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Dati positivi sul network di Arbitrum dopo l’airdrop di marzo

L’airdrop di Arbitrum avvenuto in data 23 marzo 2023 ha indiscutibilmente innalzato la quota di attività on-chain nel network portando capitali dalla blockchain di Ethereum.

A distanza di oltre 2 mesi, seppur sia calata l’attenzione nei confronti dell’infrastruttura layer 2, molti dati sono rimasti incredibilmente positivi.

Approfondiamo il discorso in questo articolo.

Arbitrum: i dati sulle transazioni e sugli utenti attivi giornalieri rimangono positivi dopo l’airdrop

Arbitrum ha giovato parecchio della strategia di marketing che ha scelto, ovvero la tecnica dell’airdrop, per distribuire il proprio token nativo alla community: nei mesi precedenti all’annuncio del rilascio del token ARB, molti capitali sono transitati da Ethereum e dalle altre chain verso Arbitrum.

Gli utenti si sono dedicati all’esplorazione della chain e dei vari protocolli in ottica di essere ricompensati con un ritorno economico da airdrop, portando Arbitrum a registrare un TVL di 2 miliardi di dollari a marzo.

È risaputo, infatti, che questa metodologia di introduzione del token di un ecosistema porta una grande mole di attività e capitali all’interno di un’infrastruttura nei giorni precedenti alle ricompense agli utenti.

Ciò che rimane più interessante, tuttavia, è l’osservazione dei dati del network a distanza di mesi DOPO il rilascio dell’airdrop, per monitorare se gli utenti sbarcati nella chain in precedenza, sono rimasti o sono scappati via una volta ricevuto il malloppo.

Nel caso di Arbitrum, nonostante ci sia stata ovviamente una flessione a ribasso dei dati on-chain, lo stato della rete rimane forte.

In particolare possiamo osservare un numero di utenti attivi giornalieri sul layer 2 rimasto molto alto 2 mesi dopo l’airdrop.

Paragonando l’andamento con Ethereum ed Optimism, rispettivamente la rete principale su cui si appoggia e uno dei competitor zk che ha adottato la sua stessa strategia mesi prima, ci accorgiamo di gli utenti non sono scappati da Arbitrum ma hanno continuato a pullulare negli ambienti on-chain.

arbitrum

Un altro elemento che desta molto interesse riguarda il numero di transazioni effettivamente eseguite sulla rete.

Il giorno del claim dell’airdrop, il 23 marzo, ha visto un incredibile quantitativo di transazioni pari a circa 2,5 milioni per poi scendere immediatamente il giorno successivo.

Ad ogni modo nelle settimane seguenti, abbiamo assistito ad un’alta attività nel network, che occasionalmente ha addirittura sorpassato i numeri registrati da Ethereum.

Paragonando il dato al periodo precedente della distribuzione del token ARB, le metriche mostrano una grande crescita in tal senso.

Network di Arbitrum in crescita negli ultimi mesi: commissioni di rete, volume transato, e bridge dal L1

A seguito dell’airdrop di marzo  Arbitrum ha tratto vantaggio anche su altri fronti, come ad esempio il numero di commissioni registrate, il volume transato e l’ammontare di valore bridgato dal L1.

Andando in ordine possiamo vedere come da metà aprile a metà maggio le commissioni pagate ad Arbitrum per processare transazioni sono state sorprendentemente elevate.

Inoltre, il gas speso a Giugno dagli utenti  è ancora maggiore della cifra registrata nei primi giorni di marzo. Interessante notare anche come il giorno del claim siano stati pagati quasi 1000 ETH sotto forma di fee da commissione.

Sul piano del volume i dati sono meno incoraggianti di quelli citati fino ad ora, visto che la chain ha  assistito ad una notevole diminuzione del volume transato sulla rete dopo alcune settimane a distanza dell’airdrop.

Tuttavia, anche in questo caso, i valori attuali sono maggiori rispetto a quelli relativi al periodo precedente il mese di marzo.

