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Archiviate le pratiche del caso del crypto hack di Bitfinex: una coppia statunitense rischia 20 anni di carcere

Pochi giorni fa sono state archiviate tutte le pratiche relative al caso del crypto hack dell’exchange Bitfinex.

La piattaforma di scambi è stata violata nel 2010 per la lauta somma di 120.000 BTC, recuperata qualche anno dopo dalle autorità investigative statunitensi.

Ora una coppia di New York rischia 20 anni di carcere.

Ripercorriamo insieme le tappe di questa intrigante storia fino ad arrivare agli ultimi aggiornamenti.

La storia del crypto hack di Bitfinex

Ad agosto 2016 il crypto exchange Bitfinex ha subito un grave hack che ha portato alla perdita di ben 120.000 BTC, corrispondenti all’epoca a circa 70 milioni di dollari, diventati poi 4 miliardi di dollari al momento del loro ritrovamento qualche anno dopo.

La violazione della sicura di Bitfinex ha causato l’approvazione di 2.000 transazioni in uscita dall’exchange, che ha perso circa ⅕ del volume globale di trading di BTC da quell’incidente.

Le autorità investigative statunitensi si sono subito mosse per cercare di comprendere dove fossero finiti quei soldi, con la pressione che aumentava mano a mano che il prezzo della criptovaluta saliva sui mercati.

Il problema è che nel 2016, la questione “bitcoin” rappresentava ancora un tabù, e non esistevano le sofisticate tecniche di tracking on-chain presenti ai giorni d’oggi.

Ad ogni modo, essendo la blockchain pubblica e facilmente verificabile da chiunque, tutti gli spostamenti legati al crypto hack di Bitfinex sono stati analizzati con cura negli anni successivi da vari enti specializzati e non.

I primi movimenti individuati risalgono a gennaio 2017, dove una parte del furto è stata inviata all’ormai defunto mercato darknet “Alphabay”, spesso utilizzato per transazioni illecite come scambi di droga e armi.

Da Alphabay i bitcoin sono stati mixati insieme ad altri fondi, rendendo complessa l’individuazione delle forze dell’ordine negli anni successivi.

In seguito, altri bitcoin derivanti dal crypto hack sono state trasferiti alla piattaforma russa Hydra e successivamente al wallet “Wasabi”, utilizzato per usufruire di una particolare transazione, nota come “Coinjoin”, che serve per aumentare la privacy di chi ne fa uso.

Nel 20202 e 2021, altro denaro del furto informatico è stato spedito a 4 exchange centralizzati, che sono serviti per convertire in fiat il bottino, oltre che per essere spesi in buoni Walmart, oro fisico, NFT ed altri beni materiali.

Queste ultime transazioni sono state fondamentali per permettere all’FBI, IRS-CI ed HSI di risalire all’identità di una coppia statunitense, e di arrestarla a febbraio 2022 con l’accusa di aver riciclato oltre 3 miliardi di dollari in criptovaluta.

I due non sono mai stati accusati di aver svolto il crypto hack ma solo di aver utilizzato il denaro facendolo passare per le più disparate strade della blockchain.

Coppia statunitense ritenuta responsabile di aver riciclato denaro dal crypto hack di Bitfinex

A febbraio 2022  Heater Morgan e Ilya Lichtenstein, una coppia statunitense residente a New York, è stata ritenuta responsabile di aver riciclato miliardi di dollari dal crypto hack di Bitfinex.

La storia ha fatto immediatamente scalpore poiché Morgan, in arte “Razzlekhan”, era una rapper con una tracklist molto discutibile in portfolio, che si faceva chiamare “il coccodrillo di Wall Strett”

Le canzoni grottesche pubblicate da RazzleKhan ed in generale la figura alquanto ridicola della coppia, sono state utilizzate sia per ironizzare sull’accaduto sia per far comprendere a chi di competenza che i due non potevano aver architettato da soli l’hack dei sistemi di sicurezza di Bitfinex, ma erano sole pedine di uno schema ben più grande

Ad ogni modo, il 5 gennaio 2022 l’FBI fa irruzione dentro casa di Heater Morgan, il cui nome è stato scoperto grazie ad un lavoro combinato di autorità investigative e studi da parte di società di analisi on-chain.

La chiusura del mercato Alphabay è stata cruciale per poter risalire all’identità della rapper, confermata poi da un account creato a suo nome per acquistare buoni Walmart con i bitcoin rubati.

A tal proposito il co-fondatore di Elliptic,  società di servizi finanziari su blockchain descrisse l’accaduto affermando che:

“Il fatto che le forze dell’ordine abbiano bloccato AlphaBay probabilmente ha portato alla caduta di Lichtenstein e Morgan”

Dentro casa della coppia, le autorità statunitensi hanno rinvenuto diversi indirizzi crittografici con le relative password di accesso (salvati nell’account di archiviazione cloud di Lichtenstein), che erano tutti collegati al crypto hack di Bitfinex.
In quell’occasione sono stati trovati 94.643 BTC, equivalenti ad oltre 3,6 miliardi di dollari al momento della confisca.

Si tratta del sequestro finanziario più grande della storia degli Stati Uniti condotto dal Dipartimento di Giustizia.

A Luglio 2022 un giudice ha concesso la libertà su cauzione a Morgan ma non a Lichtenstein, con la difesa che ha sostenuto avere prove più forti contro di lui piuttosto che contro di lei.

La coppia accetta il patteggiamento: rischiano 20 anni di carcere

Negli ultimi giorni la storia del crypto hack di Bitfinex è tornata in auge dopo che il marito della coppia ha accettato di patteggiare al pubblico ministero, facendo intendere che si dichiarerà colpevole alla prossima udienza in tribunale fissata per il 3 agosto 2023.

Ora Morgan e Liechtenstein, che hanno fatto una vita da re per diversi anni, dovranno ridare indietro l’intera somma rubata, che nel frattempo è stata in parte dissipata dalle spese folli ed in parte convertita in altre criptovalute.

Tra le valute che devono essere restituite ci sono o 117.376 Bitcoin Cash, lo stesso quantitativo di Bitcoinsv,  118.102 Bitcoin gold,  29.016 Monero, e 7.389.269 Tether, oltre che a diverse migliaia di ETH e WETH presenti in DeFi.

L’accusa nei loro confronti parla di cospirazione informatica e  riciclaggio di denaro per 25.000 BTC oltre che ad  aver avuto accesso ai restanti 94.000 BTC.

La storia del crypto hack di Bitfinex rimane ancora parzialmente irrisolta, con le autorità che non hanno ancora scoperto i veri responsabili del furto.

Il patteggiamento della coppia rappresenta uno dei casi criminali più drammatici della storia delle criptovalute, alleggerito dal tocco comico dato dalle canzoni rap della ragazza.

Precedentemente Morgan e Lichtenstein hanno provato a combattere le accuse, sostenendo che c’erano “molte carenze nelle prove del governo e salti conclusivi non supportati”.

La svolta del caso di è avuta quando a marzo 2022, i pubblici ministeri hanno affermato che erano in trattativa con gli avvocati di Morgan per risolvere la questione con un patteggiamento, includendo anche Liechtenstein nel processo.

Ora i due rischiano una pena massima di 25 anni di carcere, e dovranno presentarsi a breve davanti al giudice Colleen Kollar-Kotelly a Washington.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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