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L’Italia è il Paese dove fare mining di Bitcoin ha il prezzo energetico più elevato di tutto il mondo

Un recente studio di Coingecko ha messo in mostra il prezzo dell’energia da sostenere per fare mining di Bitcoin nei diversi Paesi del mondo.

L’italia si posiziona come nazione più costosa in quanto per estrarre 1 BTC sono necessari oltre 200.000 dollari.

Ci sono diversi luoghi dove invece praticare questa attività ha un prezzo molto ridotto, dovendo tuttavia affrontare una serie di rischi di carattere normativo ed una qualità della vita di basso livello. 

Considerando il costo dell’hardware e la variabilità delle spese energetiche, fare mining di Bitcoin risulta ancora essere complessivamente un’attività profittevole?

I miners europei comprendono sempre di più l’importanza di implementare sistemi di energia rinnovabile per poter rientrare nella competitività mondiale ed evitare di dover chiudere i battenti.

Tutti i dettagli di seguito

Mining Bitcoin: estrarre 1 BTC in Italia ha il prezzo energetico più elevato di tutto il mondo

Fare mining di Bitcoin è sempre stata un’attività i cui risultati sono incerti e dipendono da una serie di variabili come costi dell’energia e dell’hardware di estrazione, prezzo della criptovaluta, e difficoltà del network.

Chi vuole avere successo in questa pratica, oltre che avere familiarità con il  funzionamento del protocollo decentralizzato, deve essere a conoscenza di tutti i costi fissi da sostenere per poter affrontare lunghi mesi di mercato ribassista in cui i proventi possono essere minori delle spese.

Molto spesso le compagnie di mining più strutturate scelgono di spostare le proprie macchine nei paesi dove risulta essere più conveniente in termini di prezzo dell’energia elettrica, essendo questo un fattore determinante per poter risultare profittevoli.

A proposito di elettricità, secondo l’ultimo studio di Coingecko l’Italia è il paese dove estrarre 1 BTC da “solo miners” ha il costo più elevato del mondo pari a 208.560 dollari.

Ciò significa che per  ogni Bitcoin guadagnato ci sarebbe da pagarne 8 solo di corrente, stando alle quotazioni attuali della criptovaluta.

 In generale tutto il continente europeo presenta costi energetici estremamente elevati, pari ad una media di circa 85.700 dollari, cifra  molto superiore rispetto al valore di mercato della moneta stessa che viene minata.

In Germania ad esempio il prezzo da pagare è di 163.330 dollari, in Irlanda è di 159.610 dollari e nel Regno Uniti è di 130.620 dollari.

Per i miners europei, sviluppare soluzioni che implementino fonti di energia rinnovabile è fondamentale se si vuole perseguire questa attività con successo.

È noto infatti che in molti paesi del nord europa diversi imprenditori siano attivi nel mining di bitcoin senza utilizzare combustibili fossili ma affidandosi all’eolico, al solare e all’idroelettrico.

I Paesi dove è più conveniente fare mining di Bitcoin

Secondo CoinGecko esistono anche paesi dove fare mining di Bitcoin ha un prezzo energetico decisamente ridotto, molto più abbordabile e sostenibile.

Calcolando il costo in dollari per Kilowattora delle diverse nazioni del mondo ( dati dicembre 2022)  ed utilizzando 8 differenti modelli di estrazione, possiamo accertare che il Libano è il paese dove è più economico estrarre Bitcoin.

Nel paese dell’Asia occidentale estrarre 1 moneta di oro digitale costa in media 260 dollari di energia elettrica, il che rende il processo 783 volte più economico rispetto all’Italia.

C’è comunque da considerare quelle che sono le incertezze normative e  regolamentazioni del Libano dove fare trading di criptovalute è considerato illegale mentre non ci sono restrizioni riguardo la pratica del mining.

Inoltre, la qualità della vita del paese arabo è decisamente peggiore rispetto a quella europea: pensate che il PIL del Libano è circa 100 volte inferiore rispetto a quello Italiano.

Ad ogni modo per quanto riguarda esclusivamente l’ambito del mining di Bitcoin, la nazione libanese e in generale  l’intero continente asiatico sono i luoghi dove il prezzo dell’energia elettrica è il più basso di tutto il mondo.

