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La banca HSBC apre il trading di criptovalute ad Hong Kong e parallelamente annuncia il rischio di una possibile recessione in USA

Dopo che la filiale asiatica del gruppo bancario HSBC ha aperto il trading tramite ETF per Bitcoin ed Ethereum ad Hong Kong, ecco arrivare la prima frecciatina al mercato USA.

Secondo l’asset manager del colosso finanziario, gli Stati Uniti entreranno a breve in recessione, con ovvie ripercussioni anche sul fronte europeo.

Cosa succederà al mercato crypto in caso di recessione USA?

Tutti i dettagli in questo articolo.

HSBC, il più grande istituto bancario di Hong Kong, avverte di una recessione imminente negli US

La “Hongkong & Shanghai Banking Corporation”, anche nota con l’acronimo di HSBC, ha annunciato proprio ieri che aprirà al trading di criptovalute ad Hong Kong, più precisamente tramite ETF future per Bitcoin ed Ethereum.

La multinazionale bancaria, che nel 2018 ha registrato un utile netto di 15 miliardi di dollari, ha scelto di puntare sul settore crypto viste  le tensione a livello di regolamentazione negli Stati Uniti dopo le ultime accuse della SEC.

È possibile che Hong Kong, o più in generale le piazze di affari cinesi, rappresenteranno le prossime borse dominanti per l’industria delle criptovalute, vista la complessità del quadro statunitense.

A complicare ancora di più la situazione sono state le ultime dichiarazioni del Global Chief Strategist della filiale asiatica di HSBC, Joseph Little, che ha previsto una recessione USA  a partire dal Q4 2023 con un anno di contrazione economica all’orizzonte anche per l’Europa.

Queste le sue parole secondo quanto riportato dal CNBC.

“Siamo già in una lieve recessione degli utili e anche le inadempienze aziendali hanno iniziato a insinuarsi. Il lato positivo è che prevediamo che l’inflazione elevata si moderi in tempi relativamente brevi. Ciò creerà un’opportunità per i responsabili politici di tagliare i tassi”

Nonostante l’evidenziamento di una red flag per i mercati occidentali, Little crede che a fine anno la Federal Reserve inizierà la propria manovra di taglio dei tassi di interesse, che si traducono in un vantaggio per lo stock market e per i prodotti finanziari più speculativi come le criptovalute.

L’asset manager della banca HSBC di Hong Kong ha continuato il suo discorso facendo presente però che se la recessione arriverà troppo in fretta per gli USA, il rischio di deflazione, e dunque di un rallentamento della crescita dei beni, sarà molto alto.

La recessione sarà più simile a quella che si è verificata nei primi anni 90’ che ha portato ad un calo dell’1-2% del PIL.

Complessivamente la situazione si fa molto incerta ed instabile per gli Stati Uniti che devono affrontare contemporaneamente problemi di alta inflazione, tassi di interessi pari al 5,25% e un debito del tesoro che continua ad aumentare.

Little ha suggerito che nonostante le fattibilità di una riduzione delle politiche monetarie restrittive della FED, i mercati dovranno affrontare brutte notizie per i prossimi 6 mesi e potrebbero reagire male.

“Pensiamo che il flusso di notizie in arrivo nei prossimi sei mesi potrebbe essere difficile da digerire per un mercato che sta scontando un ‘atterraggio morbido”

Rischio recessione: che fine farà il mercato crypto?

Nonostante l’annuncio da parte della HSBC di Hong Kong riguardo il rischio recessione per i mercati occidentali, molti sostenitori del mondo crypto non sono apparsi affatto preoccupati.

Secondo la loro visione, il rischio recessione è già stato prezzato nei mesi scorsi dai mercati e le previsioni dell’istituto bancario sono arrivate in ritardo rispetto agli avvenimenti reali del mondo occidentale.

https://twitter.com/CryptoACDMY/status/1673647789941686272

Inoltre, il termine recessione, che sostanzialmente indica una situazione di decremento del PIL di un paese per due trimestri consecutivi, è poco rappresentativo dell’outlook degli Stati Uniti, dove il mercato del lavoro rimane forte.

Inoltre, c’è da considerare che HSBC, nonostante abbia la sede centrale a Londra, produce la maggior parte dei ricavi nei mercati asiatici, e potrebbe avere degli interessi a sminuire la solidità dei mercati americani

Ad ogni modo, una condizione di rapida deflazione, porterebbe indiscutibilmente alla frenata della crescita economica del paese, con ovvie conseguenze negative sui mercati speculativi, specialmente per le azioni.

Generalmente ciò accade perché le famiglie in periodi difficili, diminuiscono i consumi, riducono gli investimenti e cercano di risparmiare il più possibile, causando una flessione dei prodotti finanziari più volatili.

Per quanto riguarda il settore delle criptovalute la situazione si fa molto più complicata di quanto sembri.

Una recessione USA scatenerebbe un ondata di panic selling su tutte le criptovalute esistenti, anche quelle con più capitalizzazione come Bitcoin ed Ethereum.

Dall’altra parte c’è da considerare che dopo l’annuncio di HBSC di voler aprire il trading di ETF crypto ad Hong Kong, i prezzi delle valute crittografiche potrebbero recuperare in fretta lo shock di un disastro USA, non essendo queste legate ad un territorio ben preciso.

Se il rischio di una vera recessione sia reale, le aziende di mining più importanti, collocate nel nord USA, potrebbero avere difficoltà nel portare avanti le loro operazioni e l’hash rate potrebbe subire un duro colpo dopo i record raggiunti nell’ultimo periodo.

L’Intersecarsi di tutte queste dinamiche rende le analisi sul futuro a breve termine del mercato crypto molto incerte.

Al di là di ciò, nel lungo periodo tutte queste complicanze del mondo finanziario tradizionale non fanno altro che rafforzare la narrativa di un’economia decentralizzata slegata da intermediari centrali.

Bitcoin ed Ethereum potrebbero anche avere flessioni a ribasso da qui ai prossimi mesi, ma le sorti del lungo periodo sono ormai chiare a tutti, compresi ai manager della HSBC di Hong Kong.

A tal proposito, c’è chi ipotizza, che la strategia del colosso bancario, sia quella di diffondere FUD per acquistare a prezzi più bassi.

Seppur questa rimane una teoria infondata senza informazioni a supporto, diciamo che potrebbe essere verosimilmente fattibile.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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