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Arrestati gli ultimi due co-fondatori della piattaforma Tornado Cash, il mixer decentralizzato che aumenta la privacy

Ieri, sono stati arrestati gli ultimi due cofondatori del servizio decentralizzato Tornado Cash, un mixer per criptovalute che aumenta la privacy delle transazioni in Ethereum come su coinjoin per Bitcoin.

Dopo Alexey Pertsev, primo co-fondatore ad essere arrestato l’anno scorso nei Paesi Bassi, ora anche Roman Storm e Roman Semenov dovranno affrontare pesanti accuse di riciclaggio di denaro e violazione delle sanzioni da parte delle autorità statunitensi.

Visto il finale della storia Tornado Cash, c’è chi pensa che anche coinjoin su Bitcoin sarà bloccato perchè potenzialmente in grado di nascondere le tracce di hacker e criminali informatici.

Tutti i dettagli di seguito.

Arrestati gli ultimi due co-fondatori del mixer decentralizzato Tornado Cash per riciclaggio di denaro e violazione delle sanzioni

Ieri è arrivata la notizia dell’arresto degli ultimi due co-fondatori della piattaforma decentralizzata Tornado Cash, Roman Storm e Roman Semenov.

Secondo l’accusa, presentata presso il tribunale distrettuale del distretto meridionale di New York i due avrebbero facilitato il riciclaggio di denaro in criptovalute per oltre 1 miliardo di dollari.

Un anno fa il terzo co-fondatore Alexey Pertsev era già stato arrestato nei Paesi Bassi, dove ora sta attendendo il processo con accuse a suo carico simili a quelle presentate ai suoi soci.

Il servizio di mixing di Tornado Cash  opera su blockchain EVM compatibili come Ethereum, Arbitrum, Optimism, Polygon Avalanche e Binance Smart Chain e consente a chi lo utilizza di far perdere le tracce delle proprie transazioni in ETH, rendendo di fatto lo strumento ideale per chi cerca di ottenere la massima privacy.

Diciamo che il funzionamento è molto simili a quello delle transazioni coinjoin su Bitcoin, dove è possibile mixare i propri BTC con quelli di altri utenti

Nota: alcuni fornitori di infrastrutture blockchain come Infura ed Alchemy hanno censurato l’accesso a Tornado Cash quindi attualmente è possibile accedervi solo tramite RPC personalizzato

Il mixer Tornado Cash era già stato sanzionato l’anno scorso dall’’Ufficio di controllo dei beni esteri del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti viste le accuse riguardo un possibile coinvolgimento del gruppo di hacker nordcoreani Lazarus che avrebbero riciclato centinaia di milioni di dollari attraverso esso.

Mentre gli imputati si difendono dichiarando che il mixer rappresenta banalmente un software open source e quello che intendevano sviluppare era meramente uno strumento dedicato alla privacy, l’accusa non la pensa allo stesso modo,

Il procuratore americano Damien Williams ha affermato che Tornado Cash e i suoi operatori “hanno consapevolmente facilitato” il riciclaggio di denaro e sapevano che stavano aiutando hacker e criminali informatici a nascondere i proventi di operazioni illegittime.

Nel dettaglio il trio era a conoscenza che gli hacker di attacchi relativi al Ronin Bridge di Axie Infinity e agli exchange Kucoin e Bitmart  stavano sfruttando Tornado Cash per ripulire le proprie tracce.

Secondo quanto scritto dall’accusa Storm e Semenov hanno riconosciuto di non aver incorporato soluzioni di accesso tramite KYC o AML come richiesto dalla legge statunitense rilasciando dichiarazioni fuorvianti in merito alla loro estraneità con il controllo del protocollo e il suo funzionamento.

A pesare ancor di più sulla sorte dei tre fondatori ci sarebbe una questione secondo cui avrebbero ricevuto 2,6 milioni di stablecoin ciascuno dal protocollo per rimediare alle prime sanzioni che gli erano state applicate.

Il Dipartimento di Giustizia ha già arrestato Storm mentre l’OFAC ha bloccato 8 indirizzi Ethereum presumibilmente appartenenti a Semenov.

Le autorità arriveranno a bloccare anche le transazioni coinjoin su Bitcoin?

La storia dell’arresto dei fondatori di Tornado Cash sta aprendo un dibattito molto delicato sulla questione della privacy nelle transazioni in criptovalute applicata a software open source, lasciando pensare che forse i prossimi ad essere attaccati dai procuratori statunitensi saranno i servizi legati a coinjoin su Bitcoin.

Dopo l’arresto di Semenov, Storm e Pertsey si è aperto un nuovo “caso legale” potenzialmente dannoso per il futuro degli sviluppatori software, che fino ad ora non hanno mai temuto di essere incriminati per questioni legate ad un codice open-source.

Ovviamente nella fattispecie di Tornado Cash gli imputati sapevano che stavano facilitando il riciclaggio di denaro e non hanno fatto nulla per impedire che ciò accadesse.

Tuttavia, la complessità legale che gira attorno a questa storia potrebbe creare scompiglio anche per altre piattaforme decentralizzate.

Nel caso di coinjoin, le transazioni in Bitcoin possono essere mixate in maniera del tutto similare a Tornado Cash combinando più pagamenti in BTC da diversi spendenti in un unica transazione e rendendo praticamente impossibile determinare quale entità ha pagato l’uno o l’altro destinatario.

L’importanza della privacy per gli attori del mondo web3 è arrivata ad un livello così alto da poter tollerare l’utilizzo occasionale della tecnologia per fini illeciti.

D’altronde anche con il banale contante si fa un uso abbondante riciclaggio di denaro, tuttavia non va a bloccare alla fonte la zecca che stampa il denaro ma si preferisce (giustamente) andare ad indagare sui singoli individui o gruppi che praticano illegalità.

Ad ogni modo tra la fine 2022 e  l’inizio  del 2023 il numero di transazioni coinjoin ha raggiunto un numero talmente elevato da poterlo paragonare al volume mosso su Tornado Cash.

I timori delle autorità statunitensi riguardo possibili implicazioni tra il protocollo e gruppi criminali dediti al riciclaggio di denaro sta crescendo in maniera significativa, così come cresce la paura dei sostenitori di software decentralizzati di vedere la propria libertà bloccata sin dalla sorgente.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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