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Digital Currency Group (DGC) e Genesis arrivano ad un accordo per gestire il piano di rimborso: nel frattempo il crypto lender fa causa all’exchange Gemini

Digital Currency Group, anche noto con l’acronimo DGC, e il crypto lender Genesis, specializzato in servizi per clienti istituzionali, hanno raggiunto un accordo dopo che quest’ultimo aveva chiesto il rimborso di molteplici prestiti per un totale di oltre 600 milioni di dollari.

A seguito di una serie di contenziosi legali, le due società che in passato hanno collaborato a stretto contatto prestandosi diverse volte cifre in denaro molto elevati, sono giunte ad una soluzione che risulta vantaggiosa per entrambe le parti.

DGC fino ad ora ha già sborsato 227,3 milioni di dollari, ma dovrà pagare altri 275 milioni di dollari in 3 rate entro aprile del prossimo anno.

Nel frattempo gli avvocati di Genesis sembrano non voler fermarsi qui e presentano una causa a Gemini per “trasferimenti preferenziali”.

Tutti i soldi recuperati saranno utilizzati per risarcire i creditori della piattaforma, che da gennaio di quest’anno attendono di rivedere i propri fondi indietro.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Digital Currency Group (DGC) raggiunge l’accordo con la società di crypto investimenti istituzionali Genesis

La saga Genesis continua: questa volta il crypto lender  può festeggiare l’arrivo di nuova liquidità dopo che è stato raggiunto un accordo strategico con  il partner Digital Currency Group (DGC).

Per chi non conoscesse questa delicata storia, Genesis a gennaio di quest’anno ha  presentato istanza di fallimento Chapter 11 nel Distretto meridionale di New York con un deficit da 3,4 miliardi di dollari.

Nel tentativo di saldare i pesanti debiti e ristrutturare la società, quest’ultima avrebbe chiesto a tutti i propri debitori, tra cui proprio DGC,  di rimborsare prestiti effettuati in precedenza.
In totale la somma dovuta dal venture capital di Standford, che vanta nel suo portfolio associazioni di lustro con compagnie come Grayscale Investments, ammontava fino a poco fa a circa 620 milioni di dollari.

Ad oggi, dopo che è stato saldato un primo importo di 227,3 milioni di dollari, Digital Currency Group e Genesis sono arrivate finalmente a concordare un patto per la liquidazione dei debiti rimanenti, evitando così lunghi e stancanti procedimenti giudiziari.

L’accordo consiste in un acconto iniziale di 35 milioni di dollari  e una trattenuta di 10 milioni di dollari dalla vendita del sito di informazione Coindesk (precedentemente in mano a DGC), venduto poco fa a Bullish, exchange di criptovalute gestito dall’ex presidente dale Borsa di New York (NYSE) Tom Farley.

Inoltre altri 275 milioni di dollari saranno pagati in 3 rate, con scadenza programmata ad aprile, con versamenti in dollari americani e Bitcoin.

Facendo un paio di conti, possiamo facilmente accorgerci che con questi pagamenti Digital Currency Group non rimborserà completamente il debito, ma allo stesso tempo aiuterà Genesis ad aumentare la liquidità in suo possesso in vista di una ristrutturazione delle proprie operazioni.

Tutto ciò sarà svolto nell’intento di  “valutare il percorso più efficace per preservare gli asset e portare avanti l’attività.”, come scritto in un recente comunicato stampa del crypto lender.

In  questi contesti di natura fallimentare, il fattore tempo gioca a volte un ruolo molto importante perché permette da un lato di evitare il pagamento di consulenze legali  e dall’altro mette le aziende nelle posizioni di poter ripagare i propri debitori e passare al riavvio del proprio business.

I creditori di Genesis, che aspettano indietro i propri fondi da gennaio, potranno ricevere verosimilmente una somma compresa tra il 70% ed il 90% di quello che gli spetta, secondo una fonte interna a Coindesk. 

Non sono state svelati dettagli sulle tempistiche di questi risarcimenti.

Genesis fa causa a Gemini per  “trasferimenti preferenziali”

Mentre Genesis e Digital Currency Group fanno pace e giungono ad un accordo per la restituzione di una somma enorme di denaro, ecco che gli avvocati del crypto lender caduto in bancarotta intraprendono un’altra crociata giudiziaria, questa volta contro Gemini.

Ai tempi dell filing del chapter 11, Genesis doveva all’exchange dei fratelli Winklevoss un totale di 900 milioni di dollari, i quali sono maturati a 1,6 miliardi di dollari vista la crescita del prezzo delle azioni GBTC utilizzate come collaterale dalla stessa società.

Questi fondi avrebbero dovuto fruttare un interesse agli utenti di Gemini che avevano investito nel programma earn, ma da le turbolenze registrate in casa  Three Arrows Capital (3AC), su cui Genesis era esposta finanziariamente, le cose si sono complicate enormemente.

Ora Genesis sostiene che la stessa Gemini abbia  effettuato trasferimenti preferenziali di un “importo lordo complessivo non inferiore a circa $ 689.302.000” causando loro dei grandi danni. 

L’exchange di Tyler e Cameran Winklevoss è stato dunque citato in giudizio dal suo ex partner commerciale, che ha chiesto al giudice di “correggere questa ingiustizia” in una mossa che non nasconde pietà e solidarietà.

In particolare Gemini avrebbe effettuato “prelievi senza precedenti” poco prima che Genesis dichiarasse fallimento contribuendo a spaventare la crypto community e a generare una “corsa agli sportelli“. 

Durante un periodo di 90 giorni noto come periodo di preferenza, i Gemelli avrebbero poi chiesto  il rimborso dei prestiti precedenti concessi al crypto lender.

Questi trasferimenti poco corretti sono stati considerati ora come “evitabili” e basati su “informazioni e convinzione” che Genesis fosse “insolvente

Pochi giorni fa Gemini ha chiarito tramite un tweet che Genesis ha “fatto valere diverse domande riconvenzionali infondate e provocatorie” e che avrebbe continuato a portare avanti il ​​procedimento legale.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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