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Mercato del crypto Staking liquido di Ethereum dominato da Lido per il 30%: emergono i timori di un’eccessiva centralizzazione

Negli ultimi giorni, la crypto community di Ethereum sta mostrando le proprie preoccupazioni riguardo la crescita del potere di Lido Finance nel mercato dello staking liquido che potrebbe portare ad un elevata centralizzazione nella rete.

In particolare, il timore è che il meccanismo di organizzazione delle transazioni racchiuse in un blocco possa essere manipolato dai validatori di Lido in futuro.

Per rispondere a questi pericoli, 4 fornitori di staking liquido hanno adottato uno stratagemma per limitare il potere dei validatori: Lido però non ci sta e decide di proseguire per la sua strada. Cosa ci aspetta da questa delicata situazione?

Tutti i dettagli di seguito.

Crypto: Il dominio di Lido nel mercato dello staking di Ethereum

La piattaforma “Lido Finance” sta battendo ogni record affermandosi come leader indiscusso nel settore dello staking liquido di Ethereum,  dove mantiene il primato di piattaforma preferita dai crypto investitori.

Sin da quando Ethereum ha aperto le porte dello staking passando dal POW al POS, tutti coloro che non avevano 32 ETH da dedicare al protocollo ufficiale per il consenso della chain hanno scelto di utilizzare piattaforme di terze parti per generare uno yield sul proprio deposito.

Queste piattaforme inoltre offrono una criptovaluta “liquida”, il cui controvalore è identico (quasi) a quello depositato, con cui poter ottenere rendite aggiuntive in DeFi.

Anche Binance, Coinbase e Kraken hanno adottato questo modello di staking, offrendo ai propri clienti un metodo per partecipare al POS della chain bloccando i propri ether direttamente sull’exchange e ricevendo in cambio un token di garanzia.

Lido è sicuramente la più famosa tra le applicazioni decentralizzate che offrono alla community di Ethereum un servizio del genere, e vanta un TVL di 14,117 miliardi di dollari.

Complessivamente su Lido troviamo la bellezza di 8.551.078 ETH delegati, con un totale di  267.000 validatori e un marketshare del 32,4%.

Seguono per il 29,2% entità non identificate che probabilmente partecipano allo staking direttamente su Ethereum 2.0, Coinbase con l’8,6%, Binance con il 4,52% e Figment con il 4,13%.

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Da un anno a questa parte il protocollo ha più che raddoppiato la propria quota di TVL passando da 6,95 miliardi di dollari alle cifre attuali.

Neanche il collasso dell’exchange di criptovalute FTX ha ostruito la strada a Lido, che ha recuperato il calo sistematico in pochi mesi tornando più forte di prima.

Durante tutto il 2023 la piattaforma ha continuato la scalata verso la monopolizzazione del settore dello staking liquido, aiutata anche dall’apertura dei prelievi sulla piattaforma ufficiale Ethereum 2.0.

Durante quell’evento, gran parte degli stakers che avevano bloccato i propri ether per oltre 2 anni sul protocollo senza possibilità di redeem, hanno scelto di passare a soluzioni liquide come Lido per incrementare le proprie rendite.

Le proposte di 4 fornitori di staking liquido su Ethereum per limitare il potere dei validatori

Vista la supremazia raggiunta da Lido nel mercato dello staking liquido di Ethereum, diversi progetti crypto competitor che offrono lo stesso servizio del primo in classifica hanno promesso di impegnarsi per ridurre il rischio di centralizzazione della rete.

Nel dettaglio Rocket Pool, StakeWise, Stader Labs, Diva Staking e Puffer Finance si stanno mobilitando per garantire che nessuno di loro possiederà più del 22% di quote di mercato nello staking di Ethereum.

Qualche protocollo ha già annunciato il suo impegno all’auto limitamento mentre altri hanno espresso il proprio supporto alla causa dicendo che prenderanno provvedimenti a breve.

