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Situazione del prezzo di Ethereum dopo l’hard fork Shapella: confronto tra depositi e prelievi dalla Beacon Chain

Il 12 aprile è andato live l’hard fork Shapella che ha consentito l’unstake degli ETH dalla piattaforma ETH 2.0, aprendo diversi dibattiti sull’impatto che questo evento avrebbe generato sul prezzo di Ethereum.

A distanza di quasi un mese dall’aggiornamento sulla blockchain di Ethereum, vediamo come si è evoluta la situazione e quali sono gli scenari più probabili per il prezzo di ETH nel futuro.

Il prezzo di Ethereum dopo l’hard fork Shapella

Il prezzo di Ethereum non ha avuto grosse complicazioni in seguito all’hard fork Shapella che ha sancito una volta per tutte il passaggio da POW a POS e parallelamente ha permesso agli utenti l’unstake dalla piattaforma ETH 2.0.

In molti pensavano che lo sblocco dei 18 milioni di ETH messi in staking a partire da novembre 2020 dalla community di Ethereum e mai più ritirati per oltre due anni, avrebbe generato un impatto negativo sul prezzo della criptovaluta.

Dopo un mese dal tanto atteso aggiornamento Shanghai/Capella, invece, possiamo vedere come il prezzo di ETH sia sceso solo del 4,3% mentre le aspettative di ribasso superavano valori a doppia cifra.

grafico prezzo ethereum fork
Grafico giornaliero del prezzo di Ethereum (ETH/USD)

Ethereum ha registrato variazioni di prezzo contenute per via di molteplici fattori.

In primis il fatto che di per sè dati relativi a prelievi da ETH 2.0 e presunte vendite sui mercati non tengono conto del numero di acquisti che vengono effettuati dai trader su ETH e di conseguenza risulta inefficace osservare solo una parte della bilancia: ricordiamo che ancora una volta che il prezzo di un asset dipende dal bilanciamento tra domanda e offerta.

In secondo luogo, il network di Ethereum, a seguito dell’implementazione dell’hard fork London, che ha introdotto il meccanismo EIP1559, ha iniziato a bruciare parte delle fee di transazioni spese dagli utenti, rendendo la coin potenzialmente deflattiva.

In particolare, considerando che l’inflazione media di Ethereum è di 1.700 ETH a giorno e che dal 12 di aprile ad oggi sono stati bruciati circa 338.181 ETH, possiamo calcolare un deficit della supply di circa 290.581 ETH in questo arco temporale.

Questo certamente ha contribuito a contrastare la pressione di vendita delle coin che sono state prelevate dagli utenti e dai provider di liquid staking.

ethereum prezzo burned supply eth fork
Grafico degli ETH “bruciati”

Infine, è importante comprendere i 18 milioni di ETH sbloccati dopo l’hard fork Shapella non sono stati venduti tutti nello stesso momento, visti dei limiti tecnici di abbandono per i validatori della rete e visto che ci sono tempi di attesa per il prelievo di alcune entità come Binance, Coinbase, Kraken e Lido.

Tutto ciò serve per diluire nel tempo l’impatto sul prezzo di Ethereum evitando ripercussioni negative su tutto l’ecosistema.

Analisi dei depositi e prelievi da ETH 2.0

Per comprendere a fondo in che modo il fork del protocollo abbia influito sul prezzo di Ethereum è necessario considerare, oltre ai dati di cui abbiamo parlato, del rapporto tra prelievi e depositi sulla piattaforma di ETH 2.0 a partire dalla data di sblocco.

Infatti, molte entità hanno continuato a depositare coin sul contratto eguagliando la somma delle monete prelevate e vendute a mercato.

Nel dettaglio, considerando che durante l’aggiornamento, sulla Beacon Chain c’erano 19,3 milioni di ETH (circa il 19,1% della supply) e che questo primo mese i prelievi hanno superato i depositi per circa 223.000 ETH, senza contare gli ETH bruciati dall’EIP-1559, l’impatto sul prezzo di Ethereum è stato pressochè nullo.

