HomeDeFiForti polemiche da parte della crypto community dopo la pubblicazione di un...

Forti polemiche da parte della crypto community dopo la pubblicazione di un hook su Uniswap v4 che introdurrebbe il KYC per gli utenti della piattaforma

All’evento ”ETHGlobal”, tenutosi a New York tra il 22 ed il 24 settembre, una serie di sviluppatori di finanza decentralizzata ha proposto l’implementazione di oltre 50 hooks differenti sulla piattaforma di scambi in crypto Uniswap v4, che verrà lanciata nei prossimi mesi.

Uno fra tutti questi hooks ha scatenato le polemiche e la rabbia della community, visto che introdurrebbe dei requisiti KYC per una parte delle pools che verranno introdotte su Uniswap v4.

Le verifiche KYC, infatti, rovinano la struttura permissionless di un’applicazione  decentralizzata ed aprono le porte ad una nuova era in cui le autorità di regolamentazione possono inserire determinati indirizzi all’interno di whitelist, controllando di fatto ciò che accade in DeFi.

Allo stesso tempo questo approccio potrebbe consentire un forte sviluppo dell’industria crypto, accompagnato da una chiara regolamentazione in tema di scambi su piattaforme non custodiali.

Siamo di fronte al baratro o all’evoluzione del settore DeFi?

Tutti i dettagli di seguito.

Il futuro lancio del crypto DEX Uniswap v4 e l’implementazione di un hook con requisiti KYC per gli utenti

Durante il grande evento “ETHGlobal” che si è tenuto a New York tra il 22 e il 24 settembre, si è parlato molto di Uniswap v4 e del futuro lancio della crypto piattaforma che potrebbe avvenire entro fine anno.

In particolare sono stati proposti oltre 50 hooks differenti da implementare all’interno dell’applicazione decentralizzata, di cui uno ha attirato forti polemiche visto la presenza di un requisito KYC per alcuni utenti.

Per chi non lo sapesse un hook rappresenta uno strumento che permette agli sviluppatori di personalizzare un codice senza alterare la struttura portante del programma.

Lo sviluppatore coreano “jdubpark” ha pubblicato un hook che introdurrebbe all’interno della nuova versione di Uniswap la necessità di compilare un modulo KYC per un fetta di utenti che desiderano fare da lp su alcune pools decentralizzate.

Nello specifico, la verifica verrebbe effettuata tramite token non fungibile (NFT), introducendo determinati requisiti per gli operatori che vogliono fornire liquidità ad una coppia di scambio.

Tutto ciò contribuirebbe a creare un ambiente DeFi sempre più trasparente all’interno del quale le autorità di regolamentazione possono facilmente individuare attività di riciclaggio di denaro e di finanziamento al terrorismo.

Al momento tutte le versioni live di Uniswap non richiedono informazioni personali agli utenti che le utilizzano, e sono di fatto aperte a chiunque abbia un wallet non custodiale e delle criptovalute al suo interno.

I governi di tutto il mondo stanno facendo pressing per poter ottenere il controllo su tutto ciò che succede in questi ambienti decentralizzati: recentemente il G20 ha accettato di perseguire una tabella di marcia  normativa ben precisa in tema criptovalute che potrebbe rendere le piattaforme di crypto scambio come Uniswap sempre più controllate da organismi di vigilanza.

La tabella di marcia in questione è stata proposta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dal Financial Stability Board (FSB).

Se dovessero entrare in vigore le suddette regole sull’identificazione formale dei clienti (KYC), la nuova piattaforma potrebbe contare su un accesso limitato alle entità approvate dalla governance.

Per quanto riguarda il lancio di Uniswap v4, non ci sono ancora date esatte pubblicate dal team della piattaforma, ma verosimilmente questo potrebbe avvenire entro fine anno se l’EIP-1153 verrà introdotto a breve nel prossimo aggiornamento “Cancun” della blockchain di Ethereum.

Le polemiche della community ed il rischio di un controllo centralizzato su Uniswap

Con l’introduzione di tutta una serie di hook per il lancio della nuova piattaforma di scambi in crypto non custodiale Uniswap v4, la community della finanza decentralizzata ha espresso il suo disappunto nei confronti della possibilità di implementare requisiti KYC agli utenti.

Sebbene infatti questo potrebbe essere visto positivamente per il futuro dell’intero settore, regolamentando di fatto l’attività finanziaria in questo contesto, c’è da osservare che queste  regole rovinerebbero la struttura delle piattaforme decentralizzate, introducendo un punto di controllo centrale.

Anche se i questionari KYC sono previsti attualmente solo per i fornitori di liquidità del nuovo DEX, in futuro questi controlli potrebbero essere allargati a tutti gli utenti che intendono interagire con i contratti intelligenti dell’applicazione.

Si tratta purtroppo di una grave violazione dei principi basici su cui si poggia la filosofia portante delle criptovalute.

Un utente X, ha utilizzato parole forti per descrivere a cosa sta andando incontro Uniswap, dicendo che al momento la regola KYC è solo un’opzione ma potrebbe diventare una regola fissa, con i dati degli utenti custoditi su server off-chain.

In futuro, chi non obbedirà alle regole KYC sarà etichettato come terrorista o riciclatore di denaro.

All’interno del dibattito pubblico in riferimento all’introduzione di questa “opzione facoltativa” per il monitoraggio dei clienti della piattaforma, c’è anche chi ha una visione più moderata e crede che questi principi possano essere applicati anche su un sistema in cui non richiede il consenso di un ente centrale.

Non è ancora detto infatti che le verifiche KYC verranno allargate a tutti gli utenti di Uniswap v4: gli individui che intendono eseguire semplicemente un swap tra due crypto potrebbero essere infatti esenti da questo obbligo.

Inoltre c’è da osservare che su UniswapX, esistono già da oggi dei requisiti di accesso che sono custoditi su  un server off-chain.

Anche sul protocollo Aave Arc lanciato recentemente sono presenti blocchi KYC e AML.

Non è dunque una novità che regole di monitoraggio simili vengano proposte in ambito DeFi: piuttosto la loro introduzione all’interno del DEX più grande del mercato crypto ha fatto storcere un po’ il naso a chi supporta la filosofia della decentralizzazione.

Complessivamente l’implementazione di un hook KYC è positiva perché permette ad Uniswap di passare ad uno step successivo, che vede la regolamentazione internazionale e la legittimazione della propria crypto attività.

D’altro canto però ci sarà da monitorare attentamente la situazione affinchè i requisiti di cui abbiamo discusso prima non vengano esposti sull’intero pubblico della piattaforma di scambi.

Se così fosse si potrebbe rovinare un capolavoro  sviluppato nel 2018, che diventerebbe un semplice mercato di scambi “non-custodiale centralizzato”, nettamente inefficiente rispetto alle controparti custodiali degli exchange.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick