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Airdrop crypto: che cosa sono le regole anti-sybil?

In questo articolo esploriamo il mondo dei sybil attack negli airdrop crypto e vediamo quali sono i meccanismi che diversi progetti hanno adottato per ostacolare il diffondersi di queste pratiche.

Esistono vere e proprie regole “anti-sybil” che impediscono ad utenti scorretti di ricevere airdrop da account multipli. 

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Che cosa sono i “sybil hunter” negli airdrop crypto?

Le strategie di marketing degli airdrop per progetti a tema crypto stanno diventando sempre più popolari, così come diventano popolari anche tecniche sybil che permettono agli utenti di accaparrarsi ricompense multiple da questi eventi.

Con il termine sybil si intende infatti un individuo (o un gruppo) che in maniera poco etica cerca di ottenere più airdrop svolgendo operazioni da decine di wallet differenti, ottenendo così un boost enorme dal premio.

È chiaro che se la retribuzione da airdrop per ogni indirizzo è ad esempio di 1.000 dollari, un sybill gestendo 100 account può arrivare facilmente a 100.000 dollari.

Con il passare del tempo, però, i progetti crypto si sono accorti di questa pratica scorretta e stanno implementando soluzioni per evitare che si creino scenari del genere, in cui ovviamente il soggetto che riesce nell’impresa vende a mercato tutti i token che gli sono stati airdroppati senza un minimo segno di riconoscimento.

La presenza di un numero elevato di sybill è vista negativamente dalla community crypto perché abbassa di molto il premio medio che dovrebbe essere tecnicamente “regalato” ad ogni indirizzo.

Se in un ecosistema sono approdati ad esempio 50.000 early users REALI, ma in tutto si contano 1 milioni di indirizzi, il rischio è che nel caso in un airdrop ogni vero contributore riceve 20 volte in meno il premio che gli spetta.

Nell’airdrop di Aptos dello scorso anno questo è stato un problema che è passato sotto l’attenzione del grande pubblico, rimasto basito dall’elevato numero di indirizzi sybil che sono stati creati tramite l’ausilio di bot e di software specializzati.

Nel momento del listing su Binance, infatti, il token APT è sprofondato a ribasso, visto che tutti i sybill hanno monetizzato la ricompensa ricevuta da ogni wallet.

Si stima che circa il 40% dei token depositati su Binance nel giorno del listing, derivino proprio da sybil: il tutto ha portato un grave danno alla reputazione del progetto con conseguente perdita della fiducia da parte della vera community.

Ad ogni modo c’è comunque da ammettere che la presenza dei sybil, sebbene può creare degli squilibri interni e deve essere necessariamente combattuta, aiuta ad elevare i numeri delle metriche dei nuovi network o protocolli decentralizzati.

Dati inerenti a indirizzi attivi, numero di transazioni e commissioni di scambio aumentano vertiginosamente grazie ai sybill e sono d’aiuto ai nuovi progetti per crescere nelle fasi iniziali.


Criteri di eleggibilità per risolvere il problema dei “sybil hunter”

Come anticipato, diversi progetti crypto hanno ideato delle tecniche anti-sybill che aiutano a svolgere distribuzioni oneste di airdrop, senza che un singolo utente riceve centinaia di premi in allocazione.

A tal proposito la foundation di Arbitrum ha reso noto quelle che sono le regole che hanno adottato per decretare quali indirizzi sono risultati eleggibili per l’airdrop del token ARB.

Nel dettaglio sono stati esclusi tutti gli indirizzi che:

  • hanno svolto poche operazioni  e solo nell’arco di 48 ore;
  • registravano un bilancio inferiore a 0,005 ETH al momento dello snapshot;
  • sono risultati sybil nell’airdrop di Hop Protocol.

Si ipotizza che siano stati rimossi anche tutti gli utenti che hanno verificato la propria eleggibilità sul sito ufficiale del claim dell’airdrop su un singolo indirizzo IP per wallet differenti, anche se non ci sono conferme ufficiali di questa pratica.
Queste appena elencate sono solo le regole base che hanno aiutato la fondazione di Arbitrum a smaltire una grande fette di indirizzi che verosimilmente derivano da utenti sybil.

