In questo articolo analizziamo la situazione di Bitcoin e vediamo cosa ci segnalano gli indicatori tecnici riguardo il prezzo futuro di BTC in USD.
Dopo l’ultimo dump che ha portato BTC a registrare un -7% in un solo giorno, l’outlook del re del mercato crypto sembra essere poco rasserenante.
Tuttavia alcuni dati ci dicono che l’incertezza ancora regna nell’aria e ci sono ancora possibilità di una ripresa bull.
Vediamo insieme tutti i dettagli.
Summary
Analisi del prezzo di Bitcoin: due fattori di ribasso per il prezzo della crypto in USD
Bitcoin lo scorso giovedì ha registrato uno dei ribassi giornalieri più grandi dell’intero 2023, perdendo il 7,33% in 24 ore e vedendo evaporare 2100 dollari dal proprio prezzo.
Al momento il re del mercato crypto segna un valore di circa 26.000 dollari, con alcuni indicatori tecnici che segnalano l’alta probabilità di nuovi ribassi in arrivo.
Tra questi il più iconico ed anche il più basilare è quello della media mobile a 200 giorni, che ci mostra come Bitcoin abbia chiuso al di sotto di essa per la prima volta dopo oltre 5 mesi.
Solitamente la rottura a rialzo o a ribasso di questo indicatore funge da segnale forte per la price action futura della crypto.
L’ultima volta che abbiamo assistito BTC chiudere al di sotto della SMA 200 daily, a dicembre 2021, si sono susseguite diverse settimane di dump, con la media che ha fatto da resistenza per i brevi attacchi dei tori.
Quando invece l’indicatore è stato rotto a rialzo con una chiusura giornaliera al di sopra dei 20.000 dollari a gennaio 2023, i rialzi hanno preso il sopravvento fino a luglio.
Ora osservando la situazione attuale, a meno che BTC non recuperi in breve tempo il terreno perso consacrando l’ultimo movimento come una “finta”, possiamo immaginare facilmente nuove discese per il prezzo del crypto asset.
Sul fronte dei mercati derivati gli indicatori non sono più positivi rispetto al precedente.
Il 17 agosto, giorno del forte dump di Bitcoin, sono stati liquidati oltre 386 milioni di dollari in posizioni long tra le piazze d’affari futures degli exchange Binance, Bybit, Okx, Huobi, BitMex, Deribit, CoinEX, Bitfinex.
Se prendiamo come riferimento non solo BTC ma tutte le altre monete crittografiche possiamo osservare liquidazioni di circa 1 miliardo di dollari, superiori addirittura a quelle registrate durante il collasso di FTX a Novembre 2022.
L’open interest dell’oro digitale si è decisamente ridimensionato dopo l’ultimo scivolone dei prezzi, con la metrica che è passata brevemente da 10,53 ad 8,38 miliardi di dollari, una differenza di oltre 2 miliardi di dollari in valore aggregato.
Ciò significa in sostanza che molto interesse nel gestire posizioni altamente speculative è calato dopo l’ultima scottata presa dai traders, i quali molto probabilmente stanno valutando investimenti meno rischiosi.
Molto interessante notare anche come da maggio 2022 il valore di 10,5-11 miliardi di open interest abbia fatto da resistenza per gran parte delle escursioni bullish di Bitcoin, che è stato prontamente respinto su quei livelli con conseguente ribasso successivo della metrica.
Allo stesso tempo il livello dei 6,5 miliardi si è rivelato essere un buon supporto per i prezzi che hanno iniziato a crescere ogni volta che il valore è stato toccato.
Anche nell’ultima occasione, dopo il dump di BTC l’open interest è stato rigettato fortemente fino ad arrivare agli attuali 7,9 miliardi di dollari.
Essendoci ancora spazio, molto probabilmente vedremo Bitcoin scendere di prezzo per le prossime settimane con un parallelo calo del valore totale delle posizioni aperte su mercati derivati.
Il trend dovrebbe comunque prima o poi segnare una rottura a rialzo.
Tuttavia, i tempi potrebbero essere ancora molto lunghi prima che ciò accada.
