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Terra: dalla nascita al declino del progetto

Nel seguente articolo verrà visto cosa si nasconde davvero dietro ad uno dei maggiori fallimenti della storia delle criptovalute: l’ecosistema Terra. 

Quando due settimane fa circa è crollato tutto l’ecosistema dietro al progetto Terra e alla sua stablecoin UST, il mondo delle criptovalute ha subito un vero e proprio terremoto. Per un momento si è temuto che questo crollo potesse provocare un vero e proprio sconquasso nel mondo crypto e in particolar modo in quello delle stablecoin.

progetto terra luna
Tutta la storia del progetto Terra-Luna, dalla nascita al fallimento

Come è nato il progetto Terra

Fondata nel 2018 fa dai coreani Daniel Shin e Do Kwon, Terra è un protocollo su cui venivano sviluppate sempre più piattaforme di pagamento, localizzate a livello geografico in particolare nella regione Asia-Pacifico. 

Si tratta di una blockchain nata per facilitare i pagamenti globali e decentralizzati. Per fare ciò la società che ha creato il progetto, la coreana Terraform Labs, ha emesso due stablecoin, UST e KRT, ancorate rispettivamente al Dollaro USA e al Won Coreano grazie a un algoritmo basato sulla fornitura di LUNA.

La blockchain è subito diventata un catalizzatore di molti progetti legati soprattutto alla finanza decentralizzata e in poco meno di un anno, la quotazione del suo token nativo, LUNA, è balzata da 1 dollaro a $42, entrando nelle prime quindici criptovalute maggiormente capitalizzate.  

Il token, nelle mente dei suoi creatori, doveva servire per stabilizzare i prezzi delle due stablecoin del progetto. I possessori di LUNA potevano anche partecipare e votare in merito alle proposte di governance nella rete, secondo il sistema del Proof-of-Stake.

Come è iniziato il crollo

Il 9 maggio, però, la stablecoin principale, UST, ha perso il suo ancoraggio al dollaro, provocando in poche ore il crollo dell’intero ecosistema e determinando una perdita di circa 60 miliardi di dollari.

Il prezzo di LUNA è rapidamente sceso praticamente a zero, mentre la stablecoin veniva valutata a fine giornata a circa 0,13 centesimi di dollaro.

Difficile capire le ragioni precise di un simile crollo repentino, anche se alcune avvisaglie di quello che poi è accaduto si erano già avute ad Aprile. Il crollo è stato certamente determinato dalla stablecoin UST che ha perso l’ancoraggio al dollaro, determinando a catena il fallimento di tutto il progetto. 

Le stablecoin rappresentano una sorta di compensazione del mercato delle criptovalute proprio perché esse dovrebbero essere garantite da riserve in valuta fiat. Questo presupposto evidentemente non esisteva per UST, che è una stablecoin algoritmica. Essa si basa su un particolare codice, per mantenere il suo ancoraggio al dollaro. 

Nei sei mesi precedenti il crollo TerraUSD (UST) veniva acquistata a man basse dagli investitori a causa dei suoi rendimenti altissimi, fino al 20%, cosa che poi si è dimostrata assolutamente insostenibile, perché avvicinava la moneta ad uno strumento altamente speculativo e quindi andava contro alla stessa teoria che sta alla base delle stablecoin. 

Secondo alcuni questo assomigliava molto da vicino ad un classico schema Ponzi, considerando che il progetto non poteva assolutamente garantire simili rendimenti.

Sulla base dei dati ricavati nel mese di aprile, alcuni grandi investitori avrebbero preso in prestito Bitcoin per acquistare UST, quando poi questi grandi investitori hanno deciso di rientrare dalle loro posizioni, coprendosi, il prezzo della stablecoin è iniziato a scendere. Questo ha provocato un effetto a valanga di vendite massicce, che hanno portato al crollo della stablecoin e del token LUNA.

Analisi e pensieri degli esperti prima del crash

Joey Krug, co-chief investment officer del fondo Pantera Capital, ha detto in un’intervista alla CNBC che loro hanno venduto circa l’87% della loro posizione in LUNA ed UST, da gennaio 2021 ad aprile 2022. Pantera ha poi venduto un altro 8% a maggio una volta che è stato chiaro che il sistema sarebbe potuto crollare.

Stuti Pandey, risk partner presso Farmer Fund, ha affermato che:

“Quello che l’ecosistema Luna ha fatto è stato avere una politica monetaria molto aggressiva e ottimista che funzionava praticamente quando i mercati andavano molto bene, ma avevano una politica monetaria molto debole per quando incontriamo mercati ribassisti”.

Il crollo di UST ha accresciuto le preoccupazioni del mondo finanziario, che da tempo sollevano dubbi sulla tenuta di tutto il sistema delle stablecoin a cominciare dalla più grande, Tether, sulla cui solidità in termini di riserve sono state più volte sollevati forti dubbi.

Sam MacPherson, ingegnere presso MakerDAO e co-fondatore della società di progettazione software Bellwood Studios, sostiene che: 

“Il modo in cui queste stablecoin algoritmiche sono progettate, hanno questa forza al rialzo durante i mercati rialzisti, ed è così che diventano così popolari. Ma le stesse forze agiscono al contrario durante i mercati ribassisti ed espongono i loro difetti fondamentali. Quindi questo è alla fine ciò che ha innescato l’incidente”.

Nei giorni scorsi ad aggravare, se possibile, il quadro è arrivata anche la notizia di un possibile riciclaggio di 4,8 milioni di dollari, operato da Terraform Labs, tramite una consociata coreana, che secondo alcuni sarebbe una società di comodo.

Terra tenta di rinascere dalle ceneri nonostante tutti i dubbi e perplessità 

Attualmente i tanti sostenitori di Terra stanno provando a rilanciare un nuovo progetto chiamato Terra 2.0, con un nuovo token, listato anche su Binance. La nuova crypto che ha esordito il 28 maggio a 29 dollari, in pochi minuti è sceso a 7 dollari, per poi stabilizzarsi intorno ai 6 dollari, segno tangibile che la fiducia posta nel nome Terra è messa ormai in seria discussione.

Adesso quello che molti esperti prevedono, sarà una probabile nuova stretta sulla regolamentazione delle criptovalute per evitare che si possano ripetere episodi simili. 

Inoltre, la senatrice Elizabeth Warren aveva ribadito alla Commissione del Tesoro del Senato la necessità di una precisa regolamentazione per i mercati delle stablecoin, che ha definito come la “linfa vitale” per il pericoloso, a suo dire, mercato della DeFi.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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