Dopo un mese all’insegna dell’entusiasmo, Bitcoin (BTC) sta approcciando a livelli di prezzo critici che mettono in guardia gli investitori da un potenziale crollo.
La criptovaluta n°1 al mondo è scesa del 5% circa dai massimi a 104.000 dollari ed ora potrebbe invertire la sua struttura di breve periodo.
Il frattale del grafico di Bitcoin rispetto all’oro suggerisce un possibile calo del 35% dai massimi, che coinciderebbe con l’inizio del freddo bear market.
Siamo arrivati veramente al top di questo ciclo di mercato o ci aspettano ancora gradevoli sorprese da qui ai prossimi mesi?
Summary
Prezzo di Bitcoin (BTC) in calo del 5% dai massimi: è arrivato il momento di una forte correzione?
In data 4 dicembre 2004 il prezzo di Bitcoin (BTC) ha raggiunto un nuovo massimo storico a 104.000 dollari, suscitando l’allegria della crypto community.
Dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni USA abbiamo assistito ad un rally fuori dal comune, segnando un aumento del 47% circa.
A distanza di solo 7 giorni però, la moneta arancione sembra aver perso quello slancio rialzista che l’ha contraddistinta per tutto il mese di novembre.
Le quotazioni sono in calo del 5% dall’ATH a quota 98.190 dollari ed evidenziano la possibilità di un crollo nei prossimi giorni.
Da inizio settimana i tori sono riusciti ad assorbire parte della pressione a ribasso su Bitcoin, salvando la crypto da una caduta più profonda.
Tuttavia, da qui in avanti se la domanda non tornerà a farsi sentire in maniera vigorosa, potremo vedere nuovamente allungare le distanza dal prezzo a 5 zeri.
Due giorni fa il pullback del prezzo di Bitcoin sotto i 100.000 dollari è stato accompagnato da una massiccia attività di liquidazione sulle borse futures.
In totale oltre 1,5 miliardi di dollari sono stati liquidati dal mercato crypto, di cui la prevalenza appartenenti a posizioni long su BTC, ETH, ed altre altcoin principali.
Era dal 2021 che non si osservava una pulizia del mercato così pesante, risultante di un eccessiva speculazione e di un abuso di leva finanziaria.
Ora che il funding rate è stato resettato potrebbe partire a breve una nuova leg up del prezzo di Bitcoin decisamente più naturale.
Ad ogni modo anche il sentiment di mercato è stato resettato, ed i traders che si sono esposti alla crypto nei pressi del top, ora hanno cambiato prospettiva.
Grafico di Bitcoin (BTC) in relazione a quello dell’oro suggerisce possibili cali di prezzo
Un altro fattore che lascia pensare ad un possibile crollo del prezzo di Bitcoin è il frattale ribassista che si è creato nella chart della criptovaluta rispetto a quella dell’oro.
Come riportato dall’analista Peter Brandt, il rapporto Bitcoin-to-Gold (BTCUSD/GC1!) è salito ad un livello di resistenza chiave tra i valori 34 e 37.
Questa zona è stata più volte identificata in passato come top locale del mercato crypto, dalla quale è solita partire una brusca leg down.
Inoltre l’indice RSI a 14 settimane su Bitcoin ha raggiunto il valore di ipercomprato a 73 punti, mettendo in rilievo l’ampio spazio per una manovra ribassista.
In passato quando Bitcoin ha mostrato indizi simili nell’analisi tecnica, è stato accompagnato da un crollo del prezzo significativo.
Ad esempio a marzo 2024, mentre la crypto quotava 74.000 dollari, il rapporto Bitcoin-Oro aveva raggiunto la resistenza 34-37 con in contemporanea un RSI ipercomprato.
Da lì è partita una correzione delle quotazioni del 33%, che si è poi riversata sull’intero panorama crittografico.
Una situazione analoga si è verificata a novembre 2021, quando Bitcoin aveva oltrepassato per la prima volta la soglia dei 69.000 dollari.
In quel frangente le stesse condizioni grafiche che osserviamo oggi hanno influito sull’andamento del prezzo dell’asset per i successivi mesi.
Se anche questa volta la storia dovesse ripetersi, potremmo aspettarci un balzo entro marzo 2025 nei dintorni della media mobile esponenziale a 50 periodi ( weekly).
Ciò si tradurrebbe in un crash del 30-35% con un ritorno dei prezzi nel range 65.000-69-000 dollari, che coincide con la linea di Fibonacci a 1,00.
D’altro canto un recupero della resistenza principale a 102.000 dollari aprirebbe la strada per un solenne pump in direzione 150.000 dollari.
Siamo al top del bull market? Analizziamo la situazione da un’altra prospettiva
In vista delle considerazioni appena riportate, risulta lecito chiedersi se veramente il prezzo di Bitcoin abbia già raggiunto il top di questo bull market.
Se da una parte dobbiamo a malincuore ammettere che un crollo del 35% potrebbe limitare inesorabilmente le probabilità di un ritorno bullish, dall’altra notiamo ancora la presenza di un outlook generalmente rialzista.
Se infatti facciamo zoom-out ed osserviamo la situazione da un’altra prospettiva ci accorgiamo che una correzione sarebbe più che salutare in questo momento.
Bitcoin è salito del 90% circa in appena 2 mesi attirando quasi 900 trilioni di dollari in capitalizzazione di mercato in un contesto di assoluta FOMO.
È auspicabile che i traders che sono entrati negli ultimi mesi facciano un po ‘di take profit, stabilizzando il prezzo su valori più “normali”.
Non è detto tuttavia che la consolidazione ribassista debba per forza sfociare in un drammatico crollo dei prezzi.
Bitcoin potrebbe tranquillamente scendere intorno agli 80.000 dollari (poco sotto l’EMA 50 daily) senza che la festa del bull market venga rovinata.
Da lì, dopo un periodo di accumulazione, potremmo verosimilmente ripartire andando a puntare a nuovi livelli di prezzo con una spinta maggiore.
Alcuni analisti si aspettano che il vero top di questo ciclo bull avverrà addirittura tra un anno, nel quarto trimestre del 2025.
Se i cali di questi giorni vi stanno spaventando, può essere dovuto solo ed esclusivamente a uno o più di questi 3 fattori:
- siete nuovi nel mercato crypto
- siete sovraesposti con il vostro investimento
- non avete ancora compreso Bitcoin.