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L’evoluzione dei criteri di eleggibilità per i crypto airdrop: il caso Starknet e la frustrazione della community

Negli ultimi anni i crypto airdrop stanno diventando sempre più popolari come pratica di incentivo per attirare nuovi utenti all’interno delle nuove infrastrutture web3.

Allo stesso tempo i criteri di eleggibilità, che stabiliscono i requisiti necessari per essere riconosciuti come utenti attivi, mutano molto velocemente con il passare del tempo rendendo complesso individuare in anticipo quali sono le corrette azioni da eseguire per essere premiati.

In questo articolo vediamo come questi criteri stanno cambiando e come influenzano il comportamento dei cacciatori di airdrop.

Il caso di Starknet, che ha annunciato la distribuzione di crypti STRK a determinati stakeholders del proprio network escludendo contemporaneamente una vasta gamma di early adopters, è un caso eclatante di come queste condizioni possono cambiare radicalmente ad ogni airdrop.

Come cambiano nel tempo i criteri di eleggibilità per i crypto airdrop: da Uniswap fino ai giorni nostri

Quando nel 2022 Uniswap annunciò l’airdrop della propria crypto nativa, inaugurando una pratica del tutto nuova negli ambienti blockchain, tutti gli utenti che avevano interagito con il protocollo sono stati ricompensati con un minimo di 400 UNI, fino ad un massimo di 2.100.000 UNI.

Nessun azione particolare era necessaria per poter riscattare l’airdrop se non rispettare l’unico criterio di eleggibilità che includeva l’esecuzione di almeno una transazione sulla piattaforma (scambio, fornire liquidità) o l’essere holder della moneta SOCKS prima del 1° settembre 2020. 

Ad oggi i progetti che rilasciano un airdrop, presentano criteri decisamente più complessi con cui vengono stabilite le categorie di utenti fortunati e la loro rispettiva allocazione.

Criteri sempre più stringenti sono necessari per eliminare o perlomeno limitare la presenza di bot e di account sybil che farmano con centinaia di indirizzi simultaneamente in modo scorretto.

Allo stesso tempo però è necessario che gli utenti siano incentivati a svolgere un numero elevato di operazioni e che rimangano all’interno di un determinato ecosistema il più a lungo possibile.

Diversi progetti dopo Uniswap hanno cercato di ideare una formula complessa per riuscire a compensare equamente tutti i membri della propria community tenendo conto di diversi fattori.

Per esempio il layer-2 di Ethereum Arbitrum, a marzo 2023 ha distribuito ai propri utenti la propria crypto ARB tramite airdrop ,tenendo conto di specifici indicatori per ogni wallet come:

  • bridge su Abitrum One e Arbitrum Nova
  • numero di transazioni 
  • attività nel tempo
  • numero di smart contract utilizzati
  • volume scambiato
crypto airdrop

I criteri stabiliti dall’Arbitrum Foundation sono considerati dalla crypto community come uno dei migliori mai utilizzati per un airdrop, visto in modo in cui si è riusciti a premiare tutti gli utenti meritevoli in modo proporzionato all’impegno dedicato nell’utilizzare l’infrastruttura.

Oggi però anche questi sono stati messi in discussione da nuovi requisiti, che distolgono l’attenzione dalla mera attività on-chain (volumi, transazioni) eseguita su un protocollo o una chain, per dare spazio a riconoscimenti di carattere esterno.

Diversi progetti, nel pianificare il modo in cui l’airdrop sarà allocato agli utenti, tengono conto di condizioni mai utilizzate prima d’ora come l’aver messo in staking su piattaforme ufficiali risorse ETH, TIA, OSMO, ATOM, SOL 

Questo genere di criterio permette di distribuire in modo omogeneo l’airdrop ad una community, senza che ad ottenere le ricompense siano solo i farmers che puntualmente scompaiono una volta aver fatto il claim della crypto.

È chiaro dunque che per diventare eleggibile per ogni airdrop, non basta eseguire il compitino e fare qualche transazioni per essere sicuri di ritirare il premio finale: le condizioni cambiano da progetto a progetto e l’evoluzione del panorama crittografico determina in qualche modo un cambio di prospettiva continuo.

Il disappunto della community di Starknet per una distribuzione del token STRK poco equa

L’airdrop di Starknet è un caso eclatante di come l’arrivo di nuove condizioni di eleggibilità possano aver scioccato una buona parte della community crittografica, che non si aspettava un criterio simile.

Il team del nuovo layer-2 di Ethereum ha annunciato infatti pochi giorni fa che avrebbe distribuito token STRK ad una serie precisa di utenti:

  • Membri dell’ecosistema Starknet
  • Membri dell’ecosistema StarkEx
  • Ethereum Stakers ed early adopters
  • Developer (web3 e non web3)
strk airdrop

Fino a qui nulla di nuovo, una disposizione ibrida che valuta la mole di attività on-chain eseguita ed il contributo più ampio dato a Starknet in quanto sviluppatore o membro “onorario” di Ethereum.

Quello che però ha scosso molti utenti, e che ha anche impedito loro di essere eleggibili per l’airdrop, è che per essere considerato “Starknet users” bisognava avere un bilancio minimo di 0,005 ETH nel wallet al momento dello snapshot, oltre ad aver svolto 5+ transazioni nell’arco di 3 mesi con un volume minimo di 100+ dollari.

Molti si aspettava criteri più severi, che avrebbero premiato solo chi aveva eseguito molte più transazioni e scambiato molto più valore, e allo stesso tempo nessuno si aspettava un vincolo sul bilancio minimo del wallet.

Il risultato è che diversi farmers che hanno impiegato mesi a svolgere operazioni sulla rete, hanno poi tolto tutto da quegli indirizzi e si sono trovati con il cerino in mano al momento dell’annuncio dell’airdrop.

Allo stesso tempo chi ha fatto poco per l’ecosistema in qualità di utente, ma ha lasciato qualche spicciolo nel wallet, si è qualificato come eleggibile.

Inutile dire che diversi utenti hanno mostrato disappunto e frustrazione di fronte a questa scelta del team, arrivando a tal punto di minacciare di abbandonare Starknet.

Inoltre, in questo marasma che ha scatenato l’ira della community, c’è da notare che diversi sviluppatori hanno ricevuto incentivi molto importanti, il più delle volte superiori ai 10.0000 STRK.  Per la prima volta nella storia di un airdrop, completare un commit su Github ha reso di più rispetto ad interagire con una chain svolgendo svariate operazioni.

Questo dimostra come ogni progetto intenzionato a rilasciare una criptovaluta tramite airdrop, possa utilizzare dei criteri di eleggibilità del tutto nuovi o criteri già noti ma che in passato hanno avuto un ruolo marginale nel determinare l’allocazione degli utenti.

Starknet ci insegna che per svolgere con successo l’attività da cacciatore di airdrop non è più sufficiente fare qualche transazione qua e là in giro per le nuove blockchain, ma è fondamentale studiare a fondo i principi e gli obiettivi di ogni nuovo progetto, dedicarsi a tutto tondo sulle attività pubblicizzate da quel gruppo e  diversificare la propria attività nel mondo web3.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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