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Vitalik Buterin: il Merge ridurrà il consumo mondiale di elettricità dello 0,2%

Vitalik Buterin ha affermato via Twitter che il Merge di Ethereum ha ridotto l’utilizzo globale di energia dello 0,2%, uno dei più grandi eventi di decarbonizzazione di sempre.

La grande mossa “green” di Vitalik Buterin: “The Merge”

Con un tweet sul suo profilo il 15 settembre, giorno del lancio ufficiale del nuovo aggiornamento Merge di Ethereum, il fondatore Vitalik Buterin ha affermato che il nuovo aggiornamento ridurrà il consumo di elettricità mondiale dello 0,2%.

Secondo molti esperti si tratterebbe del principale evento di risparmio energetico e sostenibilità mai realizzato. Come anticipato da mesi il nuovo aggiornamento avrebbe ridotto il consumo energetico di Ethereum del 99,9% e le emissioni di anidride carbonica del 99,992%. 

La diminuzione significa che la rete ora emette meno anidride carbonica (CO2) rispetto a poche centinaia di famiglie statunitensi durante un intero anno di consumo di elettricità, secondo un nuovo rapporto del Crypto Carbon Ratings Institute (CCRI). Si tratta di un primo importante passo verso quella sostenibilità che da tempo si richiede ad un settore altamente energivoro come quello delle crypto.

Basti pensare che Bitcoin consuma circa 707 kWh di elettricità per ogni transazione, che è 11 volte quella di Ethereum. Nel 2022 il consumo medio di energia per ogni transazione con Bitcoin può essere assimilabile a centinaia di migliaia di transazioni con carta Visa. Secondo alcuni recenti calcoli, il mining di Bitcoin ogni anno consuma la stessa quantità di energia di un Paese come i Paesi Bassi o l’Argentina. 

Il passaggio di Ethereum al Proof of Stake

Prima del suo passaggio al sistema di consenso PoS, una singola transazione Ethereum utilizzava circa 200 kilowattora (kWh) di elettricità, paragonabile a quanto consuma in media la famiglia media degli Stati Uniti in 6  giorni.

Il Merge, tanto voluto da Vitalik Buterin, ha modificato il sistema di consenso da PoW, molto dispendioso in termini energetici e poco sostenibile, a PoS, che riduce del 99,9% i consumi di elettricità.

Il fondatore di ConsenSys, Jospeh Lubin, che ha anche co-fondato Ethereum, ha affermato:

“Siamo lieti di aver commissionato questo rapporto al CCRI, che conferma l’impatto dell’unione di Ethereum come probabilmente il più grande sforzo di decarbonizzazione di qualsiasi settore nella storia”.

Sul fattore consumo energetico e sostenibilità delle criptovalute era intervenuto in passato anche Elon Musk che aveva per questo motivo deciso di non permettere il pagamento di Bitcoin delle sue auto, come invece deciso in precedenza.

 A fine 2021, Musk aveva rivelato:

“Le criptovalute rappresentano una buona idea sotto diversi profili e crediamo che abbiano un futuro promettente, ma questo non può essere perseguito a spese dell’ambiente”.

Il crypto mining nel mondo, diverse fonti di energia

Per risolvere questa problematica molti miner di criptovalute hanno deciso di utilizzare sistema di energia da fonti rinnovabili per rendere più sostenibile la loro attività, compresa quella geotermica, come vorrebbe fare El Salvador, sfruttando l’energia dei suoi tanti vulcani presenti nel Paese. Ma i risultati per ora sono stati di entità modesta, e in un momento in cui il costo dell’energia è salito alle stelle, il problema sta diventando sempre più urgente.

Molti miner di Bitcoin, per questo motivo, si sono trasferiti in luoghi come il Texas o il Kazakistan, dove le materie prime in abbondanza permettono costi dell’energia ancora relativamente contenuti.

Ma sicuramente la vita per i miner di criptovalute soprattutto alla luce del nuovo aggiornamento operato da Ethereum, rischia di diventare sempre più difficile. Ethan Vera, chief operations officer della società di servizi minerari Luxor Technologies, ha twittato la scorsa settimana che “il 20% -30% dei minatori di ETH ha trovato una nuova casa temporanea tra le altre blockchain, il resto è chiuso”. 

Lo stesso ordine esecutivo firmato da Biden a marzo conteneva specifiche indicazioni sull’eccessivo consumo energetico dell’attività di mining negli Stati Uniti. Molti Paesi hanno già vietato o comunque fortemente limitato l’attività di mining a causa del suo eccessivo consumo energetico. Ma le stesse farm di mining, per ovviare al rialzo dei costi di energia sembrano aver optato per riunire le forze in farm sempre più grandi, che possono così avere economie di scala in grado di diminuire il peso dei gravosi costi dell’elettricità delle loro macchine.

Il furto da 3,3 milioni di dollari

Mentre Ethereum festeggia la riuscita del lancio ufficiale di quello che, secondo alcuni, potrebbe essere l’innovazione destinata a cambiare radicalmente tutto il settore delle criptovalute, un hacker avrebbe sottratto, due giorni fa, 3,3 milioni di dollari da più indirizzi Ethereum, utilizzando un nuovo sistema chiamato Profanity.

Sembra che gli hackers abbiano approfittato di una falla nel sistema legata ai cosiddetti “ vanity addresses”. Questi indirizzi soffrirebbero di una vulnerabilità che consentiva agli hacker di estrarre chiavi private, secondo un precedente rapporto di 1inch.

Il furto da 3,3 milioni di dollari ha destato molte perplessità, anche perché avvenuto il giorno dopo del nuovo aggiornamento. Molti esperti di cyber sicurezza hanno affermato di sospettare che gli hacker malintenzionati possano essere stati a conoscenza del problema di sicurezza in anticipo.

Tal Be’ery, responsabile della sicurezza e Chief Technology Officer di ZenGo, ha affermato:

“Sembra che gli aggressori si siano seduti su questa vulnerabilità, cercando di trovare quante più chiavi private possibile di indirizzi vanity vulnerabili generati da volgarità prima che la vulnerabilità venisse nota. Una volta esposti pubblicamente di 1 pollice, gli aggressori hanno incassato in pochi minuti da più vanity address”.

Il problema della sicurezza era stato già evidenziato come un possibile rischio del nuovo aggiornamento, anche se le opinioni su questo tema erano assai discordanti poiché molti sostenevano che invece il nuovo sistema avrebbe reso molto più difficile l’opera dei malintenzionati. Ma questo hackeraggio potrebbe far sorgere nuovi dubbi sulla sicurezza della rete.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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