bankman Fried a scrivere il codice che indica il valore del fondo assicurativo dell’exchange, ma ordinò a Gary Wang di occuparsene.

Quest’ultimo, insieme all’’ex direttore dell’ingegneria di FTX Nishad Singh e all’ex CEO di Alameda Research Caroline Ellison, aveva avvisato SBF dei rischi che l’exchange stesse correndo durante il 2021 e 2022 viste che le uscite della società erano decisamente superiori alle entrate, che provenivano principalmente dalle trading fees della piattaforma.

Infatti, alla fine dei conti, la falsificazione del fondo per le emergenze rappresentava uno degli illeciti  minori messi in atto da SBF visto e considerando come venivano gestiti i capitali dei clienti di FTX che confluivano nella piattaforma.

Durante la testimonianza di Wang è emerso che Bankman Fried aveva ordinato ai suoi stretti collaboratori di implementare una funzione di saldo “allow_negative” nel codice di FTX che permettesse ad Alameda Research (fondo speculativo gemello dell’exchange) di prelevare tutta la liquidità che volesse, senza alcun tipo di limite.

Non è finita qui: durante il processo si è scoperto anche che nel 2021 un trader aveva sfruttato un bug nel sistema dei margini di FTX aprendo una posizione smisurata in MoblieCoin e causando perdite per centinaia di milioni di dollari a FTX. 

In questo caso SBF disse a Wang di far sì che Alameda si assumesse le perdite visto che i bilanci di quest’ultima erano più privati rispetto a quelli dell’exchange.

Dunque Alameda Research rappresentava un fondo con cui SBF riusciva a coprire gran parte dei crimini finanziari che commetteva, evitando che la crypto frode venisse a galla per diversi anni.

Wang, Singh ed Ellison, tutti e tre compagni storici di Bankman Fried ed ognuno possessore di una quota di FTX e di Alameda Research hanno seguito le indicazione della mente criminale senza mai esitare fino al 2022, arrivando però a preoccuparsi quando notarono che Alameda doveva 11 miliardi di dollari (denaro dei clienti) all’exchange.

Tutti e 3 ora rischiano di essere perseguiti penalmente e chiusi in carcere per diversi anni insieme al loro amico e compagno del MIT.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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