HomeCriptovaluteChainalysis US: il legame tra la vendita di oppiacei e le crypto

Chainalysis US: il legame tra la vendita di oppiacei e le crypto

Le crypto purtroppo vengono ancora utilizzate come moneta di scambio sui mercati darknet, favoreggiando il traffico illecito di Fentanyl all’interno degli Stati Uniti, tuttavia una ricerca di Chainalysis US ha evidenziato che attraverso il monitoraggio on-chain si potrebbe porre fine a questa piaga sociale.

Le criptovalute infatti non sono in realtà così anonime e, a differenza di come vengono descritte dalle narrative mainstream, sono altamente tracciabili.

Cerchiamo di approfondire meglio la vicenda in questo articolo.

Vendita illegale di Fentanyl e crypto: la ricerca di Chainalysis US

Pochi giorni fa, la società di analisi blockchain Chainalysis us ha pubblicato un’interessante ricerca sul ruolo che le criptovalute svolgono all’interno dei mercati darknet, in particolare per quello che riguarda il traffico illecito di fentanyl, un oppioide sintetico con effetti 80 volte superiori a quello della morfina.

Nel 2020 sono morte circa 69.000 persone negli USA a causa di un’esposizione ad oppioidi, nell’82% dei casi per colpa del fentanyl.

Purtroppo è noto, soprattutto dopo recenti sanzioni da parte di forze dell’ordine, che alcuni traffici correlati a questa tipologia di droga sono finanziati attraverso le criptovalute, per via della semplicità con cui è possibile scambiare denaro a distanza e della velocità di esecuzione delle transazioni.

Anche un’altra società di analisi on-chain, ovvero Elliptic, ha condotto uno studio sul fenomeno della distribuzione mondiale di  fentanyl, fornendoci questo grafico che illustra il numero di pagamenti correlati in criptovalute.

Tuttavia le valute crittografiche non sono in realtà molto efficaci nell’eludere l’identità dei trafficanti, essendo la blockchain pubblica e controllabile da chiunque. 

A tal proposito Chainalysis ha identificati indirizzi crypto associati a presunti venditori di sostanza precursori del fentanyl con sede in Cina, polo di produzione principale da cui parte la distribuzione verso altri paesi appartenenti all’America Latina, dove viene a sua volta elaborata e spedita come prodotto finito negli USA.

Dal 2018 gli indirizzi dei fornitori cinesi hanno ricevuto pagamenti in crypto per oltre 37,8 milioni di dollari: studiando questi movimenti, il lavoro degli analisti on-chain misto a quello delle forze dell’ordine potrebbero giocare un ruolo cruciale nell’individuare la catena di approvvigionamento.

Grazie allo studio dei flussi on-chain si è scoperto infatti che molti maxi sequestri di fentanyl avvenuti al confine tra Stati Uniti e Messico sono correlati ai modelli di distribuzione regionali modelli identificati dalla DEA, ovvero la “Drug Enforcement Administration”.

Le criptovalute in questo senso, nonostante vengano ancora utilizzate, seppur in minima parte, per finanziare questi traffici, possono rivelarsi un’arma a doppio taglio per gli stessi produttori.

Le criptovalute non sono anonime e non favoriscono traffici illeciti

Lo studio di Chainalysis US ci fa capire ancora meglio come le criptovalute possano essere uno strumento di controllo molto importante per le autorità, al fine di contrastare i traffici di fentanyl o in generale di stupefacenti.

La narrativa comune descrive le monete crittografiche, in particolare Bitcoin, come le  valute di scambio preferite dai trafficanti di droga, per via della presunta “anonimità”.

L’assunto è FALSO: in primo luogo la maggior parte degli scambi illeciti avviene ancora attraverso il classico contante, che tuttavia non viene mai accusato, a differenza di Bitcoin, di favorire queste attività.

In secondo luogo, molti partecipanti ad attività di carattere illegale,  adottano criptovalute per il semplice motivo che permettono di scambiare valore in tutto il modo in maniera istantanea e “PSEUDO-ANONIMA”.

L’anonimato delle crypto, è garantito finché gli indirizzi coinvolti nelle transazioni non vengono scoperti e resi pubblici.

Qualora infatti le forze dell’ordine riescano nell’intento di individuare uno o più poli di questi movimenti criminali associati a scambi di valore monetario in criptovalute, le cose potrebbero mettersi l’intero traffico.

Attraverso lo studio approfondito delle transazioni che vengono effettuate nel network, con l’aiuto di esperti del settore come Chainalysis è possibile andare a ritroso e scovare tutti gli indirizzi con cui i malavitosi hanno svolto affari individuando fornitori, distributori e venditori al dettaglio.

Se solo le istituzioni implementassero sistemi di monitoraggio adeguati e meccanismi di controllo per le operazioni in crypto, molto probabilmente i traffici illeciti subirebbero un enorme ridimensionamento.

Il governo degli Stati Uniti potrebbe essere più consapevole dell’attività dei fornitori cinesi di fentanyl in Cina, ma fino ad ora ha preferito agire su piccola scala, evidenziando meno dati di quelli menzionati dalle ricerce di Chainlaysis ed Elliptic.

Il mese scorso il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto delle sanzioni contro due laboratori chimici cinesi, ovvero il WuhanShuokang Biological Technology e il Suzhou Xiaoli Pharmatech,con l’accusa di aver venduto sostanze precursori del fentanyl ai messicani. 

Inoltre, è stato incriminato un uomo che secondo alcune indiscrezione avrebbe accettato pagamenti in crypto da una delle due società menzionate.

I presupposti per limitare o addirittura eliminare questi traffici ci sono, ciò che manca è la buona volontà nell’introdurre sistemi di monitoraggio e la cooperazione tra governi differenti.

La società di analisi crypto Chainalysis US

Chainalys US è una società di analisi blockchain che fornisce software, dati e servizi relativi a transazioni on-chain alle agenzie governative, exchange, istituti finanziari e compagnie di cybersecurity in più di 70 Paesi.

L’obiettivo della compagnia è quello di creare un ambiente digitale web3 più trasparente e privo di criminalità, aumentando l’accesso alle criptovalute da parte delle istituzioni e dei retail.

Chainalysis utilizza software di indagine, conformità e market intelligence per risolvere casi di frode, furti informatici o exploit all’interno del mondo delle blockchain.

Solitamente quando avvengono casi di attacchi nei confronti di protocolli decentralizzati, exchange o organizzazioni autonome che basano le loro attività tramite scambi in crypto, Chainalysis viene spesso interpellata, proprio per via della sua capacità nel leggere i registri digitali di transazioni ed individuare i colpevoli.

La società ha ricevuto numerosi premi e complimenti da parte di enti come Forbes, Fast Company, Deloitte, W3B e CB Insight. In particolare è stata citata da Forbes come una delle 50 aziende fintech più importanti al mondo.

Le nuove tecnologie sottendono un potenziale di sviluppo immenso per la società, tuttavia è necessario monitorare anche le attività di carattere fraudolento e limitare il più possibile l’espansione delle criptovalute in quella direzione.

Come ribadito nel paragrafo precedente, l’introduzione di normative più chiare e l’implementazione di sistemi di monitoraggio da parte degli enti governativi, potrebbero fare la differenza nel bloccare traffici ed attività illeciti, tramite anche l’aiuto di Chainalysis.

Il fattore fiducia riveste un ruolo fondamentale per l’espansione di questo mondo, su cui vi è ancora diffidenza: il lavoro di Chainalysis in questo senso potrebbe essere fondamentale per dare a banche, aziende, borse, e governi la fiducia di cui necessitano per esplorare il vero potenziale del Web3.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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