Esistono poi strategie più complesse, come ad esempio selezionare indirizzi che sono stati finanziati dalla stessa fonte, che hanno eseguito operazioni simili e che hanno trasferito asset in un cluster superiore a 20 indirizzo.

airdrop crypto sybil
Esempio reale di un cluster con 110 indirizzi tecnicamente eleggibili per l’airdrop di ARB

In linea generale, anche con l’ausilio di software sofisticati e tecniche complesse, l’individuazione di utenti sybil rimane ancora un grande problema per tutte le infrastrutture blockchain che vogliono adoperare la distribuzione di reward tramite airdrop.

Questo perchè, sebbene la blockchain sia pubblica, non è facile decretare con certezza se una certo comportamento on-chain sia legittimo o frutto di tentativi sybil per far risultare più indirizzi idonei.

In molti credono che l’implementazione di sistemi di verifica tramite KYC aiuterebbe a risolvere il problema una volta per tutte, centralizzando, tuttavia, il processo e minando alla privacy della community.

Forse se in futuro diventeranno più popolari Worldcoin e la sua piattaforma di riconoscimento tramite scannerizzazione dell’iride, si potrà giungere ad un compromesso tra efficienza nell’eliminazione dei sybil e rispetto dei principi della privacy degli utenti.

Per ora i sybil continuano a frequentare gli ambienti del web3 e saltuariamente riescono a sbancare con allocazioni di token milionarie.

Consigli utili per avere successo nella caccia agli airdrop crypto senza risultare sybil

All’interno del mondo crypto, esistono soggetti dediti ad attività di airdrop hunting, che pur non dotando di bot o di implementazioni particolari, gestiscono contemporaneamente 4-5 indirizzi differenti per ottenere un boost nelle ricompense.
Seppur questa pratica non sia del tutto etica rimane comunque molto meno deleteria per la community rispetto a strategie in cui si utilizzano centinaia di wallet diversi. 

Purtroppo nel guadagno non esiste etica, e finché ci sarà la possibilità di monetizzare questi “errori di vigilanza”, ci sarà sempre qualcuno pronto ad approfittarne.

Per la gioia dei piccoli sybil, possiamo dire che fino ad ora cluster delle dimensioni di 4-5 account sono stati raramente esclusi dai precedenti airdrop, mentre vengono estromessi quelli che contano più di 20 indirizzi.

Un consiglio utile per non risultare sybil se si gestisce una pratica amatoriale come questa, è quello di lasciare almeno 50-100 dollari in ETH come bilancio su ogni wallet e non passare mai i fondi tra un indirizzo e l’altro.

Se proprio si ha la necessità di spostare asset, meglio farlo attraverso un exchange centralizzato, dove solitamente i prelievi partono sempre da un indirizzo generico e difficilmente individuabile dagli analisti on-chain.

Discorso differente se si vuole DEPOSITARE su exchange centralizzato: di solito i team dei progetti che gestiscono airdrop, individuano come sybil soggetti che depositano sullo stesso indirizzo di un CEX.

Un altra tips è quella di svolgere transazioni, come swap e bridge di token, più volte nel tempo senza limitarsi a svolgere “il compitino” una sola volta.

Inoltre, meglio fare operazioni differenti tra i diversi wallet e non replicare le stesse identiche mosse per ogni indirizzo.

Applicando queste semplici regole e seguendo le linee guida che sono state fornite negli articoli precedenti, potrete facilmente ottenere un guadagno della portata verosimile di 10.000 dollari (o più) sugli airdrop di zkSync, LayerZero e Starknet.

Ovviamente nulla è dato per regalato: ogni indirizzo dovrà essere sovvenzionato con almeno 500 dollari e si dovranno effettuare svariate operazioni nel tempo, pagando ovviamente le relative commissioni. 

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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