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Mastercoin crypto: la storia del protocollo di comunicazione basato su Bitcoin, diventato poi Omni

In questo articolo parliamo di Mastercoin, uno dei primi protocolli di comunicazione crypto costruiti al di sopra di Bitcoin, oggi conosciuto come Omni.

Mastercoin si serviva anche di un propria crypto, ovvero MSC, lanciata con non pochi problemi nel 2013, tramite una raccolta fondi svolta su wallet Exodus.

Due anni dopo, in seguito a numerose critiche, il progetto cambiò nome in Omni, così come il token MSC diventò OMNI (da non confondere con la moneta del progetto Omni Network basato su Ethereum).

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Mastercoin: uno dei primi protocolli costruiti sulla blockchain di Bitcoin

Mastercoin è stato uno dei primi progetti del mondo crypto ad essere stato lanciati nel 2012, conosciuto oggi come Omni.

Si tratta di un protocollo di comunicazione che funziona su Bitcoin, in maniera analoga a come il HTTP si basa su TCP/IP;  il cui scopo è quello di aggiungere funzionalità al layer principale attraverso un’implementazione semplice ed intuitiva.

Proposto al mondo crittografico nel 2012 con la prima bozza del whitepaper pubblicata da JR Willet, Mastercoin ha da subito attirato l’attenzione dei primi spettatori viste le sue potenzialità sul fronte tecnico.

Queste le esatte parole con cui è stato presentato:

“Può essere utilizzato come un livello di protocollo, sopra il quale possono essere costruiti nuovi livelli valutari con nuove regole senza modifiche”

Di fatto il progetto ha contribuito alla risoluzione di diverse sfide ancora in parte attuali all’interno dell’ecosistema Bitcoin come ad esempio:

  • promozione della stabilità del network
  • aggiunta di valore con l’emissione di nuove valute
  • creazione di un sistema di finanziamento P2P
  • – sviluppo e mantenimento di nuovi livelli di protocollo

Di base Mastercoin opera come “macchina per il conio di risorse digitali”, essendo il suo ruolo primario quello di aggiungere compiti finanziari complessi nel codice di una criptovaluta.

A tal proposito Willet agli albori della nascita del protocollo aveva già pianificato di coniugare le nuove monete ad applicazioni per asset intelligenti e portafogli di risparmio.

L’era Mastercoin purtroppo è durata molto poco, visto che in pochi anni dal lancio il progetto è stato rimpiazzato da altri competitor come per esempio Counterparty, che nel 2014 ha stretto una partnership con Overstock e ha visto nuovi imprenditori utilizzare la sua piattaforma per rilasciare risorse sulla blockchain di Bitcoin.

Anche Tether e Factom, nate negli anni a seguire, hanno offerto servizi flessibili nel campo dell’emissione di nuove crypto simili, rimpiazzando il vecchio progetto.

Oggi, nonostante Mastercoin sia ancora operante, viene descritto come un protocollo morto, ormai dimenticato dalla maggior parte degli addetti al settore.

Il lancio fallimentare della crypto Mastercoin nel 2012/2013 e il rebranding con Omni

Mastercoin, dopo essere stato presentato al pubblico nel 2012 come un protocollo rivoluzionario basato sull’architettura Bitcoin, ha deciso di lanciare la propria crypto MSC il 31 luglio 2013.

Tramite una raccolta fondi privata, svolta con l’ausilio del wallet Exodus, il team dietro al progetto è riuscito a racimolare circa 5.000 bitcoin, per un valore dell’epoca pari ad appena 500.000 dollari (100 dollari a BTC). 

L’idea era che man mano che la piattaforma veniva sviluppata, i token sarebbero diventati più preziosi e gli investitori avrebbero potuto vendere i loro Mastercoin per realizzare un rendimento.

Per svolgere l’operazione è stata creata un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata Mastercoin Foundation, la quale si sarebbe occupata di gestire i fondi inviati all’indirizzo Exodus.

La stessa Foundation ha indotto gli investitori del mercato crypto a puntare su Mastercoin offrendo una somma di token MSC 100 volte maggiore rispetto all’importo versato in BTC, oltre ad un bonus come early adopters.

Questa pratica di incentivazione è stata ampiamente criticata negli anni a seguire poiché ha portato ad una diluizione enorme della supply, con conseguente svalutazione della crypto MSC.

Inoltre, la tokenomics iniziale prevedeva la generazione di un MSC aggiuntivo ogni dieci MSC mintati, con la somma che sarebbe stata destinata alla Foundation per supportare la gestione del protocollo.

Pensate che la moneta aveva raggiunto un ATH a circa 187 dollari a fine 2013, per poi crollare miserabilmente appena un anno dopo a 3 dollari.

Nel 2015,  a seguito del declino della crypto nativa del progetto Mastercoin, la Foundation ha deciso di cambiare narrativa con un rebranding strategico sotto il nuovo nome “Omni”, aprendosi esclusivamente a piattaforma per protocolli decentralizzati.

Come parte dello cambiamento interno, MSC è diventata OMNI, e  molti dirigenti di Mastercoin come il fondatore JR Willet,  il CTO Craig Sellars e il mebro del consiglio David Johnston sono migrati su Omni per supportare l’evoluzione del gruppo.

Alla fine tutto ciò non è servito a risollevare le sorti del progetto, che è finito per essere dimenticato da gran parte della comunità crittografica.

Da non confondere con il nuovo protocollo Omni Network, il cui scopo è quello di risolvere il problema della frammentazione della liquidità sui rollup di Ethereum attraverso l’uso di una piattaforma integrata.

Analisi di mercato della crypto OMNI 

Ad oggi la crypto OMNI; ex moneta MSC del progetto Mastercoin, presenta una capitalizzazione di mercato di appena 4,85 milioni di dollari ed una circulating supply (coincidente con la total supply) di 618.140 token.

Dopo il lancio fallimentare nel 2014 ed il suo conseguente deprezzamento, la moneta è stata piatta per 3 anni per poi ritornare in bolla durante il bull market del 2017/2018.

In quel frangente OMNI è riuscito a riacciuffare la soglia del 115 dollari poco prima che il bear market del 2018 riportasse le quotazioni al di sotto della doppia cifra.

Da quel momento in una lunga fase di declino ha fatto da protagonista, con il nuovo bull market del 2021 che questa volta non ha aiutato a risollevare il prezzo di OMNI. 

Ad oggi la moneta quota un valore di 6,8 dollari, in crescita incredibile del 922% rispetto a 7 giorni fa. Questo pump estremo non è dovuto né ad un ritorno dell’interesse per questo genere di protocollo né tantomeno ad un tentativo di una whale di manipolare un asset poco liquido e capitalizzato come OMNI.

Se osserviamo bene il grafico ci accorgiamo che la recente forte crescita della crypto è avvenuta praticamente il giorno 11 aprile, guarda caso proprio mentre l’omonimo progetto Omni Network ha annunciato il genesis drop per la propria criptovaluta, chiamata anch’essa OMNI.

È chiaro dunque che qualche traders inesperto, volendo comprare sin da subito un progetto promettente come Omni Network, abbia sbagliato ticker e comprato la versione errata di OMNI.

In appena due giorni dall’annuncio del protocollo che lavora sull’ecosistema dei rollup di Ethereum, l’ormai morta crypto OMNI è cresciuta dagli 0,76 dollari fino al top locale degli 8,1 dollari.

Probabilmente con il passare del tempo gli “investitori” si accorgeranno dell’errore e venderanno, riportando il prezzo della moneta nuovamente sotto il livello di 1 dollaro.

L’unico mercato disponibile per scambiare questo token è Bitfinex.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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