HomeCriptovaluteBitcoinUltime crypto news: il Giappone suggerisce di diversificare gli investimenti con Bitcoin

Ultime crypto news: il Giappone suggerisce di diversificare gli investimenti con Bitcoin

Le ultime crypto news in Giappone vedono il più grande fondo pensionistico governativo del Paese (GPIF), che gestisce asset per 1,5 trilioni di dollari, iniziare a considerare la diversificazione dei propri investimenti con Bitcoin.

Dopo che la legislazione giapponese ha permesso ai fondi di custodire direttamente Bitcoin, il GPIF ha allargato i propri orizzonti valutando eventuali ingressi su asset rischiosi e non convenzionali.

Dopo gli ETF in USA, la partecipazione istituzionale a Bitcoin sembra ormai essere destinata a crescere.

Tutti i dettagli di seguito.

Crypto news: un fondo pensionistico in Giappone esplora nuove strategie di diversificazione con Bitcoin

Ieri il GPIF, il fondo pensionistico governativo più grande del Giappone, ha sganciato una news bomba annunciando pubblicamente di star valutando possibili investimenti strategici in Bitcoin, nell’ottica di diversificare il proprio portafoglio e trarre beneficio dall’esposizione verso un asset class volatile.

Tale rivelazione è arrivata nel momento stesso in cui il fondo sollecitava informazioni e idee utili riguardanti attività illiquide, come per esempio oro, foreste e terreni agricoli, come parte del suo impegno verso la ricerca della costruzione di un portafoglio diversificato che vada oltre ad azioni ed obbligazioni.

Il fondo giapponese ancora non ha fatto il proprio ingresso su Bitcoin ma quest’ultima mossa potrebbe segnalare in anticipo l’imminente esposizione verso la valuta digitale

Storicamente, il GPIF ha mantenuto un approccio conservatore nei confronti degli investimenti, favoreggiando segmenti di attività con un profilo di rischio basso.

Ad ogni modo, dopo che il governo del Giappone ha esplicitamente segnalato la volontà di addentrarsi verso il mondo degli asset digitali, con il primo ministro Fumio Kishida che ha dato la possibilità ai fondi di investimento di detenere in prima persona di criptovalute, l’entità governativa pensionistica ha scelto di puntare sul progresso tecnologico e sui nuovi trend della finanza globale.

Si tratta di un passo significativo verso l’integrazione delle risorse digitali come Bitcoin all’interno del tessuto economico del Paese.

Nell’annuncio del GPIF di ieri possiamo leggere testuali parole da parte dei gestori del fondo:

“Oltre alle conoscenze di base sugli asset oggetto della fornitura di informazioni, stiamo anche cercando informazioni su come i fondi pensione esteri li incorporano nei loro portafogli e sui casi di investimento reali”

Secondo le ricerche del fondo giapponese, Bitcoin rappresenta un asset molto rischioso e volatile, ma che funge da hedge contro l’inflazione, assolvendo un ruolo simile a quello dell’oro ma con performance grafiche migliori.

Inserire una piccola percentuale dell’allocazione dei propri portafogli su Bitcoin potrebbe dunque giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento di ottimi risultati nel lungo periodo.

Ricordiamo che il GPIF gestisce le pensioni di oltre 67 milioni di cittadini giapponesi, con investimenti che sono al 97% coperti in obbligazioni e azioni per mantenere un profilo di rischio medio-basso.

La diversificazione su asset speculativi come Bitcoin rappresenta un cambiamento sostanziale per un investitore istituzionale di questo calibro che gestisce asset multi miliardari. 

Nei prossimi mesi, se la news si tradurrà poi in azione e il fondo inizierà ad acquistare Bitcoin, l’impatto sui prezzi potrebbe essere significativo.

Cresce l’interesse istituzionale per Bitcoin dopo gli ETF negli Stati Uniti

Dopo che gli ETF Bitcoin spot sono arrivati negli Stati Uniti, le istituzioni di tutto il mondo hanno iniziato a considerare l’eventuale possibilità di un investimento su Bitcoin.

La news della volontà del GPIF in Giappone di esplorare soluzione di diversificazione in criptovalute rappresenta solo al ciliegina sulla torta di un movimento iniziato ormai a fine trimestre 2023, quando a Wall Street qualcosa iniziava a bollire in pentola nel campo del fondi di investimento.

Sempre più entità pubbliche e private, che gestiscono e investono il patrimonio dei propri clienti, stanno valutando di inserire una minima parte della propria allocazione nella moneta crittografica in questione, definita più volte da Larry Fink e da altri esperti come “oro digitale”.

Appena qualche giorno fa, il gestore patrimoniale WisdomTree nonché uno degli emittenti ETF più noti nel settore, ha rivelato che secondo i suoi studi Bitcoin può migliorare il profilo di rischio/rendimento di un portafoglio diversificato.

Nel report pubblicato, poi diffuso online dalle news dei media, leggiamo che il fondo consiglia un’esposizione pari all’1% se si ha un sentiment neutrale su Bitcoin, mentre per un atteggiamento più proattivo è consigliabile un’allocazione più elevata (fino al 5%).

Essere invece contrari a Bitcoin significherebbe per WisdomTree ignorare una delle migliori opportunità di profitto sui mercati degli ultimi decenni, assumendosi un rischio ben peggiore rispetto alla prospettiva neutrale.

È chiaro che con il passare del tempo sempre più istituzioni, con sede in tutto il mondo, inizieranno a fare le stesse valutazioni di GPIF e di WisdomTree in quanto sono semplicemente i risultati a parlare e mostrare cosa significa essere esposti, seppur in minima parte, su Bitcoin.

Ormai la criptovaluta ha raggiunto una posizione di rilievo rispetto al resto delle asset class internazionali, abbandonando la nomea di moneta dei criminali per passare ad essere inquadrato come store of value digitale.

La vera adozione mainstram per Bitcoin deve ancora arrivare: siamo soltanto agli inizi di una fase parabolica che vedrà includere la moneta crittografica nella maggior parte dei migliori portafogli di investimento istituzionale.

Tutto ciò contribuirà ancor di più a togliere dal mercato supply, spingendo sempre più in alto il suo prezzo verso nuovi orizzonti ancora inesplorati.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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