Nel dettaglio nella giornata del 5 giugno,  74 giorni dopo la distribuzione del token ARB, la rete Arbitrum ha segnato un volume on-chain pari a 2,4 miliardi di dollari, cifra che non è mai stata raggiunta durante ogni singolo giorno del mese di Febbraio.

Il 19 aprile c’è stato invece l’ATH di questa metrica con trasferimenti di token pari ad un controvalore di  ben 24 miliardi di dollari.

Infine, l’ultimo dato su cui vale la pena riflettere riguarda la variazione del  volume che è stato processato dai bridge per sbarcare su Arbitrum.

In maniera molto inaspettata, l’attività cross-chain tra Arbitrum e le altre reti EVM compatibili è stata sempre elevata, attestandosi al secondo posto dietro solamente a Polygon.

A marzo la quantità di asset trasferita sulla rete ha toccato il suo massimo, continuando tuttavia a registrare numeri significativi anche a distanza di mesi.

Probabilmente in tutto ciò c’è anche il contributo di Stargate e della narrativa del futuro airdrop di LayerZero, che premierà verosimilmente gli utenti che hanno creato volumi sulla piattaforma di scambio cross-chain.

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Complessivamente, l’airdrop di Arbitrum è stato un successo per il network nei mesi successivi. 

Nonostante molti utenti che hanno ricevuto il premio non hanno fatto altro che vendere a mercato gli ARB e spostarsi sulla rete Ethereum, molti altri sono rimasti sul layer 2 dimostrando che c’è interesse nell’infrastruttura al di là di interessi opportunistici.

Ad oggi chi ha ricevuto l’airdrop contribuisce al 5% sul numero di tx processate dalla chain, in linea con i numeri che segna Optimism.

Analisi del prezzo del token ARB

Anche sul lato prezzi, il token nativo del layer 2 Arbitrum, è rimasto tutto sommato forte dopo l’annuncio dell’airdrop.

Solitamente, quando vengono rilasciati ingenti quantitativi di criptovalute agli early adopters di una community, quest’ultimi tendono a scaricarne la maggior parte in cerca di profitto in stablecoin.

Il team di Arbitrum tuttavia è stato bravo sul fronte tokenomics a cercare una soluzione che non facesse svalutare eccessivamente il token ARB.

Attualmente, infatti, è presente sul mercato, come rifornimento circolante, una quota di ARB pari al 12,75% rispetto alla max supply fissata.

In questo modo, pur registrando grosse vendite dagli opportunisti dell’airdrop, l’asset ha mantenuto una struttura prezzi solida.

Il trend attuale rimane pur sempre ribassista, ma va contestualizzato in una condizione di incertezza economica  e una situazione complessa sul fronte regolatorio USA.

Il fatto che il token di Arbitrum sia rimasto al di sopra del dollaro fino ad ora, rappresenta un successo da non sottovalutare.

Molte altre crypto che non soffrono di particolari pressioni di vendita dettate da queste strategie di marketing, hanno segnato ribassi molto più violenti e problematici.

ARB quota al momento un prezzo di 1,009 dollari per pezzo, una capitalizzazione di mercato pari a 1 miliardo di dollari e un volume di scambi nelle ultime 24 ore che si aggira intorno ai 234 milioni di dollari.

Molto probabilmente, appena la dominance di bitcoin inizierà la sua fase ribassista e si vedranno scenari più rassicuranti negli Stati Uniti, ARB supererà il suo massimo storico fissato a 1,82 dollari.

Nel frattempo il TVL della chain rimane sbalorditivamente alto, a quota 2 miliardi di dollari, facendo classificare la rete come la quarta chain per asset che circolano all’interno degli smart contract.

Il futuro, sia del network Arbitrum che del token ARB, è estremamente radioso.

prezzo arbirtum arb
Grafico giornaliero del prezzo di Arbitrum (ARB/USDT)
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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