Molti esperti della community di Ethereum, come lo sviluppatore Superphiz, il coordinamento tra diversi attori in questo contesto risulta fondamentale affinché la chain abbia successo in futuro.

Una polarizzazione troppo ingente di stakers che delegano i propri ETH e dunque il proprio potere consensuale nelle mani di un singolo individuo potrebbe creare dei problemi nel sistema di validazione dei blocchi con conseguente organizzazione arbitraria delle transazioni in un blocco. Nulla a che vedere con il funzionamento della rete e la capacità di elaborare transazioni

La cifra dell’auto limite al 22% è stata scelta poiché per essere d’accordo sullo stato di Ethereum e procedere alla finalizzazione è necessario un consenso del 66%.

Se guardiamo tuttavia ai numeri che registrano le piattaforme di staking liquido menzionate, notiamo come tale soglia sia ancora molto lontana dall’essere raggiunta: Rocket Pool ha una marketshare del 3% e StakeWise dello 0,3%, mentre Stader Labs Diva Staking e Puffer Finance non arrivano nemmeno allo 0,1%.

Optare per questo blocco non è sicuramente la soluzione definitiva ad un “problema” molto grande ma è di sicuro un primo passo verso una presa di coscienza collettiva.
Secondo molti esperti è follia pura pensare che Lido da solo detiene il 33% di tutti gli ETH messi in staking.

Invece molti altri credono che questa sia la normale legge del mercato e che non si possa impedire ad un protocollo che sta avendo successo di diminuire i propri profitti.

D’altronde parliamo di incentivi economici: non c’è etica che possa battere questa pulsione naturale verso il denaro.

Lido non è d’accordo e va per la sua strada: rischio di centralizzazione per il meccanismo di organizzazione dei blocchi su Ethereum

Mentre i pesci piccoli del mercato dello staking su Ethereum optano per l’auto limitamento della propria quota di mercato, Lido non ci pensa nemmeno e decide di proseguire per la sua strada affermandosi come principale protocollo crypto della DeFi.

Già a giugno, infatti, una proposta di governance di un utente della piattaforma aveva chiamato in causa gli holders della crypto LDO per votare riguardo una possibile limitazione.

I risultati sono stati ovviamente (viste le ragione economiche) a sfavore della proposta con il 99,81% dei partecipanti che ha votato per non introdurre soglie limite al potere del protocollo.

Solo lo 0,19% della community si era espresso a favore di questa proposta.

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La questione Lido apre uno dei dibattiti più accesi e interessanti nella storia di Ethereum dopo la storia del fork della chain dopo l’hack del 2016.

Sebbene quello che sta facendo Lido sia del tutto regolare con le “regole” di Ethereum, è ovvio che se dovessimo proseguire in questa direzione il rischio di collasso dell’ecosistema diventerebbe troppo grande.

Raggiungendo il 66%, Lido riuscirebbe a decidere autonomamente l’organizzazione  delle tx all’interno di un blocco potendo sfruttare le innumerevoli opportunità di profitto che ne scaturirebbero. 

Il tutto si tradurrebbe in una perdita di valore per la chain che si vedrebbe di fatto governata da un’unica entità, andando in contrasto con i tanti amati principi di decentralizzazione e di libertà finanziaria.

Ovviamente neanche Lido vorrebbe un finale del genere, tuttavia potrebbe generare un’enorme mole di denaro prima che il mondo abbandoni l’ecosistema Ethereum.

C’è che ipotizza come soluzione a questo problema l’introduzione di sanzioni per protocollo come Lido che mettono a repentaglio il consenso della rete.

Nella modesta opinione dell’autore di questo articolo, riprendendo le parole di Alessandro Mazza in un suo recente tweet, la soluzione è “mobilitare le DAO e le grandi whale”.

I big player dello staking di Ethereum dovrebbero riflettere e passare ad una soluzione alternativa, che pur garantendo uno yield minore, preserverebbe un ecosistema che rappresenta la nostra futura casa nel web3.

Signori, aprite gli occhi ed uscite dal monopolio LIDO.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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