Secondo l’ultimo aggiornamento del servizio di analytics on-chain Nansen, i liquidatori dell’ormai defunto crypto exchange FTX stanno ultimando le vendite delle monete rimanenti sui bilance della società.
Proprio ieri, infatti, sono state trasferite svariate criptovalute come MATIC, USDC, GALA, SUSHI e DYDX dai wallet di FTX/Alameda agli scambi centralizzati Binance, Coinbase e Okx, molto probabilmente nell’intento di venderle per fiat.
In totale negli ultimi giorni sono stati trasferiti 219 milioni di dollari in crypto asset, di cui 108,3 milioni di token appartenenti a catene EVM e 110,7 milioni di SOL.
A proposito di SOL,a partire da metà ottobre il suo prezzo è salito significativamente ed è ora tornato ai livelli pre-collasso di FTX con una capitalizzazione da oltre 18 miliardi di dollari. Allo stesso exchange, che fino a novembre 2022 rappresentava il maggior investitore del progetto, rimane ancora una scorta da 5,6 milioni di SOL da liquidare.
Questo impatterà negativamente sul prezzo della crypto?
Lo scopriamo in questo articolo.
Summary
Nansen: 219 milioni di dollari in crypto trasferiti da FTX su scambi centralizzati in appena 8 giorni
Il fornitore di analytics on-chain avanzate Nansen, ha pubblicato su X un aggiornamento riguardo il processo di liquidazione delle crypto ancora in possesso dell’exchange FTX, collassato miserabilmente lo scorso anno.
FTX trading Ltd e la società di ristrutturazione fallimentare “Kroll Restructuring Administration” stanno infatti procedendo a vendere tutti gli asset rimanenti nei portafogli dell’ex società di Sam Bankman Fried, in modo da poter risarcire tutti i creditori della faccenda.
L’attuale CEO di FTX, John Ray III, sta probabilmente sfruttando l’ultimo rally rialzista del mercato crypto per ottenere liquidità aggiuntiva sui bilanci aziendali dell’exchange.
Ieri, Nansen si è accorta di una serie di movimenti on-chain, in cui svariati token custoditi sui cold wallet di FTX erano stati trasferiti su scambi centralizzati come Binance, Coinbase ed Okx per un valore complessivo di 16,8 milioni di dollari.
Tra questi possiamo citare i depositi di MATIC da 6,3 milioni di dollari, dYdX da 2,6 milioni di dollari verso, SUSHI da 1,6 milioni di dollari, GALA da 1,35 milioni di dollari e USDC da 1 milione di dollari.
Complessivamente, se consideriamo solo i trasferimenti con un controvalore superiore a 1.000 dollari, possiamo osservare come dal 25 ottobre sino ad oggi, siano stati effettuati movimenti per 108,3 milioni di dollari di token appartenenti a blockchain EVM compatibili.
Tra gli asset più importanti in termini di valore sul mercato troviamo RNDR, MATIC, USDC, ETH, LINK, GRT, DYDX e BAND.
L’holding più grande posseduta da FTX non è tuttavia presente nella tabella seguente, in quando non rientra nella categoria dei token EVM: parliamo di Solana (SOL).
Se consideriamo anche l’ammontare di SOL liquidati recentemente, il bottino incassato da Kroll ammonta a 219 milioni di dollari.
Da sottolineare poi come l’exchange possiede ancora una bag da 5,6 milioni di SOL, di cui 4 milioni sono bloccati in staking, mentre i restanti 1,6 milioni (sbloccati recentemente), devono ancora lasciare i wallet dell’azienda.
Molto interessante infine riportare un dato pubblicato da Nansen, secondo cui il controvalore complessivo degli asset sposati recentemente da FTX/Alameda abbia registrato oggi una differenza positiva di 15,8 milioni di dollari rispetto al 1° ottobre, quando il mercato crypto era ancora debole.
Dopo le indiscrezioni riguardo l’imminente approvazione dell’ETF bitcoin spot di BlackRock, BTC ha guidato il rialzo dell’intero mercato crypto, portando indirettamente anche ad un incremento del valore delle holding di FTX.
Tra le monete che hanno osservato un aumento di prezzo maggiore, troviamo RNDR, MATIC e LINK.
L’impatto di queste transazioni sul mercato crypto e sul prezzo di SOL
In molti credono che le liquidazioni di FTX possano impattare pesantemente sul mercato crypto, portando il prezzo di diverse monete a precipitare visto le enormi quantità di monete detenute dall’exchange.
In realtà, possiamo confermare che rispetto ai volumi di scambi registrati sugli exchange Binance, Coinbase ed Okx, i fondi che devono essere venduti non sono poi cosi ingenti.
Prendiamo come esempio i dati di Nansens citati nel paragrafo precedente, inerenti ai trasferimenti effettuati ieri verso gli scambi centralizzati.
Pur ipotizzando infatti che tutti i 9,9 milioni di MATIC siano stati venduti su Binance, notiamo come ieri siano stati scambiati complessivamente 94 milioni dello stesso token nel pair con USDT.
Sebbene si tratti del 10,5% del volume giornaliero( senza considerare altre coppie di scambio di BTC, ETH, BNB e stablecoin), questo non ha avuto alcun effetto negativo sul prezzo di MATIC che ieri ha registrato un +5,27%.
Sempre ieri, da FTX sono stati depositati su Binance 1,14 milioni di DYDX , che corrispondono all’11,5% del volume spot giornaliero nel pair con USDT: anche in questo caso nessun effeto negativo, anzi DYDX è cresciuta del 2,90%.
Non facciamo poi paragoni sui volumi con SUSHI, che ieri è salita di oltre il 47% nonostante FTX stesse proseguendo a venderne 2 milioni di unità.
In linea generale possiamo concludere che le liquidazioni di FTX non hanno portato ad effetti negativi immediati sul mercato.
Inoltre, dobbiamo tenere a mente che il mercato tende a prezzare in anticipo questi avvenimenti, dunque se le vendite dell’exchange avessero dovuto impattare sul prezzo delle monete, i deprezzamenti sarebbero già avvenuti nei mesi precedenti.
Discorso leggermente differente per SOL, il cui valore sta esplodendo a rialzo ed è arrivato ieri a toccare quota 46,90 dollari, raggiungendo un livello che non si osservava da agosto 2022. La capitalizzazione di mercato della crypto ha superato i 18 miliardi di dollari.
Adesso, visto e considerando che rimangono ancora 5,6 milioni di SOL in mano ad FTX e che i volumi medi di scambio giornalieri registrati su Binance (pair SOL-USDT) nell’ultima settimana ammontano a “solo” 7,89 milioni di SOL, possiamo ben capire come gli effetti di liquidazione immediata potrebbero essere più visibili rispetto al resto delle holding.
Ad ogni modo, prima di creare falsi allarmismi, dobbiamo tenere in considerazione il fatto che l’attuale gestione di FTX, difficilmente venderà in un solo giorno l’intera fornitura di monete e che probabilmente deciderà di venderne a lotti.
Inoltre, esiste la possibilità che questi scambi avvengano OTC, in modo da non impattare direttamente sul prezzo di SOL.
Attualmente 4 milioni di SOL sono in staking, mentre solo 1,6 milioni sono vendibili sul mercato.
Di conseguenza, anche se l’holding di FTX della moneta di Solana è significativa si ritiene probabile che anche in questo caso, le liquidazioni non porteranno ad effetti indesiderati.