Uno sguardo alla dominance del re del mercato ed ai dati on-chain
Nonostante la situazione molto delicata per Bitcoin, ci sono anche alcuni dati che segnalano un contesto positivo per i futuri prezzi della valuta crittografica, che potrebbe verosimilmente rimanere al di sotto dei 25.000 dollari fino alla fine del 2023.
Innanzitutto la dominance di BTC si è mossa in maniera insolita durante il calo prezzi della scorsa settimana: solitamente quando ci sono dump di questo tipo la dominance tende a salire fortemente.
Questa volta abbiamo osservato l’esatto opposto con l’indicatore che ha perso 1 punto percentuale in poco tempo.
Ciò significa che le altcoin hanno resistito allo scossone e che molti investitori sono fiduciosi per i movimenti dei prossimi mesi ed hanno preferito holdare le proprie posizioni.
Ad accompagnare questa tesi c’è anche il discorso dei volumi di mercato: nonostante infatti le liquidazioni dei mercati crypto siano state paragonabili a quanto accaduto durante il crash di FTX non possiamo dire lo stesso dei capitali movimentati in questi processi, che sono stati circa 7 volte più bassi.
Quando arriveranno i veri flussi di denaro all’interno del mercato, potremmo decretare con “certezza” la direzione futura dei prezzi di BTC.
Un’altro fattore positivo per Bitcoin riguarda un dato on-chain, ovvero quello della media a 7 giorni dell’hash rate del network.
Pochi giorni fa, abbiamo assistito, infatti, ad un nuovo massimo storico di questa metrica, che ci presenta un contesto positivo nel mondo dei miner, che incrementano sempre di più la loro quota di potenza di calcolo.
Più hashrate c’è, maggiore è la sicurezza e la stabilità della blockchain di Bitcoin.
Inoltre, una crescita di questo dato può essere interpretata con un costante interesse da parte di determinati players ad accaparrarsi una quota del potere del network, cosciente del fatto che questo potrebbe portare ottimi profitti in futuro.
Inoltre proprio questa mattina la somma di tutti gli holders che detengono più di 1 BTC ha raggiunto un nuovo ATH secondo i dati di Glassnode, arrivando a totalizzare quota 1.015.299 indirizzi.
Anche questo dato, come il precedente riguardante l’hash rate, ci mostra una situazione tutt’altro che negativa per la valuta virtuale, in cui i veri smart money stanno accumulando quote di mercato in vista della prossima bull run senza tenere troppo in considerazione i prezzi attuali in dollari.
Se siete dei veri bitcoiner, ciò che conta alla fine di tutti non è il PNL che state registrando, ma la quantità di coin che detenete gelosamente all’interno dei vostri wallet.
Prezzo di Bitcoin: ci sono più probabilità di vedere prima i 20.000 o i 30.000 USD?
Dopo aver analizzato i precedenti indicatori tecnici ed on-chain, possiamo provare a tirare le somme sulla situazione complessiva di Bitcoin sul fronte dei prezzi futuri.
Alla domanda se vedremo prima i 20.000 o i 30.000 dollari non è facile dare una risposta certa.
Tuttavia, possiamo concludere sul fatto che probabilmente osserveremo altri ribassi nel breve periodo.
Ad ogni modo, potremmo facilmente resistere ben al di sopra dei 20.000 dollari, dove è presente una forte area di supporto che confluisce in prossimità del pump di gennaio, dove i volumi e la liquidità erano ben maggiore dei valori attuali.
Indicativamente, visto l’andamento dei mercati crypto nel suo complesso, possiamo dire che anche dall’altra faccia della medaglia non vedremo così semplicemente i 30.000 dollari come prezzo di breve termine per Bitcoin.
Ciò che sembra più fattibile è che fino alla fine dell’anno i prezzi oscilleranno tra i due estremi, senza mai rompere a rialzo o a ribasso, a meno che non si verifichino eventi molto importanti.
Per rimanere sul pezzo sarà importante monitorare l’andamento dei mercati cinesi, dove dopo il collasso di Evergrande potrebbero esserci altre insolvenze a cascata, oltre che alle prossime decisioni della Federal Reserve statunitense riguardo i tassi d’interesse sui titoli di stato.
Fino alla fine del 2023 non dovremmo aspettarci grandi soddisfazioni da Bitcoin e dalle altre criptovalute, ma dal 2024 in poi potremo finalmente tornare a sorridere come nel 2021.