Inoltre, anche il numero di nuovi validatori attivati è simile a quello dei validatori in attesa di prelievi completi.

Il dato segna una forte fiducia complessiva sia in ETH che nell’infrastruttura blockchain vista positivamente dalla community.

eth net flow beacon chain

Tra le entità che hanno prelevato il maggior numero di coin  in questo primo periodo dopo il fork, troviamo nomi come Kraken, Coinbase, Binance e Lido Finance.

Più precisamente Kraken ha contribuito al maggior numero di prelievi con oltre 646.000 ETH ritirati, che corrispondono al 26,3% della somma complessiva.

A seguire Coinbase ha prelevato 344.000 coin mentre Binance e Lido hanno portato fuori dalla piattaforma rispettivamente 288.000 e 272.000 ETH.

In totale le prime quattro entità in questo quadro hanno effettuato withdrawal per 1,55 milioni di Ether.

Unica nota da sottolineare è che i dati relativi a Lido dipendono unicamente dai premi di staking, elaborati in automatico ad ogni scansione del validatore, mentre la V2 del protocollo che entrerà in Mainnet a metà maggio, consentirà anche il prelievo da staking e configurazione di nodi senza autorizzazione.

eth withdrawals

Previsioni sul prezzo di Ethereum dopo l’hard fork: cosa succederà quando tutti gli ETH saranno sbloccati?

In molti si stanno chiedendo quali sono le previsioni del prezzo di Ethereum dopo che tutti gli ETH saranno finalmente sbloccati dall’hard fork Shapella.

Nonostante l’aggiornamento abbia di fatto consentito a tutti gli staker di ritirare i propri ETH dalla Beacon Chain, ci sono ancora diversi prelievi in coda da 4500 validatori in attesa di essere approvati e confermati.

La maggior parte degli ETH nella coda di prelievo proviene dai validatori che escono completamente dalla loro puntata (Actively Exiting, Withdrawal Possible e Exited Unslashed), alcuni dei quali potrebbero influire negativamente sul valore di Ether.

D’altro canto, molti ETH prelevati da exchange come Kraken potrebbero non essere venduti ma immessi nuovamente nella piattaforma tramite soluzioni alternative di staking.

Al di là di ciò i dati non preoccupano affatto poiché il 99,2% degli ETH puntati sulla Beacon Chain non sono programmati per il ritiro mentre solamente 150.000 ETH, ovvero lo 0,78% sono in coda di prelievo.

Tra chi sta prelevando, notiamo che Coinbase è l’entità più grande rappresentando il 40% dell’intera somma.

A tal proposito è interessante sottolineare che l’exchange di criptovalute di Brian Armstrong non supporta ancora depositi di ETH da parte di validatori esterni, che in questo momento stanno evidenziano transazioni rimaste incastrate nella blockchain.

Il supporto tecnico di Coinbase ha affermato:

I fondi potrebbero rimanere bloccati fino a quando non saremo in grado di supportare queste transazioni”

top withdrawals entities

In conclusione, il prezzo di Ethereum non sta risentendo dell’aggiornamento Shapella e molto probabilmente non ci saranno grandi effetti negativi nei prossimi giorni, specialmente se l’attività sul network continuerà ad essere alta e si continuerà a bruciare parte della supply come fatto dal 12 aprile in poi.

Nei prossimi giorni sono previsti deflussi per circa 30.000 ETH ogni 24 ore che, tuttavia, devono essere messi a rapporto con i depositi che verranno effettuati con la price action di ETH sul mercato. 

Più che osservare questi dati che risultano ambigui e inadeguati per fare previsioni sul prezzo futuro di Ethereum, è più opportuno monitorare la quantità di asset detenuti sulla Beacon Chain dalle entità maggiori ed osservare se in futuro ci saranno grandi richieste di prelievi. 

In tal senso, outflow dell’ordine di grandezza di diverse centinaia di migliaia di ETH  potrebbero mettere a rischio il valore della seconda criptovaluta per capitalizzazione nel breve termine.

Per ora non c’è nulla da temere.

remaining balance beacon chain
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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