In media, considerando tutti i paesi asiatici, la media dei costi energetici è di circa 20.600 dollari per ogni Bitcoin estratto.

La media mondiale invece è di circa 46,200 dollari, valore che si posiziona al di sopra del 35% rispetto alle quotazioni di luglio 2023 della principale criptovaluta del settore.

Negli Stati Uniti il prezzo della corrente da pagare in questo contesto è in linea con la media di tutti i paesi del mondo.

bitcoin mining prezzo

La revenue dei miners: estrarre oro digitale è ancora conveniente?

Partiamo dal presupposto che fare mining di Bitcoin è sempre stato fino ad ora un’attività estremamente profittevole per chi ha saputo holdare le proprie posizioni senza scaricare istantaneamente sul mercato l’intera fornitura minata.

Questo poiché il prezzo di Bitcoin storicamente è cresciuto sempre di più nel corso degli anni dando spazio ai miners di sfruttare le bull run della moneta per ottenere ricompense con boost maggiore.

Al di là di ciò c’è comunque da tenere a mente che lasciar correre le proprie macchine per mesi senza monetizzare in alcun modo può essere molto costoso in termini di consumi energetici, a maggior ragione se ci troviamo in paesi dove la corrente costa parecchio come in Italia.

Molte grandi aziende di mining hanno dovuto interrompere le loro operazioni proprio perché avevano sbagliato timing di ingresso sul mercato con acquisti di hardware in periodi poco profittevoli e spese continue da dover sostenere.

A tal proposito i prezzi degli hardware come “l’antminer S19 pro” possono arrivare a circa 4000 euro secondo il mercato attuale, ma variano anch’essi in base al valore di BTC.

A complicare ancora di più il quadro dell’attività imprenditoriale dei miners c’è il discorso delle revenue del protocollo: nella maggior parte del tempo le revenue per ogni blocco convalidato nel network oscillano in un intervallo ristretto e non danno spazio a periodi in cui è molto più conveniente lasciare accesi/spenti i dispositivi di estrazione ( senza considerare la volatilità del prezzo di BTC).

Indicativamente ogni giorno i minatori di tutto il mondo devono splittare  una revenue che va dai 700 ai 1200 BTC complessiva di block reward e fees di transazione.

Solo con l’avvento degli Ordinals e dei token BRC-20 abbiamo assistito ad un’incremento spropositato delle fees della rete che ha portato i miners ad incassare 1400-1500 BTC al giorno, in un trend che è durato però davvero poco.

Inoltre non dimentichiamoci che ogni 4 anni i premi da convalida dei blocchi vengono dimezzati secondo la logica dell’halving: nel 2024 infatti il block reward passerà dagli attuali 6,25 a 3,125 BTC.

Tenendo a mente tutte queste considerazioni,  che includono un costo fisso dell’hardware più una revenue stimata più o meno prevedibile anche in ottica della difficulty adjustment, possiamo dedurre che la profittabilità delle attività di mining di Bitcoin  è legata principalmente alla price action dell’asset stesso e soprattutto al fattore energia elettrica.

Possiamo concludere dicendo che per chi si trova a non pagare la corrente elettrica perché in grado di sfruttare fonti rinnovabili o  per chi si trova in Libano e gode di costi molti bassi, la profittabilità in questa attività c’è!

Ovviamente questa può essere più o meno interessante in periodi di bull o bear market ma c’è sempre una base su cui poter stare tranquilli.

Per chi si preoccupa di un aumento esponenziale della difficulty c’è da considerare che anche a fronte di aumenti spropositati della concorrenza, qualcuno (chi non sa ottimizzare le proprie risorse energetiche) abbandonerà le operazione per dare spazio a guadagni più elevati per altri miners.

In sostanza, nella modesta opinione dell’autore di questo articolo, finchè il network Bitcoin continuerà a processare correttamente transazioni e continuerà a funzionare come fatto fino ad ora, i miners che adotteranno soluzioni green a discapito di fonti di energia a combustione fossile (o i libanesi), porteranno sempre a casa buoni risultati.

La chiave per il futuro dei minatori è nelle risorse intrinseche che ci offre gratuitamente il nostro caro amato globo.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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